{"id":48881,"date":"2017-03-23T13:45:02","date_gmt":"2017-03-23T11:45:02","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=48881"},"modified":"2021-03-26T16:53:33","modified_gmt":"2021-03-26T14:53:33","slug":"lidentita-per-loggi-lo-sguardo-al-domani","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/lidentita-per-loggi-lo-sguardo-al-domani\/","title":{"rendered":"L\u2019identit\u00e0 per l\u2019oggi, lo sguardo al domani"},"content":{"rendered":"

\"tajani-cmyk\"Unit\u00e0 e identit\u00e0, categorie per interpretare l\u2019Europa di oggi; concretezza e \u201csogno\u201d quelle per intravedere l\u2019Europa di domani. In occasione delle celebrazioni per il 60\u00b0 dei Trattati istitutivi della Cee (Comunit\u00e0 economica europea) e della Ceea (Comunit\u00e0 europea dell\u2019energia atomica, o Euratom), il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani<\/strong>, si sofferma ad analizzare gli ostacoli sul percorso dell\u2019integrazione comunitaria e a considerare le opportunit\u00e0 che essa offre. Al contempo guarda avanti con \u2013 dice \u2013 \u201cl\u2019ottimismo della ragione\u201d.<\/p>\n

Eletto a gennaio alla massima carica dell\u2019Assemblea, Tajani, giornalista di professione, ha un lungo curriculum europeista come deputato a Strasburgo (dal 1994), con un lungo intermezzo da commissario Ue (2008-2014), prima ai trasporti e poi all\u2019industria. Lo abbiamo intervistato.<\/p>\n

Il 25 marzo in Campidoglio i leader dei Paesi Ue e i responsabili delle istituzioni di Bruxelles e Strasburgo ricordano il significato storico dei Trattati di Roma. Quali insegnamenti giungono dal passato, utili per affrontare le sfide presenti?<\/strong><\/p>\n

\u201cRitengo che sia essenziale comprendere quanti risultati si sono raggiunti in questi sessant\u2019anni. L\u2019Europa comunitaria ha contribuito a costruire una pace duratura, ad assicurare democrazia e libert\u00e0, rispetto dei diritti, benessere materiale. Si tratta di un patrimonio prezioso, che non va mai dato per scontato. Le celebrazioni di questi giorni possono aiutarci a comprendere il valore dell\u2019unit\u00e0, del procedere assieme, del condividere i problemi per cercare risposte comuni. Esattamente come ci hanno testimoniato i padri fondatori\u201d.<\/p>\n

Ma i nazionalismi avanzano e l\u2019opinione pubblica, impaurita dalla crisi economica e dalla globalizzazione, invoca spesso nuovi muri. La Brexit \u00e8 un chiaro segnale\u2026<\/strong><\/p>\n

\u201cAnzitutto distinguerei tra amor di patria e nazionalismi. Il primo \u00e8 un atteggiamento positivo: significa amare la propria terra, la propria gente, la cultura e la lingua nazionale. Tutto questo fa parte della nostra identit\u00e0, alla quale non ci \u00e8 chiesto di rinunciare per far parte dell\u2019Ue. Invece i nazionalismi parlano il linguaggio delle paure, delle chiusure e, appunto, fan sorgere i muri \u2013 psicologici o materiali \u2013 che vediamo riapparire in diversi Paesi. Sappiamo che i nazionalismi non hanno mai portato nulla di buono: la storia europea \u00e8 contrassegnata da tragedie e guerre emerse dai nazionalismi. Noi invece dobbiamo camminare insieme, pur senza rinunciare alle nostre identit\u00e0 e specificit\u00e0. Del resto siamo chiamati a confrontarci con giganti del calibro di Stati Uniti, Cina, Russia: se, come Paesi europei, non siamo uniti, finiamo per essere marginali e travolti\u201d.<\/p>\n

Insieme, dunque, per perseguire obiettivi comuni. Lei ha pi\u00f9 volte segnalato l\u2019urgenza di creare lavoro per i giovani, di affrontare il nodo dei flussi migratori, di dare sicurezza ai cittadini. L\u2019Ue pu\u00f2 essere un valore aggiunto in questo senso?<\/strong><\/p>\n

\u201cCertamente. Ritengo che lo sia in primo luogo per produrre quei risultati concreti che i cittadini europei ci chiedono. Pensiamo ai vantaggi del mercato unico o a quanti investimenti si possono realizzare con i fondi strutturali; e poi alla possibilit\u00e0 di far studiare i nostri giovani all\u2019estero con Erasmus\u2026 In Italia abbiamo visto anche una Ue presente nelle regioni terremotate, per portare aiuti e finanziamenti per la ricostruzione. Ma c\u2019\u00e8 un secondo aspetto importante\u201d.<\/p>\n

Quale?<\/strong><\/p>\n

\u201cCredo sia necessario anche continuare a coltivare il \u2018sogno\u2019 europeo, specialmente per i nostri giovani. Un obiettivo alto, che si fa crescere ogni giorno attraverso politiche economiche che puntano allo sviluppo e all\u2019occupazione, con progetti per l\u2019istruzione e la cultura, con azioni che favoriscono l\u2019incontro tra i popoli, con decisioni per far fronte all\u2019accoglienza e all\u2019integrazione dei migranti. Un sogno che nasce e si alimenta a partire da politiche efficaci realizzate secondo il principio di sussidiariet\u00e0\u201d.<\/p>\n

Da tempo si riscontra una nuova attenzione, nelle sedi europee, al contributo che pu\u00f2 giungere all\u2019integrazione sociale e politica da parte delle comunit\u00e0 di fede, anche grazie al dialogo tra Ue e Chiese determinato dal Trattato di Lisbona. Cosa ne pensa?<\/strong><\/p>\n

\u201cIl dialogo con le religioni \u00e8 un pilastro essenziale per costruire l\u2019Europa, per la loro presenza radicata nei territori, per la capacit\u00e0 delle Chiese di essere elementi vivi delle nostre societ\u00e0. Un riferimento particolare va peraltro riservato all\u2019elemento giudaico-cristiano che caratterizza la storia europea. Non \u00e8 un discorso confessionale, questo, bens\u00ec si colloca nella storia del Continente, accanto al contributo della filosofia greca, del Diritto romano, fino all\u2019Illuminismo e oltre\u201d.<\/p>\n

Il 24 marzo i Capi di Stato e di governo e i leader dell\u2019Unione sono in udienza in Vaticano. Il Papa \u201cche viene dalla fine del mondo\u201d si sta dimostrando attento alle vicende europee ed \u00e8 intervenuto pi\u00f9 volte sul tema.<\/strong><\/p>\n

\u201cS\u00ec, \u00e8 vero. Papa Francesco ha fatto un bellissimo discorso nel novembre 2014 al Parlamento europeo a Strasburgo. E poi ancora lo scorso maggio, in Vaticano, ricevendo il premio Carlo Magno. Nei suoi interventi traspare la costante ricerca di un profilo europeo rinnovato pur nella fedelt\u00e0 alle nostre radici; Bergoglio parla di Europa accostandole sempre il termine \u2018speranza\u2019. Il Papa richiama poi l\u2019Ue a non lasciare indietro nessuno, ad aiutare gli ultimi e i poveri, ad accogliere i profughi, a sostenere la famiglia, a rispondere alle attese dei giovani. Sono richiami essenziali per la politica di questo nostro tempo\u201d.<\/p>\n

Un\u2019ultima domanda a bruciapelo. Futuro dell\u2019Ue: lei \u00e8 pessimista o ottimista?<\/strong><\/p>\n

\u201cIl mio \u00e8 un ottimismo della ragione. L\u2019Europa \u00e8 l\u2019orizzonte nel quale ci muoviamo. E senza l\u2019Europa, oggi come oggi, non andiamo da nessuna parte\u201d.<\/p>\n

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