{"id":50250,"date":"2017-10-18T10:00:39","date_gmt":"2017-10-18T08:00:39","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=50250"},"modified":"2017-10-17T21:26:12","modified_gmt":"2017-10-17T19:26:12","slug":"il-tributo-a-cesare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-tributo-a-cesare\/","title":{"rendered":"Il tributo a Cesare"},"content":{"rendered":"
\u201cIo sono il Signore e non c\u2019\u00e8 alcun altro; fuori di me non c\u2019\u00e8 dio\u201d, leggiamo nel libro di Isaia nel capitolo in cui viene presentata la figura di Ciro, un re straniero che \u00e8 stato strumento del Signore per il ritorno in patria degli esiliati. E di sovranit\u00e0 di Dio e di potere politico ci istruisce la Parola di Dio in questa 29a domenica. Dopo aver ascoltato la serie delle \u201cparabole della vigna\u201d, seguono infatti quattro episodi nel Vangelo di Matteo caratterizzati dalla volont\u00e0 degli avversari di Ges\u00f9 di trovare il modo di farlo cadere in trappola, ma in tutti e quattro Ges\u00f9 risulta avere la meglio tanto che, al termine del quarto \u00e8 scritto: \u201cnessuno os\u00f2 pi\u00f9 interrogarlo\u201d. Il primo che ci viene proposto si apre con la notizia che i farisei, che hanno appena concluso di ascoltare le \u201cparabole della vigna\u201d, decidono di andarsene ma per organizzare un complotto e (letteralmente) \u201ctendere un laccio\u201d a Ges\u00f9 \u201cnei suoi discorsi\u201d. Escogitano dunque di inviarGli il gruppo degli erodiani i quali, dopo una captatio benevolentiae<\/em> (\u201cMaestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio …), gli pongono la domanda: \u201c\u00e8 lecito o no pagare il tributo a Cesare?\u201d. La scelta degli erodiani \u00e8 stata fatta con cognizione di causa. Essi erano \u201cdevoti\u201d di Erode Antipa, certamente pagavano le tasse, ed erano le persone pi\u00f9 indicate per far giungere a Roma le voci ostili a Cesare. I farisei e gli erodiani perseguivano un comune interesse che era quello di possedere un proprio e glorioso re: per i farisei questo sarebbe dovuto essere il Messia, mentre per gli erodiani Erode, ma Erode indipendente dal potere di Roma. Considerando tutto ci\u00f2, la questione del pagamento delle tasse costituiva un acceso e intrigato dibattito soprattutto in conseguenza della rivolta portata avanti nel 6 d. C. da Giuda il Galileo, dopo la quale qualsiasi pretesto di non pagamento delle tasse veniva visto come un\u2019istigazione all\u2019insurrezione. La tassa (census<\/em>) doveva essere obbligatoriamente pagata dai residenti della Giudea, dell\u2019Idumea e della Samaria e consisteva nel versamento di una moneta specifica in cui era riportata l\u2019immagine dell\u2019imperatore. Qualora Ges\u00f9 avesse risposto di non pagare, sarebbe stato esposto all\u2019accusa di ribellione nei riguardi dell\u2019impero; se avesse risposto di \u201cs\u00ec\u201d sarebbe andato incontro alla delusione dei suoi connazionali che lo avrebbero considerato un collaborazionista dei romani. Ges\u00f9 non si lascia affatto intimorire e smaschera subito la farsa facendosi mostrare la moneta e manifestando cos\u00ec l\u2019intenzione pretestuosa degli erodiani poich\u00e9, essendo in possesso della moneta, la loro volont\u00e0 di pagare era gi\u00e0 stabilita e la domanda non era originata da vero interesse, ma da \u201cmalizia\u201d. Inoltre, consideriamo che dietro vi erano i farisei che, teologicamente parlando, non condividevano la politica di occupazione da parte dei romani perch\u00e9 l\u2019unico ad avere la signoria sulla terra d\u2019Israele era il Signore! A questo punto Ges\u00f9 usa la tecnica della contro-domanda e, dirigendo la questione dall\u2019aspetto teologico a quello pratico, mette i suoi interlocutori di fronte all\u2019oggetto in causa: la moneta dell\u2019epoca (coniata da Tiberio, 14-37 d. C.) recava sul dritto il volto dell\u2019imperatore e in secondo piano quello di Livia (imperatrice madre) con l\u2019iscrizione \u201cTiberius Caesar<\/em> …\u201d e sul rovescio la dicitura \u201cPontifex Maximus<\/em>\u201d. Cosicch\u00e9 alla sentenza \u201cDate a Cesare quello che \u00e8 di Cesare e a Dio quello che \u00e8 di Dio\u201d, Ges\u00f9 riconduce il messaggio dal pratico al teologico: a Cesare \u00e8 dovuto ci\u00f2 che nell\u2019immediato \u00e8 specificato, cio\u00e8 il denaro, a Dio \u00e8 dovuto tutto il resto perch\u00e9, nel rispetto della Torah, a Dio si deve l\u2019amore con \u201ctutto il cuore, con tutta l\u2019anima e con tutte le forze\u201d. Non c\u2019\u00e8 nemmeno il pericolo dell\u2019idolatria perch\u00e9, anche se per gli ebrei vige il divieto di fare immagini, tuttavia l\u2019imperatore non \u00e8 Dio! C\u2019\u00e8 piuttosto un sano equilibrio perch\u00e9 a Cesare si devono i tributi necessari per il buon governo amministrativo, a Dio si deve tutto ci\u00f2 che concerne la vita dell\u2019essere umano, anima e corpo. Nell\u2019agire del credente rientra anche l\u2019essere cittadino di questo mondo e non sono due aspetti distinti, il cittadino e il credente, ma un tutt\u2019uno. Il credente abita il mondo appunto da \u201ccredente\u201d, consapevole che deve ben usare e rispettare e migliorare quanto \u00e8 necessario per il suo e altrui fabbisogno tenendo fisso lo sguardo al fine ultimo che \u00e8 la gloria di Dio. L\u2019agire del credente deve allora essere integerrimo alla stessa maniera di come Paolo elogia i Tessalonicesi che vivono praticamente le 3 virt\u00f9 teologali: \u201cl\u2019operosit\u00e0 della fede, la fatica della carit\u00e0 e la fermezza della speranza nel Signore\u201d. Queste indicazioni aiutano il credente a discernere il confine entro il quale collaborare con il potere politico. Ma fin quando il credente deve rispetto e fiducia all\u2019autorit\u00e0 civile? Fin quando quest\u2019ultima si prefigge il bene dell\u2019uomo! A Cesare spetta il denaro perch\u00e9 in esso vi \u00e8 la sua immagine, ma a Dio si deve … l\u2019uomo e l\u2019uomo \u00e8 \u201csacro\u201d perch\u00e9 appartiene solo a Colui di cui \u00e8 \u201cimmagine\u201d (Gen <\/em>1,26)!<\/p>\n PRIMA LETTURA<\/strong> SALMO RESPONSORIALE<\/strong> SECONDA LETTURA<\/strong> Commento al Vangelo della XXIX Domenica del tempo ordinario – Anno A <\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" \u201cIo sono il Signore e non c\u2019\u00e8 alcun altro; fuori di me non c\u2019\u00e8 dio\u201d, leggiamo nel libro di Isaia nel capitolo in cui viene presentata la figura di Ciro, un re straniero che \u00e8 stato strumento del Signore per il ritorno in patria degli esiliati. 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\nDal Libro di Isaia 45,1.4-6<\/p>\n
\nSalmo 95<\/p>\n
\nI Lettera di Paolo ai Tessalonicesi 1,1-5b<\/p>\n
\n<\/strong>Dal Vangelo di Matteo 22,15-21<\/p>\n