{"id":5161,"date":"2006-05-19T00:00:00","date_gmt":"2006-05-18T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5161"},"modified":"2015-07-27T12:20:41","modified_gmt":"2015-07-27T10:20:41","slug":"come-io-ho-amato-voi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/come-io-ho-amato-voi\/","title":{"rendered":"“Come io ho amato voi”"},"content":{"rendered":"
Continua col lezionario odierno il brano del Vangelo di Giovanni<\/em> che ci ha accompagnato domenica scorsa. Siamo nel contesto dell’ultimo saluto di Ges\u00f9 ai discepoli, nel lungo discorso della cena giovannea. Nel primo versetto del testo troviamo la parola “amore”, che, come sappiamo, \u00e8 uno dei temi propri del quarto Vangelo; qui, infatti, si registra la pi\u00f9 alta frequenza del termine in tutto il Nuovo Testamento: solo il verbo amare ricorre 37 volte, e il sostantivo amore 7 volte. Gi\u00e0 all’inizio del Vangelo – nelle parole dette da Ges\u00f9 a Nicodemo – vediamo scritto che “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perch\u00e9 chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv<\/em> 3,16). La prima volta che si parla di amore, Giovanni parla dell’amore di Dio per gli uomini. Ma subito dopo, l’evangelista aggiunge: “Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa” (3,35).<\/p>\n Un’affermazione simile a questa apre il nostro lezionario, quando viene detto che quell’amore del Padre verso il Figlio non si ferma a lui, ma viene nuovamente comunicato e sempre ridonato: “Come il Padre ha amato me, cos\u00ec anch’io ho amato voi” (15,9). Ma prima di approfondire, ritorniamo all’idea che Dio ha amato il mondo, che possiamo commentare con le parole di Benedetto XVI dalla sua enciclica Deus caritas est<\/em>. L\u00ec si cerca di spiegare perch\u00e9 – come scritto nel quarto Vangelo – Dio ama il mondo. La risposta \u00e8: perch\u00e9 l’ha fatto lui. “Egli stesso \u00e8 l’autore dell’intera realt\u00e0; essa proviene dalla potenza della sua Parola creatrice. Ci\u00f2 significa che questa sua creatura gli \u00e8 cara, perch\u00e9 appunto da Lui stesso \u00e8 stata voluta, da Lui fatta”.<\/p>\n Quindi Dio ama il mondo, e in esso l’uomo, come una madre ama il figlio che ha generato, portato in grembo, nutrito e partorito. Per questa ragione l’uomo pu\u00f2 sentire su di s\u00e9 un vero amore personale, particolare, da parte del suo Signore. Ancora Benedetto XVI: “L’uomo, vivendo nella fedelt\u00e0 all’unico Dio, sperimenta se stesso come colui che \u00e8 amato da Dio e scopre la gioia nella verit\u00e0, nella giustizia, la gioia in Dio che diventa la sua essenziale felicit\u00e0: ‘Chi altri avr\u00f2 per me in cielo? Fuori di te nulla bramo sulla terra… Il mio bene \u00e8 stare vicino a Dio'”. Ecco allora cosa viene richiesto ai credenti: di rimanere nell’amore ricevuto dal Padre e dal Figlio. Per far questo, anche i discepoli devono amare. \u00c8 quella che \u00e8 stata chiamata la “catena d’amore”, interamente giovannea: “L’amore pu\u00f2 sussistere solo se produce altro amore. Il Padre ama Ges\u00f9; Ges\u00f9 ama i discepoli; essi devono amarsi l’un l’altro” (R. Brown).<\/p>\n Qualcosa di simile troviamo anche nel Vangelo di Matteo<\/em>, quando questi scrive “Amate i vostri nemici perch\u00e9 siate figli del Padre vostro celeste” (Mt<\/em> 5,44-45), e dove appunto si mostra il legame stretto tra l’amore per gli altri e l’amore ricevuto dal Padre. “Amare” significa per\u00f2 molte cose: in quale senso avr\u00e0 usato Ges\u00f9 questa parola, che – come ci ha insegnato Benedetto XVI – pu\u00f2 avere molti significati? Scriveva il papa: “Il termine amore \u00e8 oggi diventato una delle parole pi\u00f9 usate ed anche abusate, alla quale annettiamo accezioni del tutto differenti. [Oltre all’amore tra uomo e donna, infatti] si parla di amor di patria, di amore per la professione, di amore tra amici, di amore per il lavoro, di amore tra genitori e figli, tra fratelli e familiari, dell’amore per il prossimo e dell’amore per Dio”.<\/p>\n Nel brano di Giovanni, pare che l’insistenza venga posta sulla modalit\u00e0 dell’amore, un amore “totale”, l’amore che diventa quello tipicamente cristiano, ovvero quello indicato dall’espressione “come io vi ho amati” (15,12). Qui \u00e8 la differenza, spiegata ulteriormente da Ges\u00f9: “Nessuno ha un amore pi\u00f9 grande di questo: dare la vita per i propri amici” (v. 13). Ecco cosa intende il Cristo quando parla di amore: un amore che non si risparmia, ed \u00e8 disposto a dare tutto, anche la vita. Se non \u00e8 fino in fondo, l’amore cristiano – al pari di ogni sentimento umano – diventa pura retorica, buon proposito, teoria e anche noi credenti rischiamo a volte di svuotare di senso la parola, se non le conferiamo quello usato da Ges\u00f9 col dare la sua vita.<\/p>\n Ecco allora che anche la gioia, non quella passeggera, effimera, sguaiata o falsa, pu\u00f2 venire solo da un amore vero, che non si risparmia. Un’ultima considerazione. Ges\u00f9 dice che ha dato la vita non per estranei, ma per i suoi amici. Questo tema era molto caro all’antichit\u00e0 pagana, tanto che anche Aristotele, vissuto tre secoli prima di Ges\u00f9, aveva scritto che “di un uomo nobile si pu\u00f2 dire che compie ogni cosa per il bene dei suoi amici: e, se necessario, dona la sua vita per essi” (Eth. Nic<\/em>. 9.8). Ges\u00f9 ha davvero messo in pratica quella laica profezia, e l’ha fatto lasciandoci un esempio e un comando. Da questo, dice Ges\u00f9, ci riconosceranno come cristiani.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Continua col lezionario odierno il brano del Vangelo di Giovanni che ci ha accompagnato domenica scorsa. Siamo nel contesto dell’ultimo saluto di Ges\u00f9 ai discepoli, nel lungo discorso della cena giovannea. 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