“Paolo VI chiamava la Terra Santa il quinto Vangelo. I Luoghi santi sono l\u2019approccio – per noi che \u2018crediamo senza aver visto\u2019 [Gv 20,29] – per arrivare a essere fisicamente vicini a Ges\u00f9. Tutta questa ricerca oggi avviene anche attraverso le \u2018pietre vive\u2019 che sono i cristiani di Terra Santa”. Con queste parole il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, spiega l\u2019importanza della colletta per la Terra Santa che si svolge tradizionalmente nelle chiese di tutto il mondo il Venerd\u00ec santo.<\/p>\n
\u201cLa custodia e il mantenimento dei Luoghi santi sono molto importanti – afferma il prefetto – cos\u00ec come il sostegno alle piccole comunit\u00e0 cristiane locali. Lo facciamo attraverso aiuti alle scuole cattoliche, anche in Israele e Palestina, alle opere educative. Penso all\u2019Universit\u00e0 di Betlemme, dove il 70% degli studenti \u00e8 di fede musulmana e ha lo stesso trattamento di quelli cristiani, ai Seminari dove si formano i futuri sacerdoti, che sono il motore della vita pastorale della Chiesa. Penso all\u2019assistenza sociale, sanitaria e a tutte le altre opere dirette ai cristiani di Terra Santa\u201d. Nella lettera indirizzata ai Vescovi del mondo per promuovere la colletta, Sandri ricorda che \u201cvivere oggi la fede cristiana in Medio Oriente non \u00e8 affatto facile\u201d specie in Paesi come Iraq, Siria ed Egitto, dove \u201cle comunit\u00e0 cristiane hanno fatto esperienza dell\u2019ecumenismo del sangue e dove forte \u00e8 la tentazione di abbandonare la propria terra, se non addirittura la propria fede\u201d.<\/p>\n
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Come tenere viva la speranza della presenza cristiana in questa tormentata regione?<\/strong><\/p>\n \u201cNon credo che dare soldi basti a fermare l\u2019esodo dei cristiani dalla Terra Santa. Noi intendiamo sostenere queste Chiese con la fratellanza e la solidariet\u00e0. Oggi l\u2019interrogativo forte \u00e8: i cristiani resteranno in Medio Oriente? La guerra, le violenze, il terrorismo hanno spinto i cristiani a emigrare. L\u2019opera della Chiesa non si esplica solo attraverso le relazioni diplomatiche che la Santa Sede intrattiene con i vari Paesi ai quali chiede di fare il possibile per la sicurezza e la pace – condizioni primarie per restare – ma anche con la vicinanza spirituale e materiale. Oggi pi\u00f9 che mai siamo vicini alla Siria, ad Aleppo, all\u2019Iraq, a Mosul, piangendo tutte le vittime, e non solo quelle di fede cristiana\u201d.<\/p>\n <\/p>\n La colletta contribuisce anche alla formazione spirituale e umana del clero e dei consacrati. \u00c8 anche questa una risposta ai bisogni delle comunit\u00e0 cristiane del Medio Oriente?<\/strong><\/p>\n \u201cCerto. Noi insistiamo sulla formazione integrale del clero e dei consacrati, dando aiuto anche ai Seminari dei diversi riti presenti in Terra Santa. Come si pu\u00f2 sperare che un sacerdote non lasci questi luoghi, se non ha il cuore e l\u2019anima inchiodati alla croce di Ges\u00f9? L\u2019esodo dei cristiani trova una delle sue cause anche nell\u2019abbandono dei sacerdoti, come accaduto in Iraq. Se i sacerdoti non hanno una formazione integrale, \u00e8 difficile che restino con il loro \u2018gregge\u2019 in questi Paesi\u201d.<\/p>\n <\/p>\n \u201cUn elemento importante che costituisce la vitalit\u00e0 della Chiesa in Terra Santa\u201d \u00e8 il pellegrinaggio. Seppure con qualche timido segnale di ripresa, i numeri restano in calo…<\/strong><\/p>\n \u201cI pellegrinaggi sono una colletta nella colletta. Essi rappresentano un grande sostegno ai cristiani locali, molti dei quali lavorano nell\u2019ambito del turismo religioso. Il calo dei pellegrini mina il loro sostentamento. \u00c8 indubbio che descrivere la Terra Santa come luogo di tensioni possa avere un peso sul flusso dei pellegrinaggi. Capita a volte che siano le stesse agenzie a sconsigliare i viaggi, a causa delle tensioni. Al contrario, i viaggi di Benedetto XVI e di Papa Francesco hanno dato una grossa spinta ai pellegrinaggi. E lo stesso fanno i tanti pellegrini che testimoniano che la Terra Santa \u00e8 sicura e che camminare sui luoghi di Ges\u00f9 provoca un vero shock spirituale. \u00c8 bellissimo vedere un vescovo diocesano guidare i suoi fedeli in Terra Santa\u201d.<\/p>\n <\/p>\n Aiutare le comunit\u00e0 cristiane e i Luoghi santi \u00e8 una sorta di \u201cdiplomazia\u201d della solidariet\u00e0. In che modo questa azione pu\u00f2 contribuire alla pace in Terra Santa?<\/strong><\/p>\n \u201cDobbiamo cercare di essere operatori di pace concreti, senza limitarci alle sole dichiarazioni. Sostenere la Terra Santa \u00e8 portare un contributo concreto alla pace, testimoniare che si pu\u00f2 vivere insieme, in sicurezza e in pace in Israele, in Palestina, in Siria, in Iraq; allontana l\u2019estremismo e il terrorismo, avvicina i popoli alla convivenza e alla tolleranza. Aiutare i cristiani di queste terre \u00e8 un contributo alla pace\u201d.<\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" “Paolo VI chiamava la Terra Santa il quinto Vangelo. I Luoghi santi sono l\u2019approccio – per noi che \u2018crediamo senza aver visto\u2019 [Gv 20,29] – per arrivare a essere fisicamente vicini a Ges\u00f9. Tutta questa ricerca oggi avviene anche attraverso le \u2018pietre vive\u2019 che sono i cristiani di Terra Santa”. Con queste parole il card. 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