{"id":52018,"date":"2018-06-01T19:15:52","date_gmt":"2018-06-01T17:15:52","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=52018"},"modified":"2018-05-31T19:21:37","modified_gmt":"2018-05-31T17:21:37","slug":"immigrati-7-progetti-lintegrazione-umbria","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/immigrati-7-progetti-lintegrazione-umbria\/","title":{"rendered":"Immigrati: 7 progetti per l\u2019integrazione in Umbria"},"content":{"rendered":"
\u201cUna gestione innovativa delle politiche per l\u2019integrazione basata sulla coprogettazione\u201d: \u00e8 quanto si sta facendo in Umbria – ha detto l\u2019assessore alla Coesione sociale Luca Barberini<\/strong> – per favorire l\u2019inclusione dei circa 96 mila cittadini stranieri regolarmente presenti nella nostra regione. In particolare con 7 progetti rivolti al mondo della scuola, ai servizi pubblici e ai cittadini in generale, finanziati con oltre 1,7 milioni di euro di risorse europee tramite il Fondo asilo migrazione e integrazione.<\/p>\n \u201cLe politiche per l\u2019integrazione e per l\u2019accoglienza – ha sottolineato Eleonora Bigi<\/strong>, responsabile per la sezione Immigrazione della Regione – per essere efficaci richiedono la corresponsabilit\u00e0 e la collaborazione di tutti, Stato, Regione, prefetture, Comuni, terzo settore e cittadini. Gli ottimi risultati che stiamo riscontrando sono da mettere in relazione con la innovativa metodologia della coprogettazione\u201d.<\/p>\n Dei sette progetti attivati con i fondi europei, tre si sono gi\u00e0 conclusi, mentre gli altri saranno operativi fino al 31 dicembre. Due le principali aree di intervento: la formazione e l\u2019aggiornamento degli operatori di uffici pubblici, scuole e associazioni e il rafforzamento dei servizi sul territorio pi\u00f9 richiesti e utilizzati da quelli che nei progetti vengono definiti \u201ci nuovi cittadini\u201d.<\/p>\n Il progetto Formare per integrare<\/strong>, con percorsi formativi in aula e online, ha coinvolto 624 operatori di Comuni, Asl, prefetture, questure, uffici periferici dello Stato che spesso devono confrontarsi con i problemi dei permessi di soggiorno, della protezione internazionale, del sistema di accoglienza, dell\u2019integrazione a livello normativo, dell\u2019educazione alla cittadinanza globale. Sono stati coinvolti anche dirigenti, docenti, operatori e studenti di 43 scuole. \u201cRealizzato – dice Bigi – in un periodo in cui parole come immigrazione e accoglienza vengono spesso associate al pericolo di invasione e alla concorrenza sleale, dimenticando invece quanto rilievo l\u2019immigrazione pu\u00f2 assumere in una societ\u00e0 caratterizzata da un cos\u00ec alto tasso di invecchiamento e bassa natalit\u00e0, il progetto ha inteso offrire una prospettiva nuova a una realt\u00e0 complessa e non priva di criticit\u00e0, senza per\u00f2 sbarrare la strada alle opportunit\u00e0 inedite e positive che tale realt\u00e0 offre\u201d.<\/p>\n Concluso anche il progetto Cic to Cic<\/strong>, \u201cCorsi integrati di cittadinanza – Conoscere l\u2019italiano per comunicare\u201d, con 50 corsi gratuiti di ligua italiana e di educazione civica tenuti da 106 tra insegnanti e operatori. Vi hanno partecipato 1.220 cittadini non comunitari, in gran parte adulti e comunque con pi\u00f9 di 16 anni. \u201cLa lingua – ha osservato Eleonora Bigi – \u00e8 infatti lo snodo fondamentale del processo di integrazione\u201d che, insieme alla conoscenza dei princ\u00ecpi civici, permette a uomini e donne di diverse culture e nazionalit\u00e0 di interagire e socializzare tra loro\u201d.<\/p>\n