{"id":49520,"date":"2017-07-20T18:10:34","date_gmt":"2017-07-20T16:10:34","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=49520"},"modified":"2017-10-12T18:55:31","modified_gmt":"2017-10-12T16:55:31","slug":"avremo-imam-con-i-titoli-di-studio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/avremo-imam-con-i-titoli-di-studio\/","title":{"rendered":"Avremo imam con i titoli di studio"},"content":{"rendered":"
La \u201cquestione musulmana\u201d continua a far discutere a Umbertide, e non solo per alcune traversie che hanno coinvolto l\u2019imam (vedi articolo qui sotto) ma anche e soprattutto per il progetto per la costruzione della moschea e relativo Centro culturale islamico. L\u2019ondata di islamofobia, o pi\u00f9 semplicemente una conoscenza molto approssimativa delle religioni, viene cavalcata da alcuni gruppi politici e organi di \u201cinformazione\u201d che gettano benzina sul fuoco dell\u2019allarme terrorismo.<\/p>\n
Resta per\u00f2 vero che la situazione degli imam in Italia \u00e8 ancora molto fluida, senza normative chiare. Alcuni casi di predicazione integralista in moschea – si ricordi l\u2019imam di Ponte Felcino qualche anno fa, e quello di Perugia centro nelle settimane scorse – hanno provocato non solo l\u2019arresto e l\u2019espulsione dei colpevoli, ma anche un senso di pericolo nell\u2019opinione pubblica.<\/p>\n
Di fatto, per un imam l\u2019iter di formazione non \u00e8 regolamentato in modo netto, con un percorso che dura molti anni, come per i sacerdoti cattolici. Il suo compito \u00e8 essenzialmente quello di guidare le formule e i gesti corporei nel rito della preghiera, e poi commentare non la parola di Dio bens\u00ec i fatti del giorno. Per questo il suo ruolo non \u00e8 tanto quello del \u201cparroco\u201d quanto quello del \u201ccerimoniere\u201d e del predicatore o magari dell\u2019oratore politico.<\/p>\n
Il tema \u00e8 stato esaminato con attenzione nel Rapporto stilato nell\u2019aprile 2016 dal Consiglio per i rapporti con l\u2019islam italiano. Ne emerge che \u201cla formazione degli imam [nel nostro Paese] passa per almeno quattro possibili ambiti diversi, non necessariamente alternativi, e anzi spesso complementari\u201d. C\u2019\u00e8 anzitutto \u201cl\u2019autoformazione\u201d, con un livello di approfondimento molto diverso da persona a persona. Oppure possono esistere – in alcuni Paesi europei ma non in Italia, per ora – \u201cscuole o corsi di istruzione superiore organizzati da centri di formazione creati a questo scopo, spesso con finanziamenti di Fondazioni estere\u201d. Oppure ancora, l\u2019imam pu\u00f2 aver seguito un iter di preparazione non nel Paese europeo in cui vive bens\u00ec in Universit\u00e0 e altre istituzioni nei Paesi musulmani; che comunque, di solito, offrono una preparazione esclusivamente su materie religiose, non culturali n\u00e9 interculturali. E infine, \u201cla formazione all\u2019interno di corsi e istituzioni create ad hoc nei vari Paesi europei\u201d, che \u00e8 la meta a cui si vorrebbe arrivare.<\/p>\n
\u00c8 di pochi giorni fa la notizia che presso il nostro ministero degli Esteri si \u00e8 tenuta una Conferenza sulla tutela delle comunit\u00e0 religiose. Al termine, il responsabile del Centro culturale islamico della Grande moschea di Roma, Abdellah Redouane, ha dichiarato che \u201csiamo molto vicini alla creazione di un organismo per la formazione degli imam in Italia\u201d. Gi\u00e0 lo scorso febbraio era stato firmato il Patto nazionale per un islam italiano, e questo – ha aggiunto Redouane – ha posto le premesse \u201cper un dibattito di cui c\u2019\u00e8 bisogno anche a livello territoriale, perch\u00e9 vuol dire apertura di moschee e formazione degli imam\u201d.<\/p>\n
Esattamente, a che serve una moschea?<\/strong><\/p>\n Quando nell\u2019anno 638 il patriarca di Gerusalemme, Sofronio, invit\u00f2 il califfo Omar a pregare insieme nella basilica del Santo Sepolcro dopo la conquista araba della citt\u00e0, Omar disse: \u201cNo, pregher\u00f2 fuori, perch\u00e9 altrimenti un giorno vi verr\u00e0 confiscato l\u2019edificio\u201d. E fu provvidenziale. Per i musulmani, infatti, un luogo in cui ci si raduna per pregare diventa automaticamente sacro, come una moschea, e si pu\u00f2 pretendere di acquisirne la propriet\u00e0. \u00c8 un punto su cui a volte i vescovi o altre autorit\u00e0 mettono in guardia i sacerdoti che \u201cprestano\u201d spazi parrocchiali agli immigrati musulmani. Questa della sacralit\u00e0 dello spazio \u00e8 una venerabile tradizione che accomuna forse tutti i popoli, perlomeno quelli antichi: si tratta solo di saperlo, e di agire con avvedutezza.<\/p>\n Ma la questione \u00e8 ancora pi\u00f9 complessa. Una moschea infatti non ha solo funzioni \u201cliturgiche\u201d (nel senso etimologico di rito pubblico). In Umbria in questi giorni \u00e8 vivo il dibattito sulla costruzione del Centro culturale islamico a Umbertide. Gi\u00e0 nel 2001, all\u2019inizio della querelle sulle moschee in Italia, su La civit\u00e0 cattolica era apparso un articolo del gesuita Khalil Samir, il quale sottolineava: \u201cLa moschea \u00e8 il luogo dove la comunit\u00e0 si raduna per esaminare tutto ci\u00f2 che la riguarda: questioni sociali, culturali, politiche, come anche per pregare. Voler limitare la moschea a luogo di preghiera \u00e8 fare violenza alla tradizione musulmana\u201d. Nel giorno sacro, il venerd\u00ec, l\u2019imam tiene ai fedeli un discorso, la khutbah, \u201cche non \u00e8 una predica – prosegue padre Samir. – Nella khutbah vengono approfondite le questioni dell\u2019ora presente: politiche, sociali, morali, ecc.\u201d. Il che rende le moschee un luogo \u2018delicato\u2019 perfino nei Paesi a maggioranza islamica, perch\u00e9 \u201cnella storia musulmana quasi tutte le rivoluzioni e i sollevamenti popolari sono partiti dalle moschee…<\/p>\n In alcuni Paesi musulmani il testo della khubtah deve essere presentato prima alle autorit\u00e0 civili, visto che gli imam sono funzionari statali\u201d. Un altro aspetto della questione, che infatti riaffiora regolarmente anche in Italia, Umbertide inclusa, consiste nel \u201cchiedersi chi finanzi le moschee e i Centri islamici. \u00c8 risaputo che gran parte delle moschee e dei Centri islamici in Europa sono finanziati da Governi musulmani, in particolare da quello dell\u2019Arabia Saudita, che perci\u00f2 ha il diritto di imporre i suoi imam\u201d. E – precisa Samir – \u201cnon sono questi imam che potranno aiutare gli emigrati a inserirsi nella civilt\u00e0 occidentale\u201d. Quindi, meglio non avere moschee in casa nostra? Tutto il contrario. Bisogna semmai creare rapporti di vicinato e di prossimit\u00e0, imparare a conoscersi, a stimarsi, perch\u00e9 – come diceva Ges\u00f9 – \u201cla bocca parla dalla pienezza del cuore\u201d. Nessuno predicher\u00e0 mai contro le persone di cui ha imparato a fidarsi. Senza fiducia reciproca, senza un tessuto sociale variegato ma solido, non basteranno le leggi a garantire quella famigerata \u201csicurezza\u201d che oggi viene invocata per giustificare qualunque misura.<\/p>\n Il caso dell\u2019imam di Umbertide<\/strong><\/p>\n In questi tempi l\u2019imam di Umbertide, Chafiq El Oqayly, si \u00e8 ritrovato al centro di vicende movimentate. Forse tutte si sgonfieranno con il tempo ma, se non altro, dimostrano che il clima \u00e8 teso perfino nei confronti di una comunit\u00e0 musulmana, quella umbertidese, composta perlopi\u00f9 da marocchini, non taliban afghani. A inizio giugno una trasmissione tv aveva insinuato che la moschea di Umbertide sarebbe realizzata con soldi del Qatar, Stato con cui la stessa Arabia Saudita ha interrotto i rapporti con l\u2019accusa (probabilmente strumentale) di terrorismo. A fine mese, l\u2019imam \u00e8 stato vittima di un\u2019aggressione. Poi, la settimana scorsa, \u00e8 finito tra gli indagati in una storia di false assunzioni e falsi licenziamenti allo scopo di ricevere sussidi dall\u2019Inps. Il sindaco della citt\u00e0, Marco Locchi, tiene d\u2019occhio questa spinosa situazione; intanto per\u00f2 c\u2019\u00e8 un suo collega del Pd, Marco Vinicio Guasticchi, che a pi\u00f9 riprese si \u00e8 pronunciato contro la moschea.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La \u201cquestione musulmana\u201d continua a far discutere a Umbertide, e non solo per alcune traversie che hanno coinvolto l\u2019imam (vedi articolo qui sotto) ma anche e soprattutto per il progetto per la costruzione della moschea e relativo Centro culturale islamico. 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