{"id":52654,"date":"2018-08-07T10:00:25","date_gmt":"2018-08-07T08:00:25","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=52654"},"modified":"2018-07-31T20:48:53","modified_gmt":"2018-07-31T18:48:53","slug":"quanta-strada-quas-primas","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/quanta-strada-quas-primas\/","title":{"rendered":"Quanta strada!"},"content":{"rendered":"

di Angelo M. Fanucci<\/strong><\/p>\n

Dalla riflessione teologica che, maldestramente ahim\u00e9!, ho cercato di ammannire ai miei 17 lettori, e forse in parte ci sono riuscito, anche se solo con la chiarezza di un astigmatico cronico, emerge un concetto di apostolato, di pastorale, di scelte operative<\/strong> qualificanti per il cristiano che \u00e8 davvero nuovo.<\/p>\n

Se ripenso alla pastorale che, per la prima volta nella storia della Chiesa, Pio XI impost\u00f2 organicamente nel 1922, con l\u2019enciclica Quas primas<\/em><\/strong>, e ne percorro la trama alla luce (fioca, certo, ma sufficiente!) delle passate abat jour, mi rendo conto del cammino che ha percorso la mia Chiesa da quando ha capito che riconoscere il primato della coscienza non equivaleva, assolutamente, ad un consegnarsi armi e bagagli al relativismo, ma aprire un discorso nuovo non sull\u2019uomo come categoria generale, ma sull\u2019uomo come individuo unico e irrepetibile, meglio: come persona. Un cammino lungo anni luce.<\/p>\n

La Quas primas<\/em> di Papa Ratti voleva dare un fondamento teologico alla festa che istituiva, la Festa di Cristo Re<\/strong>. Festa insieme esaltante ed equivoca; esaltante per il dovere\/diritto di sentirsi sudditi\/amici di un Re di quel calibro; equivoca se dimentichiamo quello che lui, ormai ridotto ad un grumo di sangue disse a quel bellimbusto di Pilato, con un filo di voce: \u201cS\u00ec, sono re, ma il mio regno non \u00e8 di questo mondo!\u201d. Un filo di voce, ma ferma, chiara, autorevole. La sua corona. Vera corona. Ma non \u00e8 d\u2019oro, n\u00e9 d\u2019argento. Nemmeno di peltro. \u00c8 di spine.<\/p>\n

La Quas primas<\/em> ha uno scopo specifico<\/strong>, pi\u00f9 e pi\u00f9 volte riaffermato: conquistare il mondo a Cristo Re. \u201cPortare Dio nel mondo, tramite Cristo\u201d. Ed ecco l\u2019Azione cattolica che nasce schierata a battaglia (sicut acies ordinata<\/em>), ed ecco le missioni che portano, oltre il Vangelo, anche la civilt\u00e0, ed ecco l\u2019ecumenismo inteso sempre e solo come un \u201critorno all\u2019ovile\u201d, ed ecco la cristianizzazione del diritto perseguita con i concordati tra la Chiesa e gli stati. \u201cVogliamo portare Dio al mondo tramite Cristo. \u201cPortare?\u201d Ma nello sterminato, placido oceano delle coscienze individuali degli uomini Dio e Cristo sono presenti da sempre, in un dialogo unico, individualizzato, sul quale \u00e8 stato posto il pi\u00f9 rigoroso dei segreti.<\/p>\n

Da quando il Concilio ci ha insegnato che il Regno di Dio non \u00e8 la Chiesa, ma il mondo<\/strong>, chi si sente vocato all\u2019impegno apostolico deve avere ben presente che Dio nel mondo gi\u00e0 c\u2019\u00e8, da sempre, e c\u2019\u00e8 da sempre il suo Cristo, lo Spirito inseparabile. C\u2019\u00e8, impegnato a colloquiare con ogni coscienza. Aiutiamolo, quest\u2019uomo che Dio ama follemente, offriamogli tutte le opportunit\u00e0 che riusciremo a offrigli per portare all\u2019estreme conseguenze l\u2019ineffabile colloquio, ma prima ancora ricordiamocelo bene, che l\u00e0 dove noi vogliamo \u201cportare Dio\u201d, Dio gi\u00e0 c\u2019\u00e8.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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