{"id":51329,"date":"2018-03-06T10:00:21","date_gmt":"2018-03-06T08:00:21","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=51329"},"modified":"2018-03-01T19:00:09","modified_gmt":"2018-03-01T17:00:09","slug":"no-alleucaristia-self-service","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/no-alleucaristia-self-service\/","title":{"rendered":"No all\u2019eucaristia \u201cself-service\u201d!"},"content":{"rendered":"
Caro don Verzini, mi \u00e8 capitato di vedere a una messa che alcuni fedeli si accostavano alla Comunione prendendola da soli. Dopo quell\u2019occasione, in realt\u00e0, non l\u2019ho pi\u00f9 rivisto. Volevo quindi chiederle se \u00e8 possibile per noi fedeli laici accostarci, nella messa, all\u2019eucarestia da soli, senza che ci venga data dal sacerdote?<\/em><\/p>\n C. G.<\/em><\/p>\n Gentile lettore, l\u2019 Ordinamento generale del Messale romano<\/em> ci d\u00e0 un\u2019indicazione puntuale su questo al n. 160: \u201cNon \u00e8 permesso ai fedeli prendere da se stessi il pane consacrato o il sacro calice, tanto meno passarselo di mano in mano\u201d. Come il documento appena citato, anche l\u2019istituzione Redemptionis sacramentum<\/em>, riprendendo l\u2019 Ordinamento<\/em>, ribadisce il divieto esplicito, aggiungendo inoltre che \u201cva rimosso l\u2019abuso che gli sposi durante la messa nuziale si distribuiscano in modo reciproco la santa Comunione\u201d (n. 94). Quest\u2019ultimo abuso, mi permetto di citarlo, dato che \u00e8 una cosa vista da me personalmente.<\/p>\n Ora, si tratta di capire come mai venga vietata questa prassi, quali possano essere le motivazione sottese. Nei racconti di istituzione dell\u2019eucarestia riportati dai Vangeli sinottici e dalla Prima lettera di Paolo ai fedeli di Corinto, i gesti e le parole che Ges\u00f9 fa e pronuncia sul pane lasciano intendere che colui che d\u00e0 il pane sia Ges\u00f9 stesso: \u201cE, mentre mangiavano, [Ges\u00f9] prese il pane e recit\u00f2 la preghiera di benedizione, lo spezz\u00f2 e lo diede loro, dicendo: Prendete, questo \u00e8 il mio corpo\u201d ( Mc 14,22).<\/p>\n Le parole e le azioni lasciano trasparire come non erano i discepoli, e quindi non siamo noi, ad appropriarci del corpo del Signore, ma \u00e8 lui che si dona liberamente e noi lo riceviamo. Anche i due verbi \u2018dare\u2019 e \u2018prendere\u2019, utilizzati uno dopo l\u2019altro, lasciano intendere quanto detto. Tommaso d\u2019Aquino ci viene in soccorso dedicando alla domanda \u201cSe la distribuzione di questo sacramento spetti solo al sacerdote\u201d, l\u2019articolo 3 della questione 82, contenuto nella terza parte della Summa theologica<\/em>, adducendo alcune motivazioni sulla competenza del solo sacerdote a distribuire l\u2019eucarestia.<\/p>\n Il teologo medievale anzitutto ricorda che il presbitero, consacrando \u201cin persona di Cristo\u201d, come consacra da s\u00e9 il pane, cos\u00ec lo dispensa ai fedeli, perch\u00e9 Cristo consacr\u00f2 il pane e lo diede ai suoi discepoli. Inoltre, poich\u00e9 il ministro ordinato \u00e8 costituito come intermediario tra Dio e il popolo, come presenta a Dio le offerte del popolo stesso, cos\u00ec presenta al popolo i doni che Dio gli d\u00e0.<\/p>\n Tentando di concludere: il gesto di attendere che sia il ministro ordinato a darci la Comunione non solo \u00e8 una prassi antichissima che abbiamo cercato di motivare, ma sottolinea il fatto che Colui che riceviamo \u00e8 un dono gratuito: ci viene elargito, non ci appartiene, ma lo posso ricevere perch\u00e9 Colui che in quel pane \u00e8 significato ha stabilito di donarsi all\u2019uomo attraverso l\u2019eucarestia.<\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Caro don Verzini, mi \u00e8 capitato di vedere a una messa che alcuni fedeli si accostavano alla Comunione prendendola da soli. Dopo quell\u2019occasione, in realt\u00e0, non l\u2019ho pi\u00f9 rivisto. 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