{"id":51663,"date":"2018-04-17T16:30:49","date_gmt":"2018-04-17T14:30:49","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=51663"},"modified":"2018-04-13T19:37:28","modified_gmt":"2018-04-13T17:37:28","slug":"servirebbe-un-capitalismo-condiviso-anche-dal-basso","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/servirebbe-un-capitalismo-condiviso-anche-dal-basso\/","title":{"rendered":"Servirebbe un capitalismo condiviso, anche dal basso"},"content":{"rendered":"

di Pierluigi Grasselli<\/strong><\/p>\n

Nel suo recente intervento su La Voce<\/em> (23 marzo) il segretario regionale della Cisl, Ulderico Sbarra, propone un ampio quadro dello stato attuale di economia e societ\u00e0, sottolineando i fattori di squilibrio, sfruttamento, precarizzazione all\u2019opera nel mercato del lavoro, purtroppo anche in Umbria, con pesanti, odiose ricadute sulle condizioni dei lavoratori, in specie i pi\u00f9 fragili, e le loro famiglie. In corrispondenza, segnalo il ruolo positivo che potrebbe essere svolto da politiche attive del lavoro ben impostate ed efficacemente gestite, capaci di assicurare orientamento effettivo, vera formazione, sostegno al reddito, e in generale efficace accompagnamento di chi \u00e8 alla ricerca del lavoro. Si attende di vedere all\u2019opera, quanto prima, la nuova legge regionale sul Sistema integrato per il mercato del lavoro, pur nella consapevolezza delle limitate risorse, finanziarie e umane disponibili.<\/p>\n

Sbarra richiama altres\u00ec l\u2019attenzione sull\u2019esigenza centrale di spingere per un aumento significativo della produttivit\u00e0. Qui tengo a rammentare l\u2019importanza di sviluppare la contrattazione di secondo livello, attraverso cui il sindacato pu\u00f2 dare un contributo di rilievo per un assetto organizzativo di impresa pi\u00f9 efficace e pi\u00f9 sicuro. E anche su questa base si coglie l\u2019esigenza di uno sviluppo sostanziale di fiducia e di pratiche di reciprocit\u00e0 tra parti sociali.<\/p>\n

Allargando il quadro dell\u2019analisi, il segretario Cisl sottolinea l\u2019esigenza di realizzare, al di l\u00e0 di misure settoriali e interventi su variabili specifiche, una revisione sostanziale del modello economico dell\u2019Umbria, orientata a obiettivi di efficienza e di equit\u00e0, in direzione di un \u201cpatto sociale sostenibile e solidale\u201d. Al riguardo, come suggeriscono molti qualificati osservatori (quali Magatti e vari esponenti dell\u2019Economia civile), per contrastare i molteplici impatti negativi, individuali e sociali, dell\u2019attuale capitalismo finanziario e patrimoniale occorre rafforzare la dimensione relazionale e comunitaria di economia e societ\u00e0, riagganciandole, e promuovendo la valorizzazione dei territori, con l\u2019impiego migliore delle sue vocazioni e delle sue risorse, per contribuire all\u2019impegno verso la duplice sostenibilit\u00e0 invocata dalla Laudato si\u2019<\/em>. Un punto, questo, su cui insiste molto, da tempo, la Cisl dell\u2019Umbria, e ripreso con forza da Sbarra nell\u2019intervento in esame.<\/p>\n

In proposito, non dobbiamo dimenticare la vitalit\u00e0 che dimostra una buona parte dell\u2019imprenditoria regionale, anche sul fronte dell\u2019eccellenza: come segnala anche in questi giorni la stampa locale, a dinamiche significative dell\u2019industria dell\u2019aerospazio si affiancano i successi di molte realt\u00e0 sul fronte del tessile e dell\u2019abbigliamento, i risultati fortemente positivi di alcune reti di imprese nel cluster<\/em> nautico, le prestazioni di rilievo di un numero crescente di start-up, in una ampia articolazione di settori e nicchie, dall\u2019agricoltura di precisione all\u2019organizzazione di matrimoni. Per non parlare dei \u201cgermogli di eccellenza\u201d tra le start-up innovative, e della tensione di alcune microimprese umbre verso un artigianato 4.0.<\/p>\n

Torno a segnalare, come gi\u00e0 in un mio recente intervento (La Voce<\/em> dell\u20198 dicembre 2017), il ruolo di una cooperazione che, nel rispetto dei suoi princ\u00ecpi, attiva iniziative innovative (ricordate nel recente studio di Bernardoni e Picciotti), con ricadute positive sul territorio, contribuendo anche a costituire quella pluralit\u00e0 operante di forme d\u2019impresa che \u00e8 auspicata dalla Caritas in Veritate. In generale, vanno seguite con attenzione, incoraggiate e sostenute le molteplici iniziative (quali quelle che si propongono annualmente all\u2019evento di Bastia \u201cFa\u2019 la cosa giusta\u201d) che manifestano una vivace dinamica di riattivazione della societ\u00e0 dal basso.<\/p>\n

C\u2019\u00e8 dunque una vitalit\u00e0, e un desiderio di ripresa e di rilancio che viene dal basso, e che richiede un grande impegno congiunto a tutti gli attori della comunit\u00e0 regionale, giustamente auspicato da Sbarra. Un grande impegno congiunto rinnovato e rinnovatore, in particolare sul fronte delle istituzioni e di una loro maggiore inclusivit\u00e0, \u00e8 richiesto per contrastare la drammatica situazione in cui versano settori e aree del sistema produttivo umbro, con gravi conseguenze occupazionali, economiche e sociali.<\/p>\n

Recenti esperienze sembrano mostrare come uno sforzo deciso e ben coordinato sul fronte delle imprese, auspicato anche da Cisl Umbria, possa avviare a soluzione situazioni anche gravi di crisi. Ci\u00f2 mi ricorda la proposta avanzata da studiosi e operatori di porre mano a un \u201ccapitalismo condiviso\u201d, fondato su una stretta cooperazione tra istituzioni pubbliche, imprese private e organizzazioni della societ\u00e0 civile. Alla radice, \u00e8 supposto un profondo mutamento culturale, che ci riguarda tutti, ispirato a condivisione e fraternit\u00e0, verso una diffusa, sistematica, consapevole cooperazione di squadra.<\/p>\n

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