{"id":5046,"date":"2006-03-17T00:00:00","date_gmt":"2006-03-17T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5046"},"modified":"2006-03-17T00:00:00","modified_gmt":"2006-03-17T00:00:00","slug":"come-francesco-ripariamo-la-chiesa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/come-francesco-ripariamo-la-chiesa\/","title":{"rendered":"‘Come Francesco, ripariamo la Chiesa’"},"content":{"rendered":"

Un mese fa, l’11 febbraio, mons. Domenico Sorrentino faceva ingresso in diocesi. In queste settimane ha iniziato a prendere conoscenza della Chiesa che gli \u00e8 stata affidata dal Papa e ora si rivolge ai fedeli di questa comunit\u00e0 con la sua prima lettera pastorale dal titolo Francesco, va’, ripara la mia casa. L’ha consegnata personalmente ai suoi preti gioved\u00ec in occasione del ritiro del clero. Mons. Sorrentino, come le \u00e8 nata l’ispirazione per la lettera pastorale? ‘L’ispirazione \u00e8 venuta da una ricorrenza che mi \u00e8 parsa subito provvidenziale, e in qualche modo, ‘programmatica’ per il mio ministero assisano. Mi riferisco all’ottavo centenario delle parole del Crocifisso di San Damiano a san Francesco. Sono parole che possono dire qualcosa a ciascuno di noi. Nella lettera pastorale ho cercato appunto di spiegare come la casa che ognuno di noi deve riparare \u00e8 innanzitutto la sua stessa vita. Siamo chiamati ad essere ‘tempio di Dio’. Sulla base della nostra conversione personale, dobbiamo dare, come Francesco, il nostro contributo per la costruzione della ‘casa di Dio’ nella Chiesa e nel mondo. Di qui il nostro impegno per la comunione ecclesiale e il nostro slancio missionario per l’edificazione del regno di Dio nella storia’. Prevede che la lettera dovr\u00e0 avere anche una incidenza sull’attivit\u00e0 pastorale? E in che modo? ‘Questa lettera non \u00e8 un piano pastorale, ma ne getta le premesse. Ho suggerito che la riflessione sui tre grandi aspetti in essa sviluppati sia scandita nell’arco di un triennio. In ciascuno degli anni pastorali, sia nelle parrocchie, sia attraverso gli organismi partecipativi di livello diocesano, si rifletter\u00e0 in modo speciale su un tema, individuandone implicazioni e prospettive pastorali. Quest’anno, dunque, approfondiremo il tema della contemplazione. L’anno venturo quello della comunione. Infine metteremo a fuoco la sfida della missionariet\u00e0. Credo ci sia molto da riflettere e da realizzare. La pastorale assisana ha gi\u00e0 una bella tradizione per la quale rendo lode a Dio, e dico grazie a quanti hanno lavorato fin qui, in modo particolare al mio predecessore mons. Sergio Goretti. Ma si pu\u00f2 fare ancora di pi\u00f9, e mi auguro di trovare grande rispondenza. I primi riscontri sono incoraggianti. La grazia di Dio non ci mancher\u00e0’. A distanza di appena un mese dal suo ingresso in diocesi, quali incontri ha potuto fare e quali le prime impressioni che ne ha ricavato? ‘Ho incontrato un gran numero di persone. L’ingresso dell’11 febbraio nella cattedrale di San Rufino mi ha dato la sensazione di una comunit\u00e0 accogliente, pronta a mettersi in sintonia col nuovo pastore. Belli sono stati anche gli incontri con le realt\u00e0 francescane delle due basiliche. I frati sono stati con me di un grande calore, e mi hanno assicurato tutta la loro collaborazione. Significativi gli incontri con le comunit\u00e0 di Nocera Umbra e di Gualdo Tadino. Erano precedentemente diocesi distinte e portano il segno di una ricca storia. \u00c8 stato utile per me toccare con mano che, anche se la diocesi ha in Assisi il suo grande ‘carisma’, non si riduce ad Assisi. Al di l\u00e0 di questi momenti pubblici, si stanno susseguendo a ritmo serrato i miei incontri personali con i sacerdoti e altre persone. Ho incontrato anche diverse comunit\u00e0 religiose e monastiche. Ogni incontro \u00e8 un arricchimento. Di grande incoraggiamento \u00e8 stato l’incontro con i vescovi umbri, con i quali ho cominciato a condividere la sollecitudine comune per le nostre Chiese’. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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