Cosa ci attendiamo dal Natale e cosa festeggiamo in quel giorno? La frenesia con cui viviamo le settimane che precedono la festa pi\u00f9 popolare nel nostro Paese, per credenti e non credenti, ci parla di regali e di sprazzi di bont\u00e0 in una vita minacciata dalla rivalit\u00e0 quotidiana; evoca intimit\u00e0 familiari in una societ\u00e0 che sembra averne smarrito la centralit\u00e0; promette riposo e svago, ma li orienta verso una successiva migliore efficienza lavorativa. Eppure, proprio le mutate abitudini sociali dovrebbero ricondurre i cristiani all\u2019essenziale della loro fede e a rendersi conto che la qualit\u00e0 del loro Natale dipende da come avranno alimentato la loro attesa del Signore che viene. Avremo un Natale cristiano se saremo stati capaci di vivere un Avvento cristiano, perch\u00e9 la dimensione di fede della celebrazione della nascita di Ges\u00f9 Cristo a Betlemme dipende da chi abbiamo atteso per lunghe settimane, da quale desiderio abitava le nostre preghiere e le nostre azioni, da quale venuta ci siamo preparati ad accogliere.<\/p>\n
Guardiamo<\/strong> quali attese ci narrano i Vangeli, che raccontano la nascita di un bambino della casata di David. Maria e Giuseppe vivono un\u2019attesa umilmente e tenacemente legata a una promessa lontana e vicina, che si estende dalla radice di Iesse alla vergine di Nazareth, attesa di un popolo intero che si fa obbedienza dei poveri alle parole dei messaggeri di Dio, sollecitudine nel custodire in cuore l\u2019inaudito che ha fatto irruzione nelle loro vite. Pellegrini della speranza, salgono a Betlemme in risposta docile a un comando dell\u2019imperatore e l\u00ec, in una mangiatoia, la presenza di Dio pone la propria tenda in una carne umana. I pastori nella notte attendono trepidi l\u2019alba di un nuovo giorno perch\u00e9 la notte porta solo freddo e pericoli per le loro greggi e toglie loro il sonno. E in quel buio che li emargina, odono l\u2019invito degli angeli ad andare a vedere una luce preparata per loro, ascoltano parole che rendono gloria a Dio e annunciano pace e salvezza a tutti, cominciando dagli ultimi, primi destinatari della buona notizia. A Gerusalemme intanto il re Erode non attende nulla, pretende: per avere quello che vuole, infatti, gli basta comandare. Eppure l\u00ec, al cuore della citt\u00e0 \u201cvisione di pace\u201d, al sicuro tra le mura del suo palazzo, teme un\u00a0neonato capace di spodestarlo, un principe della pace di cui ignora l\u2019esistenza ma intuisce la potenza dirompente.<\/p>\n A lui<\/strong> si rivolgono i Magi, dopo aver percorso le strade che uniscono Oriente e Occidente, chiedendo una conferma alla loro ricerca: scrutare il cielo non \u00e8 fatica fine a se stessa, ma vigilanza che \u201cdisperde i potenti nei pensieri del loro cuore\u201d, intuisce l\u2019Invisibile, riorienta il cammino e consente di riconoscere in un bambino accanto a sua madre \u201cl\u2019atteso delle genti\u201d.<\/p>\n Al Tempio, Anna e Simeone attendono solo di abbandonarsi tra le braccia di quel Signore che hanno servito per tutta la vita, e scoprono che prima di quel \u201clasciarsi andare\u201d fiducioso ricevono ancora il dono di essere loro a prendere tra le braccia la \u201cluce per la rivelazione alle genti\u201d e la gloria di Israele. Prima di loro, in quello stesso tempio, Zaccaria aveva atteso muto e frastornato che una voce prendesse corpo nel grembo sterile di Elisabetta, sua moglie, e divenisse profeta dell\u2019Altissimo, precursore della bont\u00e0 misericordiosa di Dio.<\/p>\n S\u00ec, tante<\/strong> e diverse possono essere le attese, e la loro natura e qualit\u00e0 determina l\u2019accoglienza che riserviamo al Messia veniente e la benedizione che ne riceviamo. Ogni anno, allora, il tempo dell\u2019Avvento ci interpella sulla nostra vigilante attesa, e ogni anno il Natale ci sorprende con l\u2019ineffabile misericordia del Signore. Cos\u00ec, se avremo saputo nutrire di Cristo la nostra attesa, riceveremo in dono la comprensione del Natale come affermazione umile e risoluta del Dio che si \u00e8 fatto uomo perch\u00e9 ha tanto amato il mondo. Questo render\u00e0 i cristiani capaci di narrare con il linguaggio della nostra cultura in continuo mutamento la perenne \u201cbuona notizia\u201d che riguarda tutta l\u2019umanit\u00e0: la nascita di Ges\u00f9 \u00e8 abbraccio tra giustizia e verit\u00e0, \u00e8 incontro fecondo tra cielo e terra, \u00e8 speranza e promessa di pace e di vita piena.<\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Cosa ci attendiamo dal Natale e cosa festeggiamo in quel giorno? 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