{"id":49465,"date":"2017-07-14T10:00:35","date_gmt":"2017-07-14T08:00:35","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=49465"},"modified":"2018-07-20T16:41:24","modified_gmt":"2018-07-20T14:41:24","slug":"ciechi-di-fronte-al-dramma-umano-dellimmigrazione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/ciechi-di-fronte-al-dramma-umano-dellimmigrazione\/","title":{"rendered":"Ciechi di fronte al dramma umano dell’immigrazione"},"content":{"rendered":"
In Europa c\u2019\u00e8 \u201cuna crisi di solidariet\u00e0 e volont\u00e0 politica\u201d nei confronti della questione migrazioni, con Paesi come l\u2019Italia che si trovano a reggere il peso maggiore. La priorit\u00e0 \u00e8 solo respingere i migranti attraverso i rimpatri, rafforzare i controlli alle frontiere meridionali della Libia per impedire loro di arrivare in Europa, senza tener conto delle drammatiche situazioni da cui fuggono e del rischio di ulteriori violazioni dei diritti umani. Le\u00efla Bodeux<\/strong>, responsabile ufficio Migrazione e asilo di Caritas Europa, \u00e8 molto critica nei confronti del Piano d\u2019azione della Commissione europea per il Mediterraneo centrale di cui si \u00e8 discusso il 6 luglio al vertice informale di Tallinn. \u201cConcentrarsi solo sulla sicurezza – afferma – \u00e8 controproducente perch\u00e9 alimenta le reti dei trafficanti, costringe le persone a intraprendere rotte pi\u00f9 pericolose, e non diminuisce l\u2019immigrazione irregolare, anzi il contrario\u201d.<\/p>\n <\/p>\n Qual \u00e8 la posizione di Caritas Europa riguardo al Piano d\u2019azione della Commissione europea per il Mediterraneo centrale?<\/strong><\/p>\n \u201cCi dispiace che la maggior parte delle proposte non siano nuove, e ci rincresce che siano centrate sulla cooperazione con la Libia – senza prendere in considerazione la necessit\u00e0 di garantire i diritti umani e i principi -, sul controllo delle frontiere e i rimpatri. C\u2019\u00e8 anche la raccomandazione della Commissione all\u2019Italia di implementare la legge Minniti, prorogando il periodo di detenzione nei Centri di espulsione\u201d.<\/p>\n Le misure europee intendono aiutare l\u2019Italia a ridurre la pressione migratoria nel Mediterraneo centrale, ma non si vede una grande solidariet\u00e0 da parte degli altri Stati…<\/strong><\/p>\n \u201cSiamo testimoni di una crisi di solidariet\u00e0 e volont\u00e0 politica dovuta a una narrazione politica negativa sulla migrazione, sfortunatamente dominante in molti Paesi. La migrazione \u00e8 erroneamente considerata una minaccia o un problema, piuttosto che un\u2019opportunit\u00e0\u201d.<\/p>\n Tra le proposte della Commissione europea c\u2019\u00e8 quella di inviare, su richiesta dell\u2019Italia, 500 esperti in rimpatri, di esternalizzare le frontiere in Africa rafforzando i controlli e incrementare gli \u201chot spot\u201d. La priorit\u00e0 dell\u2019Europa \u00e8 solo il rientro dei migranti economici?<\/strong><\/p>\n \u201cPurtroppo s\u00ec, il controllo delle frontiere e i rimpatri sono la priorit\u00e0 per la Commissione europea e gli Stati membri. Diverse misure sono centrate su questo, ad esempio il Consiglio dell\u2019Ue Trust Fund (fondo fiduciario europeo) dovrebbe adottare entro fine luglio un progetto di gestione della frontiera marittima e terrestre in Libia voluto dall\u2019Italia, insieme alla Commissione, pari a 46 milioni di euro; l\u2019Ue e gli Stati membri dovrebbero lavorare con la Libia per rafforzare in maniera significativa e veloce i confini alle frontiere esterne della Libia (in particolare a sud), per ostacolare ulteriori flussi migratori. Tutto ci\u00f2 include il rafforzamento della cooperazione con i Paesi del G5 Sahel e la creazione, con il sostegno finanziario di 50 milioni di euro da parte dell\u2019Ue, di una \u2018forza congiunta\u2019 decisa durante l\u2019ultimo summit dei G5, con l\u2019obiettivo di ristabilire il controllo delle frontiere nelle aree di transito di Mali, Burkina Faso e Niger. C\u2019\u00e8 una chiara intenzione di impedire l\u2019arrivo dei migranti in Libia, aumentando i controlli alla frontiera meridionale libica. Questo approccio non tiene conto delle ragioni per cui le persone sono costrette a fuggire (guerre, conflitti, disastri naturali) e ha lo scopo di farle restare dove sono. A nostro avviso, concentrarsi solo sulla sicurezza \u00e8 controproducente perch\u00e9 alimenta le reti dei trafficanti, costringe le persone a intraprendere rotte pi\u00f9 pericolose, e non diminuisce l\u2019immigrazione irregolare, anzi il contrario\u201d.<\/p>\n Tra le proposte della Commissione c\u2019\u00e8 la richiesta all\u2019Italia di redigere un Codice di condotta per le Ong che fanno attivit\u00e0 di ricerca e soccorso in mare. Qual \u00e8 il vero scopo, dopo diversi mesi di criminalizzazione nei loro confronti?<\/strong><\/p>\n \u201cL\u2019Italia scriver\u00e0 un Codice di condotta in coordinamento con la Commissione europea e Frontex, che dovrebbe essere rivolto a tutti gli attori coinvolti nelle operazioni di ricerca e soccorso in mare, non solo alle Ong. L\u2019obiettivo dovrebbe essere di migliorare il coordinamento e salvare vite umane anzich\u00e9 demonizzare e criminalizzare le Ong. Ci auguriamo che alle Ong non venga proibito di sbarcare in Italia. La societ\u00e0 civile dovrebbe essere consultata nella stesura di questo Codice di condotta. Ci dispiace vedere il dibattito politico negativo e pericoloso che coinvolge le Ong in Italia e in altri Paesi. Le Ong dovrebbero essere lodate per il lavoro che fanno e le vite che salvano, anzich\u00e9 essere accusate di collusione con i trafficanti\u201d.<\/p>\n Cosa pensate delle misure che riguardano la Libia?<\/strong><\/p>\n \u201cLa situazione politica in Libia \u00e8 molto caotica e frammentata. Molti rapporti hanno documentato numerosi abusi nei confronti dei migranti (stupri, torture, lavoro forzato), che accadono anche nei Centri di detenzione sotto controllo statale. In queste circostanze, rafforzare la cooperazione con la Libia senza monitorare attentamente le loro attivit\u00e0 rischia di portare a violazioni dei diritti umani. I responsabili politici dell\u2019Ue dovrebbero smettere di provare ad esternalizzare le politiche di asilo e migrazione in Libia\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" In Europa c\u2019\u00e8 \u201cuna crisi di solidariet\u00e0 e volont\u00e0 politica\u201d nei confronti della questione migrazioni, con Paesi come l\u2019Italia che si trovano a reggere il peso maggiore. 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