{"id":49961,"date":"2017-08-03T12:12:50","date_gmt":"2017-08-03T10:12:50","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=49596"},"modified":"2018-07-27T20:17:48","modified_gmt":"2018-07-27T18:17:48","slug":"alt-ai-pregiudizi-sui-vaccini","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/alt-ai-pregiudizi-sui-vaccini\/","title":{"rendered":"Alt ai pregiudizi sui vaccini"},"content":{"rendered":"
Il difetto di vaccinazione della popolazione implica il grave rischio sanitario di diffusione di pericolose e spesso letali malattie infettive, debellate in passato, proprio grazie all\u2019uso dei vaccini, come ad esempio il morbillo, la rosolia e la varicella\u201d.<\/p>\n
\u00c8 quanto si legge in una nota diffusa il 31 luglio da Pontificia accademia per la vita, Ufficio Cei per la pastorale della salute e Associazione medici cattolici italiani (Amci). La nota risponde con chiarezza a quanti da pi\u00f9 parti in questi ultimi tempi hanno posto il problema prospettando la scelta di non vaccinare i propri figli come \u201cobiezione di coscienza\u201d relativa all\u2019aborto. Una posizione non condivisa dai biologi che conoscono la storia e la tecnica usata per la produzione dei vaccini, ma che stava creando molta confusione tra i fedeli, anche perch\u00e9 nel 2005 la Pontificia accademia per la vita aveva pubblicato un documento intitolato Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule provenienti da feti umani abortiti. Documento che, alla luce dei progressi della medicina e delle attuali condizioni di preparazione di alcuni vaccini, potrebbe essere a breve rivisto e aggiornato.<\/p>\n
\u201cLe caratteristiche tecniche – si legge nella Nota – di produzione dei vaccini pi\u00f9 comunemente utilizzati in et\u00e0 infantile ci portano a escludere che vi sia una cooperazione moralmente rilevante tra coloro che oggi utilizzano questi vaccini e la pratica dell\u2019aborto volontario. Quindi riteniamo che si possano applicare tutte le vaccinazioni clinicamente consigliate, con coscienza sicura che il ricorso a tali vaccini non significhi una cooperazione all\u2019aborto volontario\u201d. E ancora: \u201cI vaccini a cui si fa riferimento, fra quelli maggiormente in uso in Italia, sono quelli contro la rosolia, la varicella, la poliomielite e l\u2019epatite A.<\/p>\n
Va considerato che oggi non \u00e8 pi\u00f9 necessario ricavare cellule da nuovi aborti volontari, e che le linee cellulari sulle quali i vaccini in questione sono coltivati derivano unicamente dai due feti abortiti originariamente negli anni Sessanta del Novecento\u201d. Dal punto di vista clinico, inoltre, \u201cva ribadito che il trattamento coi vaccini, pur a fronte di rarissimi effetti collaterali (gli eventi che si verificano pi\u00f9 comunemente sono di lieve entit\u00e0 e dovuti alla risposta immunitaria al vaccino stesso), \u00e8 sicuro ed efficace e che nessuna correlazione sussiste fra somministrazione del vaccino ed insorgenza dell\u2019autismo\u201d. Per i firmatari del documento, \u201cnon meno urgente risulta l\u2019obbligo morale di garantire la copertura vaccinale necessaria per la sicurezza altrui, soprattutto di quei soggetti deboli e vulnerabili come le donne in gravidanza e i soggetti colpiti da immunodeficienza che non possono direttamente vaccinarsi contro queste patologie\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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