{"id":51516,"date":"2018-03-25T11:33:17","date_gmt":"2018-03-25T09:33:17","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=51516"},"modified":"2018-03-22T17:37:35","modified_gmt":"2018-03-22T15:37:35","slug":"la-settimana-santa-divenire-contemporanei-del-signore","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-settimana-santa-divenire-contemporanei-del-signore\/","title":{"rendered":"La Settimana Santa per divenire contemporanei del Signore"},"content":{"rendered":"
C\u2019\u00e8 un momento fondamentale nella storia dell\u2019umanit\u00e0 in cui tutto \u00e8 cambiato: quel mattino in cui un uomo \u00e8 uscito vivo dal sepolcro! Da quell\u2019istante la morte non \u00e8 pi\u00f9 stata la parola definitiva sul destino umano, ma l\u2019inizio di una nuova esistenza, di una nuova vita, quella vera, inaugurata dall\u2019umile figlio del falegname di Nazareth: Ges\u00f9!<\/p>\n
Questo momento cruciale \u00e8 avvenuto tanti anni fa, intorno all\u2019anno 30 dell\u2019era cristiana, per Ges\u00f9. I suoi discepoli hanno interpretato tale evento come il punto di arrivo della storia che lo ha preceduto e il punto di partenza di ci\u00f2 che seguir\u00e0 e hanno cominciato a delineare, attraverso racconti scritti, le tappe significative della sua vita, dall\u2019incarnazione all\u2019invio dello Spirito Santo.<\/p>\n
Un evento chiamato Pasqua<\/strong> I cristiani, da duemila anni, continuano a celebrare questo evento, ovvero il \u201cmistero pasquale\u201d, nel primo giorno della settimana, chiamato proprio per questa ragione dies Domini<\/em>, \u201cgiorno del Signore\u201d, cio\u00e8 del Risorto, con una cadenza ritmica, con una frequenza settimanale, determinata dal susseguirsi delle apparizioni, avvenute \u201cotto giorni dopo\u201d.<\/p>\n La settimana chiamata Santa<\/strong> Significativa ed eloquente \u00e8 la riflessione del beato Paolo VI, nella catechesi del mercoled\u00ec 6 aprile 1966, quando afferma: \u201cSe v\u2019\u00e8 liturgia, che dovrebbe trovarci tutti compresi, attenti, solleciti e uniti per una partecipazione quanto mai degna, pia e amorosa, questa \u00e8 quella della grande settimana. Per una ragione chiara e profonda: il mistero pasquale, che trova nella Settimana santa la sua pi\u00f9 alta e commossa celebrazione, non \u00e8 semplicemente un momento dell\u2019anno liturgico; esso \u00e8 la sorgente di tutte le altre celebrazioni dell\u2019anno liturgico stesso, perch\u00e9 tutte si riferiscono al mistero della nostra redenzione, cio\u00e8 al mistero pasquale\u201d.<\/p>\n Se il centro della fede cristiana \u00e8 l\u2019evento della passione, morte e risurrezione del Cristo, il fulcro dell\u2019anno liturgico della Chiesa non pu\u00f2 non essere il mistero di Cristo, celebrato nella grande Settimana Santa. Da esso derivano e ad esso convergono tutte le altre celebrazioni lungo il corso dell\u2019anno, cos\u00ec come da esso promana la forza santificante e santificatrice di tutti i sacramenti e dei sacramentali.<\/p>\n Nuova luce sull\u2019uomo<\/strong> Non sono avvenimenti consegnati agli archivi della storia quelli che la Chiesa ci fa celebrare ogni anno nella Settimana santa, n\u00e9 va considerato come un personaggio storico, sia pur straordinario, l\u2019uomo di cui essi parlano. Non sono avvenimenti da ammirare, ma eventi da imitare e nei quali essere coinvolti, e Ges\u00f9 non \u00e8 un eroe da esaltare ma un \u201cvivente\u201d e \u201ccontemporaneo\u201d da seguire.<\/p>\n Celebrare, dunque, ogni anno i riti della Settimana santa non significa ammirare a distanza i gesti e le parole di Ges\u00f9, ma essere coinvolti nella sua vicenda paradossale, nella consapevolezza che essa ha ancora da dire qualcosa all\u2019uomo di oggi, affetto da \u201cretrotopia\u201d.<\/p>\n La passione, morte e risurrezione di Cristo \u00e8 ancora oggi evento \u201csalvifico\u201d per coloro che ad essa aderiscono con la propria esistenza, perch\u00e9 – come ricorda san Leone Magno – \u201cquel giorno non \u00e8 passato in modo che sia passata anche la forza intima dell\u2019opera che fu allora compiuta dal Signore\u201d.<\/p>\n Fare la Pasqua – amava affermare don Primo Mazzolari, indicato da Papa Francesco come profeta e testimone di una fede esemplare – \u00e8 come fare la primavera: \u201cNon si assiste allo spettacolo della primavera o, se mi pare di assistere alla meraviglia di essa, m\u2019accorgo che sono anch\u2019io nella primavera, che io stesso sono la primavera e che la rinascita della natura \u00e8 un poco la mia stessa rinascita e che il mio comprendere e godere la primavera \u00e8 regolato dalla mia partecipazione\u201d.<\/p>\n Non \u00e8 nostalgia<\/strong> Celebrare il memoriale della Pasqua del Signore, dunque, significa divenire contemporanei del Signore. Vivere i giorni santi significa essere contagiati da quell\u2019\u201cescatopia\u201d salvifica che il Risorto continua ad elargire alla sua Chiesa.<\/p>\n Cristo, contemporaneo a noi<\/strong> Per meglio vivere i riti della Settimana santa, non basta, dunque, essere \u201cammiratori\u201d di una storia, ma \u00e8 necessario diventare \u201cimitatori\u201d di un evento, quello salvifico, che ha in Cristo, morto e risorto, il suo nucleo vitale.<\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" C\u2019\u00e8 un momento fondamentale nella storia dell\u2019umanit\u00e0 in cui tutto \u00e8 cambiato: quel mattino in cui un uomo \u00e8 uscito vivo dal sepolcro! 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\nTale evento, chiamato \u201cpasqua\u201d, che fonda il cristianesimo e la sua visione dell\u2019uomo e del cosmo, \u00e8 il passaggio di Cristo, attraverso la sua passione, per giungere alla risurrezione e alla glorificazione.<\/p>\n
\nDa questo nucleo germinale e germinante della domenica come \u201cpiccola pasqua della settimana\u201d e festa primordiale, ben presto i cristiani hanno cominciato a celebrare il mistero pasquale in modo pi\u00f9 solenne in quella \u201cgrande domenica dell\u2019anno\u201d chiamata \u201cPasqua\u201d per antonomasia. Una festa alla quale ci si prepara con un itinerario di quaranta giorni, che culmina nella \u201cgrande settimana\u201d dell\u2019anno liturgico, in cui la Chiesa segue, passo dopo passo, nelle sue celebrazioni, gli ultimi eventi della vicenda terrena di Ges\u00f9. Nella tradizione ecclesiale, questa settimana \u00e8 chiamata \u201csanta\u201d, per i grandi avvenimenti che in essa si celebrano: il solenne ingresso di Ges\u00f9 a Gerusalemme, la passione, la morte, la sepoltura, la risurrezione del Signore. Sono gli avvenimenti che hanno segnato per sempre la storia dell\u2019umanit\u00e0 e costituiscono l\u2019oggetto e il fondamento della fede e della vita dei cristiani.<\/p>\n
\nLa liturgia della Settimana santa getta una luce nuova sull\u2019uo- mo, sulla sua storia, sul suo destino, sulla sua vocazione ad essere in Cristo una nuova creatura.<\/p>\n
\nLa Chiesa, celebrando i divini misteri, non vive la nostalgia del passato storico di Ges\u00f9, ma confessa la sua fede nella presenza attuale del Signore crocifisso e risorto e si proietta nella speranza verso il compimento definitivo alla fine dei tempi.<\/p>\n
\nLa contemporaneit\u00e0 \u00e8 la condizione essenziale perch\u00e9 ciascuno possa diventare davvero discepolo del Signore, rispondendo al suo invito a prendere ogni giorno la propria croce e a seguirlo sulla via verso Gerusalemme.<\/p>\n