Sui giornali l’hanno chiamata ‘la clinica per le coppie in crisi’, ma mons. Carlo Rocchetta, fondatore del Centro familiare ‘Casa della tenerezza’, preferisce spiegare cosa si al centro: ‘accogliere, accompagnare le coppie, offrire occasioni di formazione’. I risultati positivi ci sono visto che su 10 coppie che frequentano il centro, la media \u00e8 che almeno 6 riescono a superare la crisi. Esperienza positiva, dunque. ‘Positivissima! – commenta don Rocchetta – perch\u00e8 far rinascere una coppia vuol dire far rinascere un mondo intero: i figli rivivono, poi in genere sono coinvolte la famiglia di lui, la famiglia di lei, la famiglia che i figli formeranno, non \u00e8 un discorso che riguarda solo due persone’. ‘Il problema – aggiunge – \u00e8 di accompagnarli successivamente, offrire loro incontri, esercizi, ritiri che possano aiutarli a riscoprire il cammino che devono percorrere per tutta la vita’. Da tutta Italia arrivano alla collina di Montemorcino a Perugia dove ha sede ‘La casa della tenerezza’, per seguire gli incontri, per cercare un aiuto a vivere e se possibile a risolvere la crisi che stanno vivendo. A volte va un solo coniuge con il dramma della crisi, e se riesce a far andare anche l’altro comincia il cammino, ma se l’altro si rifiuta non non si pu\u00f2 tentare di recuperare il rapporto. Ci sono anche coppie che vanno insieme, e in quel caso si fanno prima colloqui separati e poi si comincia un cammino di ricostruzione. Impossibile definire il ‘tipo’ dei coniugi che varcano la soglia della Casa. Ci sono credenti e non credenti anche nella stessa coppia. ‘Noi partiamo dagli aspetti umani, dalle dinamiche di coppia- spiega don Rochetta – poi, se i due sono interessati, si fa anche il discorso pi\u00f9 profondo di spiritualit\u00e0, invitandoli a partecipare ai nostri incontri, o proponendo la lettura dei nostri libri’. Al Centro si sono rivolte addirittura coppie di conviventi, come i due giovanissimi che stanno facendo un cammino e hanno gi\u00e0 una bambina. Sono arrivate anche coppie divorziate risposate, in crisi con il secondo matrimonio. ‘In questi casi – dice don Rocchetta – ci siamo chiesti se seguirli o no’. Hanno scelto di ‘aiutarli a vivere bene il loro secondo matrimonio, almeno per i figli’ poich\u00e8 le per le precedenti situazioni ormai non si pu\u00f2 far nulla.. Ogni persona, ogni coppia, \u00e8 una storia a s\u00e8, ma andando a cercare le cause della crisi alcuni elementi emergono pi\u00f9 spesso di altri. A volte lui o lei non hanno tagliato il cordone ombelicale. La famosa questione nuora\/suocera. Altra causa piuttosto frequente \u00e8 la immaturit\u00e0 affettiva, l’innamoramento verso un’altra persona che prende totalmente ‘al punto da non riuscire pi\u00f9 a discutere, a parlare ragionevolmente sulla realt\u00e0 della coppia’. Nell’esperienza di don Rocchettta sono specialmente le donne ad essere ‘prese totalmente’ e a non ragionare pi\u00f9. ‘Nell’uomo a volte il tradimento c’\u00e8, ed \u00e8 grave, per\u00f2 \u00e8 una sbandata di cui si rende conto e da cui sa riscuotersi. La donna, invece, quando prende la sbandata la prende sul serio’ perch\u00e8 la donna non riesce a mantenere la doppia vita’. C’\u00e8 un’et\u00e0 per le donne e per gli uomini, in cui la crisi si fa sentire pi\u00f9 che in altre. Sono i 40 anni per la donna, i 50 per l’uomo. \u00c8 probabile che l’uomo a 50 anni sente il bisogno di sentirsi ancora virile, per cui in genere cerca la giovanissima, la trentenne, ed \u00e8 un classico confermato dall’esperienza. La donna verso i 40 anni fa il bilancio della sua vita e di fronte alle tante frustrazioni subite ha bisogno di sentirsi ancora viva, sentirsi donna, e non cerca uno pi\u00f9 giovane, ma semplicemente una persona che la faccia sentire amata perch\u00e9 magari il marito non lo fa pi\u00f9, caduto nella routine, allora c’\u00e8 quasi un rigurgito di femminilit\u00e0 e se capita l’occasione si lasciano andare. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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