{"id":52216,"date":"2018-07-01T16:00:14","date_gmt":"2018-07-01T14:00:14","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=52216"},"modified":"2018-07-20T16:41:19","modified_gmt":"2018-07-20T14:41:19","slug":"testimonianze-nella-giornata-del-rifugiato-picchiati-venduti-ora-liberi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/testimonianze-nella-giornata-del-rifugiato-picchiati-venduti-ora-liberi\/","title":{"rendered":"Testimonianze nella Giornata del rifugiato: picchiati, venduti… ma ora liberi"},"content":{"rendered":"

Alla mensa della Caritas diocesana di Terni la Giornata mondiale del rifugiato, promossa dalla Caritas Internationalis e Caritas italiana, \u00e8 stata vissuta nel segno della festa, della condivisione, fraternit\u00e0, colore, sapore e allegria, che nel sorriso dei tanti bambini presenti, provenienti da Nigeria, Gambia, Guinea, Ghana, Eritrea, Somalia, ha trovato la sua espressione pi\u00f9 semplice e bella.<\/p>\n

Qui la Caritas diocesana e l\u2019associazione di volontariato San Martino hanno unito la tradizione e la cultura delle varie etnie africane dei rifugiati e richiedenti asilo, circa cinquecento persone ospitate in vari centri della diocesi di Terni-Narni-Amelia, con la cultura e cucina italiana. A fare gli onori di casa il direttore della Caritas Ideale Piantoni, il vescovo Giuseppe Piemontese, il presidente della San Martino Francesco Venturini, tanti operatori e volontari che ogni giorno vivono fianco a fianco con gli immigrati. \u00c8 stato condiviso un pasto multietnico, in parte cibo italiano preparato dai volontari della mensa, in parte tipico dell\u2019Africa preparato da alcuni nigeriani. Tutti insieme intorno ad un pasto, viatico di vita e di unit\u00e0, un momento di scambio tra chi ha vissuto direttamente il dover migrare e coloro che a vario titolo lavorano su questi temi. E poi la festa con i canti gospel e la musica dei tamburi che ha accompagnato le danze africane che hanno visto esibirsi diversi gruppi di africani, alcuni nei caratteristici abiti dai colori sgargianti. Dall\u2019inizio dell\u2019emergenza sbarchi e dall\u2019avvio dei progetti territoriali Sprar di accoglienza e integrazione dei migranti, la Caritas diocesana ha accolto diverse centinaia di profughi, divenendo negli anni modello di buone pratiche per l\u2019integrazione. Da febbraio aderisce al progetto Corridoi umanitari, ospitando due famiglie eritree, tre adulti e otto bambini, a cui si aggiunger\u00e0 un\u2019altra famiglia in arrivo a fine giugno. \u201cQui abbiamo ritrovato la speranza per un futuro migliore per noi e le nostre famiglie, ma non disciminateci\u201d dicono alcuni nigeriani. Molte le storie difficili alle spalle: la fuga da guerre, da violenze private, dalla povert\u00e0, dalla fame che spinge a intraprendere cammini difficili dove non di rado \u201csi viene imprigionati, picchiati e venduti da un gruppo all\u2019altro per avere soldi\u201d, raccontano. Un percorso lungo e faticoso che per alcuni \u00e8 durato anni. E cos\u00ec prosegue il cammino alla ricerca di un futuro tranquillo per le proprie famiglie, con la volont\u00e0 di studiare e di essere anche loro di aiuto al paese che li ha accolti. \u00c8 questo il loro modo concreto di dire grazie.<\/p>\n

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