{"id":5220,"date":"2006-06-16T00:00:00","date_gmt":"2006-06-16T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5220"},"modified":"2006-06-16T00:00:00","modified_gmt":"2006-06-16T00:00:00","slug":"come-lui","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/come-lui\/","title":{"rendered":"Come lui"},"content":{"rendered":"

Insieme al gruppo cittadino di Azione cattolica conduco da qualche mese una modesta trasmissione televisiva a Trg: ‘Se tu conoscessi il dono di Dio…’. A titolo di introduzione al Vangelo della domenica. Cosciente del mio rozzo analfabetismo biblico, mi sono munito di Ascoltarti \u00e8 una festa, omelie suggerite da Fernando Armellini, edizioni Messaggero, Padova. Commentando il racconto dell’istituzione dell’eucaristia, il mio mentore sottolinea come i discepoli non abbiano avuto significative reazioni di sgomento, o almeno di sorpresa. E s\u00ec che ce n’era motivo! Quel pezzo di pane, quel bicchiere di vino, quel ‘Questo sono io’. Fino a quel momento Ges\u00f9 era stato piuttosto pignolo nella preparazione: s’era fatto prestare una casa situata su, in alto, perch\u00e9 sul monte nell’Esodo risuonava la parola di Jhwh; e all’interno di quella casa aveva scelto una sala spaziosa e attrezzata con divani e tappeti. Poi per\u00f2, come tutti i capofamiglia s’era messo a capotavola e aveva distribuito il pane azzimo e il vino schietto da mangiare e da bere con l’agnello arrostito, iniziando con la preghiera di sempre: ‘Sii lodato, Signore, nostro Dio, re del mondo, che fai scaturire il pane dalla terra’. Ma a quel punto, imprevisto, oggettivamente scioccante, era arrivato quell’incredibile: ‘Questo sono io’. ‘Oggettivamente’ scioccante, non soggettivamente, perch\u00e9 in realt\u00e0 dei soggetti presenti nessuno rimase scioccato, n\u00e9 sorpreso. Come se i Dodici se lo aspettassero, quell’incredibile ‘Questo sono io’: ‘Questa la mia realt\u00e0 umana totalmente offerta per la nuova alleanza; questo \u00e8 il sangue che corre nelle mie vene, totalmente versato per la sterminata famiglia di tutti gli uomini’. In realt\u00e0 la pi\u00f9 radicale oblativit\u00e0 di vita, i Dodici l’avevano da sempre colta in Ges\u00f9. Tutti ricordavano come si era comportato con la donna adultera, e poi in casa di Zaccheo, tracagnotto e generoso ladro in guanti gialli, e poi in casa di Simone, fariseo adontabile e adontato per l’orribile permissivismo di Ges\u00f9 di fronte alla prostituta che gli aveva bagnato i piedi di lacrime, asciugandoli poi con i suoi capelli. In pratica non s’era mai negato a nessuno, Ges\u00f9, nella disponibilit\u00e0 pi\u00f9 generosa, nell’oblativit\u00e0 estrema, nell’offerta totale di s\u00e9, sempre, dovunque. ‘Pane spezzato’ e ‘vino versato’ lui lo era stato da sempre. E questo impediva ai Dodici di provare sorpresa. E questo impedisce a noi di ridurre l’eucaristia ad un atto di devozione intima, privata. Ges\u00f9 mio, tutto mio, solo mio: ci vuol altro. Celebrare l’eucaristia non \u00e8 solo questo, ma soprattutto questo: accettare d’essere mangiato. Don Giovanni Barra scrisse a suo tempo che il prete \u00e8 un uomo mangiato. Dovremmo esserlo tutti, noi cristiani. Mangiati, tutti, sempre. In forza di quel battesimo e di quel pane che ci assimilano a Lui.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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