{"id":5206,"date":"2006-06-09T00:00:00","date_gmt":"2006-06-08T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5206"},"modified":"2015-08-05T16:46:28","modified_gmt":"2015-08-05T14:46:28","slug":"nel-nome-della-trinita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/nel-nome-della-trinita\/","title":{"rendered":"Nel nome della Trinit\u00e0"},"content":{"rendered":"

Matteo 28,16-20 \u00e8 stato definito la “chiave interpretativa” di tutto il Vangelo secondo Matteo. \u00c8 da questo brano che oggi la Chiesa parte per contemplare il mistero della santissima Trinit\u00e0.L\u00ec, dove tutto era iniziato. Nel primo Vangelo, il Risorto non appare subito a tutti i discepoli, ma solo alle donne (Mt<\/em> 28,9-10), che dovranno dire loro dove Ges\u00f9 li vuole incontrare: “Andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e l\u00e0 mi vedranno”. Gli undici partono, e salgono su un monte della Galilea. In questa regione al nord della Palestina, tutto aveva avuto inizio: Ges\u00f9 aveva cominciato ad insegnare e fare miracoli, e l\u00ec aveva inaugurato la sua missione ad Israele.<\/p>\n

Ora, da qui tutto riprende. Dopo la passione e la risurrezione, l’arrivare del Risorto e dei suoi discepoli \u00e8 l’inizio di una nuova missione. Questa volta, e per la prima volta, \u00e8 la missione ai non ebrei, ai pagani. Ma prima di ricevere il mandato, gli undici si ritrovano ad essere immersi nel mistero della Trinit\u00e0.La Chiesa contempla la Trinit\u00e0. Quanto accade \u00e8 descritto da Matteo con la simbolica a cui il suo Vangelo ci ha abituati. Il monte \u00e8 anzitutto il luogo dove Ges\u00f9 si era gi\u00e0 manifestato, trasfigurato, come il Figlio prediletto del Padre (Mt<\/em> 17,5). Ora, ancora una volta, su un monte parla di s\u00e9 come del Figlio, unito al Padre dallo Spirito. Dal monte Ges\u00f9 aveva insegnato alla folla (Mt<\/em> 5-7), ed ecco che da un monte invia i suoi discepoli ad insegnare le cose che ha comandato di osservare. Non dimentichiamo poi che, proprio all’inizio della missione di Ges\u00f9, il diavolo l’aveva tentato trasportandolo su un alto monte, promettendogli in cambio i regni di tutta la terra, se fosse stato da lui adorato (Mt<\/em> 4,8-10).<\/p>\n

Su un monte, e dopo tutte le sue prove oramai concluse, \u00e8 invece Ges\u00f9 a essere adorato dai discepoli che si prostrano davanti a lui. Queste esperienze che abbiamo ora brevemente ricordato raccolgono e sintetizzano la vita pubblica di Ges\u00f9, che i discepoli fanno forse ancora fatica a coniugare con la presenza del Cristo, l\u00ec davanti a loro, visibile dopo la sua risurrezione. Ed ecco che nascono i dubbi: “alcuni per\u00f2 dubitavano” (Mt<\/em> 28,17). Nel nome della Trinit\u00e0. In quei discepoli, gli undici, ci siamo anche noi. Tutti lo adorano, ma tra essi vi sono coloro che hanno poca fede. Anche davanti al mistero di Dio uno e trino, come davanti a quello della risurrezione di Ges\u00f9, \u00e8 richiesto il dono della fede: “La Trinit\u00e0 \u00e8 un mistero della fede in senso stretto, uno dei misteri nascosti in Dio, che non possono essere conosciuti se non sono divinamente rivelati. [‘] L’intimit\u00e0 del suo essere come Trinit\u00e0 santa costituisce un mistero inaccessibile alla sola ragione, come pure alla fede d’Israele, prima dell’incarnazione del Figlio di Dio e dell’invio dello Spirito santo” (Catechismo della Chiesa cattolica<\/em>, 237).<\/p>\n

La comprensione di questo mistero nella Chiesa e nella teologia si svilupper\u00e0 gradualmente, a partire proprio dalla formula tripartita di Mt<\/em> 28,19 che diventer\u00e0 la base della liturgia del battesimo: “I cristiani sono battezzati nel nome – e non nei nomi – del Padre e del Figlio e dello Spirito santo” (Professione di fede di papa Vigilio<\/em>). Si dovr\u00e0 poi confrontare con il rigoroso monoteismo ebraico e il politeismo dei pagani, ma soprattutto “il problema trinitario si acutizza quando, tra la fine del III sec. e l’inizio del IV, nel tentativo di illustrare nei termini della cultura e della filosofia greco-ellenistica il mistero del Dio rivelato da Ges\u00f9 Cristo, si rischia di comprometterne l’originalit\u00e0 e la verit\u00e0, ricadendo, pur con ottime intenzioni, in modelli culturali pre-cristiani” (P. Coda).<\/p>\n

Sar\u00e0 la sfida pi\u00f9 grande, che porter\u00e0 ai concili di Nicea e di Costantinopoli II.La Chiesa riceve il compito di evangelizzare tutti i popoli. Da quel luogo santo i discepoli sono inviati a tutti i popoli della terra. \u00c8 la svolta epocale del Vangelo, la “pentecoste” di Matteo: il Vangelo, che doveva anzitutto essere annunciato agli ebrei (“Non andate fra i pagani e non entrate nelle citt\u00e0 dei Samaritani – diceva loro Ges\u00f9 -; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele”‘; Mt<\/em> 10,5-6), ora \u00e8 aperto a tutti. Con questo Vangelo, Dio sar\u00e0 presentato come uno e trino. Le ultime parole di Ges\u00f9, nel primo Vangelo, dicono infatti della presenza della Trinit\u00e0 nella storia, e chiudono la storia raccontataci da Matteo per aprire ad un'”altra storia”: “Tutta la storia della salvezza \u00e8 la storia del rivelarsi del Dio vero e unico: Padre, Figlio e Spirito Santo” (CCC<\/em> 234).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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