{"id":50393,"date":"2017-11-01T09:00:25","date_gmt":"2017-11-01T07:00:25","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=50393"},"modified":"2017-10-31T22:41:40","modified_gmt":"2017-10-31T20:41:40","slug":"lavoro-dalla-settimana-sociale-indicazioni-metodo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/lavoro-dalla-settimana-sociale-indicazioni-metodo\/","title":{"rendered":"Lavoro: dalla Settimana sociale indicazioni di metodo"},"content":{"rendered":"
Un singolare metodo in quattro movimenti ha contraddistinto il percorso di preparazione e lo svolgimento della 48\u00b0 Settimana Sociale dei Cattolici Italiani che si \u00e8 tenuta a Cagliari dal 26 al 19 ottobre. Vera e propria novit\u00e0 nel pi\u00f9 che centenario cammino di questi appuntamenti ecclesiali, \u00e8 stato accolto con molto interesse e indicato dai partecipanti come scelta strategica per la continuazione della riflessione e dell\u2019impegno.<\/p>\n
Non ci si pu\u00f2 accontentare, infatti, di delineare il profilo di un \u201clavoro degno\u201d e di chiedere alle istituzioni che venga tutelato e promosso: \u00e8 necessario invece perseguirlo a tutti i livelli, destinando ad esso le migliori risorse della societ\u00e0 civile della comunit\u00e0 cristiana. Il che, appunto, richiede un metodo. Con un\u2019avvertenza: non dimenticarsi mai che si sta parlando di persone, di volti. Perch\u00e9 a volte trattare di lavoro significa aver dinanzi delle statistiche, che con la freddezza dei numeri pretendono di descrivere la realt\u00e0. Questo non basta a delineare tutto lo spessore della questione, che interessa la vita di persone concrete: i loro sogni, i loro affetti, le loro qualit\u00e0 e i loro limiti; in altre parole, la loro dignit\u00e0.<\/p>\n
Il metodo di Cagliari, pertanto, ha fatto propria la scelta di mettere al centro di ogni passaggio delle persone concrete, e ha indicato questa come la strada maestra per una Chiesa che desideri interessarsi seriamente del tema del lavoro.<\/p>\n
Denuncia<\/strong> Ascolto<\/strong> Esperienze<\/strong> Proposte<\/strong> Quattro movimenti che non vogliono terminare con la fine della Settimana Sociale, ma intendono ispirare l\u2019azione della Chiesa nel dopo-Cagliari. I delegati delle cinque diocesi umbre presenti (Assisi, Foligno, Gubbio, Orvieto e Perugia) sono tornati non solo l\u2019entusiasmo derivante dall\u2019aver vissuto un\u2019intensa esperienza ecclesiale, ma con la convinzione che sia possibile e doveroso fare di pi\u00f9 per promuovere un \u201clavoro degno\u201d nella nostra Regione.<\/p>\n
\nIl primo passo del metodo \u00e8 la denuncia, che presuppone la non-assuefazione alle ingiustizie e alle contraddizioni della situazione che si ha dinanzi. Ne sono state sottolineate molte, soprattutto dai delegati del sud. Una mostra, \u201cIl lavoro che non vogliamo\u201d ne ha evidenziate alcune \u2013 macroscopiche \u2013 con vivezza, sempre legandole a storie di persone concrete. Il precariato, lo \u201cscarto\u201d dei giovani, il caporalato\u2026 sono solo alcuni tra i fenomeni negativi che tolgono dignit\u00e0 alle persone che lavorano o vorrebbero farlo. La testimonianza del marito della bracciante agricola Paola Clemente, morta sul lavoro, \u00e8 stato uno dei momenti pi\u00f9 toccanti della Settimana.<\/p>\n
\nIl secondo passo \u00e8 contrassegnato dall\u2019ascolto. Innanzitutto della Parola di Dio, che \u00e8 stato proposto a Cagliari da due suggestive meditazioni bibliche. Perch\u00e9 la Scrittura continua a provocarci, rivelandoci il progetto di Dio sulla persona e la societ\u00e0 e il senso dell\u2019attivit\u00e0 dell\u2019uomo e della donna. Una Chiesa sorda alla Parola finisce per\u00a0 essere indifferente anche alle persone, che invece vanno attentamente ascoltate per coglierne aspettative, possibilit\u00e0, timori e speranze. Il \u201clavoro degno\u201d nasce quando l\u2019attivit\u00e0 produttiva o di servizio sa coniugare queste dimensioni con le esigenze dell\u2019economia.<\/p>\n
\nPoi c\u2019\u00e8 lo scouting. In realt\u00e0 questa espressione non \u00e8 stata usata, ma \u00e8 forse il modo pi\u00f9 sintetico per descrivere il passaggio metodologico che ha suscitato il maggiore interesse: per alcuni mesi, infatti, un gruppo di lavoro \u00e8 andato in cerca delle migliori esperienze di \u201clavoro degno\u201d. Il progetto, denominato \u201cCercatori di lavOro\u201d, ha permesso di raccogliere un portafoglio di 400 imprese disseminate su tutto il territorio nazionale. Otto ne sono state presentate in un interessante docufilm \u201cIl lavoro che vogliamo\u201d (disponibile su youtube); alcuni protagonisti hanno parlato in assemblea; altre aziende, infine, sono state incontrate direttamente nel corso di un pomeriggio a ci\u00f2 dedicato. Al di l\u00e0 dell\u2019indubbio valore esemplare, questa carrellata ha fatto capire che un nuovo modo di lavorare \u00e8 possibile; qualcuno, in qualche parte d\u2019Italia, lo sta gi\u00e0 facendo.<\/p>\n
\nL\u2019ultimo passaggio \u00e8 quello delle proposte. E non sono mancate, innanzitutto in direzione delle istituzioni, ben rappresentate a Cagliari: le hanno ascoltate il Presidente del Consiglio, il Ministro del lavoro, il Presidente della Commissione \u201cLavoro e Previdenza Sociale\u201d del Senato e il Presidente del Parlamento europeo. Altre proposte hanno riguardato anche la societ\u00e0 civile e la stessa Chiesa, sottolineando il dovere di \u201cmettere in gioco\u201d i rispettivi patrimoni per promuovere formazione e nuova imprenditorialit\u00e0 giovanile.<\/p>\n