{"id":50805,"date":"2017-12-09T13:13:46","date_gmt":"2017-12-09T11:13:46","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=50805"},"modified":"2017-12-07T16:33:41","modified_gmt":"2017-12-07T14:33:41","slug":"le-fake-news-messaggio-del-papa-la-giornata-delle-comunicazioni-sociali","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/le-fake-news-messaggio-del-papa-la-giornata-delle-comunicazioni-sociali\/","title":{"rendered":"Contro le fake news. Messaggio del Papa per la Giornata delle comunicazioni sociali"},"content":{"rendered":"
Di\u00a0Adriano Fabris<\/strong><\/p>\n In quest\u2019ultimo scorcio di legislatura sembra che tutti i problemi che in precedenza non sono stati affrontati tornino alla ribalta dell\u2019agenda politica. \u00c8 il caso, ad esempio, della regolamentazione del Web e della necessit\u00e0 di fare i conti con il proliferare in esso di informazioni false o fuorvianti: le cosiddette fake news<\/em> o \u201cbufale\u201d. Certo: non \u00e8 un caso che di fake news<\/em> si parli con l\u2019approssimarsi della campagna elettorale. Sempre pi\u00f9 chiaramente si sta delineando l\u2019influenza che, in recenti competizioni democratiche, le notizie false hanno avuto sulle decisioni degli elettori. Ma quella a cui assistiamo non \u00e8, forse, una preoccupazione che vuole entrare nel merito delle questioni. Pi\u00f9 probabilmente si tratta di un\u2019occasione in pi\u00f9 per delegittimare l\u2019avversario politico.<\/p>\n Noi cattolici per\u00f2 ci teniamo lontani da queste forme di strumentalizzazione. Noi vogliamo anzitutto capire come funzionano certi meccanismi. E lo vogliamo fare perch\u00e9 a noi, ancora e sempre, sta a cuore la verit\u00e0. In altre parole: perch\u00e9 non abbiamo rinunciato a ritenere che dire la verit\u00e0 sia possibile e all\u2019impegno che ci spinge a testimoniarla. Proprio a questo ci esorta il Papa nel suo messaggio per la 58a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che ha appunto come titolo: \u201cLa verit\u00e0 vi far\u00e0 liberi\u201d (Gv 8,32). Notizie false e giornalismo per la pace<\/em>.<\/p>\n Oggi tuttavia dire la verit\u00e0 \u00e8 pi\u00f9 complicato che nel passato. Infatti il nostro potere comunicativo \u00e8 accresciuto grazie all\u2019uso, per esempio, dei social network<\/em>.<\/p>\n Viviamo dunque in un\u2019epoca in cui l\u2019overdose d\u2019informazioni, la difficolt\u00e0 della loro verifica, la rapidit\u00e0 del diffondersi delle notizie, favoriscono il proliferare delle false notizie. Ma ci\u00f2 non significa che chiunque assecondi questi processi sia sgravato dalle sue responsabilit\u00e0. Al contrario. Se non fa uso del buon senso, se crede a tutto ci\u00f2 che gli viene proposto, se si limita semplicemente a rilanciare una notizia, magari solo per motivi ideologici, allora diviene corresponsabile di questa situazione. Questo per\u00f2 non significa diffidare di tutto e di tutti. Sarebbe un rimedio peggiore del male. Sarebbe la morte di ogni nostra relazione, che si basa appunto su un\u2019apertura di fiducia. Bisogna invece recuperare l\u2019iniziativa, riprendere e rivendicare la nostra capacit\u00e0 di comunicare bene.<\/p>\n Dire la verit\u00e0, infatti, \u00e8 possibile anche nell\u2019epoca delle fake news<\/em>. Ma ad alcune condizioni. Non bisogna anzitutto confondere verit\u00e0 e opinione. Tutti abbiamo delle opinioni, e siamo legittimamente autorizzati a esprimerle, ma solo alcuni hanno le competenze per fare un discorso che sia davvero valido e condivisibile. Non \u00e8 la stessa cosa la mia opinione su una malattia o su una cura, basata magari su qualche ricerca in Internet, rispetto a ci\u00f2 che ne pu\u00f2 dire un medico. Bisogna poi conoscere i meccanismi delle piattaforme usate per rilanciare e diffondere notizie online. I social network<\/em>, ad esempio, da una parte diffondono opinioni fra loro polarizzate, favoriscono la contrapposizione piuttosto che la mediazione. Dall\u2019altra parte hanno la capacit\u00e0 di aggregare solo chi la pensa allo stesso modo, scoraggiando un reale confronto fra posizioni diverse. Nel primo caso i social<\/em> esaltano l\u2019espressione di un risentimento diffuso nei modi di una protesta anche violenta. Nel secondo caso fanno da filtro, ci chiudono all\u2019interno di una bolla in cui tutti la pensano come noi.<\/p>\n Di fronte a tutto questo, e a molto altro di cui potremmo parlare, mettere nuove regole, come stanno pensando di fare alcune forze politiche, non serve a molto. Anche perch\u00e9 sarebbe davvero difficile punire i trasgressori. Meglio \u00e8 educare a capire il problema e motivare a un buon uso delle forme espressive che quotidianamente usiamo. Ci\u00f2 vale soprattutto per i nostri ragazzi: i pi\u00f9 esposti alle distorsioni della comunicazione e i pi\u00f9 influenzabili da esse.<\/p>\n