{"id":4869,"date":"2005-12-16T00:00:00","date_gmt":"2005-12-15T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4869"},"modified":"2015-07-09T16:22:30","modified_gmt":"2015-07-09T14:22:30","slug":"non-e-una-procedura-banale-e-innocua","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/non-e-una-procedura-banale-e-innocua\/","title":{"rendered":"Non \u00e8 una procedura banale e innocua"},"content":{"rendered":"

In merito al dibattito, tuttora in atto a vari livelli sull’aborto previsto dalla legge 194, desidero fare alcune considerazioni. Interpretando il pensiero dei miei colleghi dell’Associazione medici cattolici italiani – sezione di Perugia, ritengo di dover anzitutto riaffermare il principio di difesa della vita fin dal suo concepimento e quindi di assoluta contrariet\u00e0 a qualsiasi procedura di aborto procurato. Naturalmente come cittadino rispetto una legge voluta dal suffragio popolare in un regime di democrazia e ne auspico comunque una corretta interpretazione ed applicazione. Riguardo poi alla proposta di procedura abortiva indotta farmacologicamente, in alternativa a quella chirurgica, \u00e8 necessaria qualche precisazione. In varie regioni del nostro Paese \u00e8 stata avviata la sperimentazione con l’impiego di mifepristone (noto come RU 486), che \u00e8 una molecola abortiva per la sua capacit\u00e0 di antagonizzare l’azione dell’ormone progesterone, prodotto dall’ovaio e necessario a preparare la mucosa uterina per l’impianto dell’embrione e a consentire il suo sviluppo nelle prime settimane di vita. La somministrazione di questo composto entro i primi 49 giorni di gravidanza determina il distacco dell’embrione dalla mucosa uterina, mentre per facilitare la sua espulsione dalla cavit\u00e0 dell’utero viene somministrato un altro farmaco, il misoprostolo, che \u00e8 un derivato della prostaglandina E1. \u00c8 stato anche sostenuto che tale procedura \u00e8 pi\u00f9 semplice e quindi meno rischiosa della terapia chirurgica. In realt\u00e0 proprio alcuni giorni or sono una prestigiosa rivista scientifica internazionale ha pubblicato un articolo in cui gli autori, dagli Stati Uniti, segnalano 4 casi di giovani donne (18, 21, 22, 34 anni di et\u00e0) morte a causa di una grave infezione uterina sviluppatasi pochi giorni dopo un aborto indotto con mifepristone. L’infezione, provocata da un temibile agente microbico (denominato ‘Clostridium sordellii’) e dalle tossine da esso liberate, si \u00e8 presentata in modo subdolo, per esitare poi rapidamente in un quadro di shock tossico e morte. L’articolo ha riferito di altri casi analoghi descritti da altri autori. Nello stesso numero della rivista, questa segnalazione \u00e8 stata commentata in un editoriale, in cui si sottolinea che il rischio di morte stimabile per shock da infezione dopo aborto farmacologicamente indotto \u00e8 di circa 1 caso per 100.000 aborti provocati. Si tratta di un dato sicuramente basso, ma, come fa rilevare lo stesso editorialista, pur sempre superiore al rischio stimato per l’aborto chirurgico (0,1 casi per 100.000 aborti). Ho voluto riportare questa notizia affinch\u00e8 l’aborto medico, di cui tanto si auspica l’applicazione, non sia considerato una procedura banale ed innocua.Per i riferimenti bibliografici: M. Fischer et al. New England Journal of Medicine 2005, 353: 2352-2360, www.NEJM.ORG December 1, 2005; GreeneM. F., New England Journal of Medicine 2005, 353: 2317-2318.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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