{"id":48279,"date":"2017-01-18T16:57:02","date_gmt":"2017-01-18T14:57:02","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=48279"},"modified":"2018-07-20T17:13:34","modified_gmt":"2018-07-20T15:13:34","slug":"le-dieci-cose-da-sapere-sui-corridoi-umanitari","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/le-dieci-cose-da-sapere-sui-corridoi-umanitari\/","title":{"rendered":"Le dieci cose da sapere sui corridoi umanitari che verranno gestiti dalla Cei"},"content":{"rendered":"

\"Migranti_corridoi-umanitari-CMYKjpg\"La Chiesa italiana realizzer\u00e0 \u201ccorridoi umanitari\u201d per 500 profughi provenienti dai Paesi del Corno d\u2019Africa. Ma cosa sono? Come funzionano? Chi coinvolgeranno? Il protocollo d\u2019intesa per la realizzazione del progetto \u00e8 stato siglato a Roma il 12 gennaio tra la Conferenza episcopale italiana, il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il ministero dell\u2019Interno e la Comunit\u00e0 di Sant\u2019Egidio. Si ispira a una iniziativa analoga gi\u00e0 sperimentata con successo dalla Comunit\u00e0 di Sant\u2019Egidio insieme alla Tavola valdese e alla Federazione Chiese evangeliche italiane.<\/p>\n

\u201cTroppo spesso – ha affermato mons. Nunzio Galantino, segretario della Cei – ci troviamo a piangere le vittime dei naufragi in mare senza avere il coraggio di provare a cambiare le cose. Questo protocollo consentir\u00e0 di raggiungere il nostro Paese in maniera sicura\u201d. \u201cNon \u00e8 pi\u00f9 sopportabile \u2013 aggiunge Oliviero Forti, responsabile dell\u2019area nazionale di Caritas italiana \u2013 assistere alla morte in mare di 20 persone in media al giorno. Questo \u00e8 un segnale forte che vogliamo dare ai Governi, perch\u00e9 decidano di affrontare un tema complesso come l\u2019immigrazione, con cui dovremo continuare a confrontarci nei prossimi decenni, con politiche e proposte sostenibili, per non lasciare tutto in mano alla casualit\u00e0\u201d.<\/p>\n

L\u2019iniziativa \u00e8 stata gi\u00e0 presentata anche alle Conferenze episcopali di Francia, Germania e Polonia: \u201cHanno intenzione di replicare l\u2019esperienza – dice Forti -. Ma stanno riflettendo se i corridoi umanitari debbano essere sostenuti finanziariamente dallo Stato o dal terzo settore\u201d.<\/p>\n

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Ecco 10 cose utili da sapere:<\/p>\n

1) Le finalit\u00e0: il progetto ha lo scopo di \u201cfavorire l\u2019arrivo in Italia in modo legale e in condizioni di sicurezza dei potenziali beneficiari di protezione internazionale, in specie i soggetti pi\u00f9 vulnerabili\u201d. La Chiesa italiana, tramite i suoi organismi Caritas e Migrantes, insieme alla Comunit\u00e0 di Sant\u2019Egidio, \u00e8 in prima linea nell\u2019attivazione di vie legali e sicure per far entrare in Italia donne, uomini e bambini che vivono da anni nei campi profughi dell\u2019Etiopia ed evitare cos\u00ec le morti in mare e i percorsi nell\u2019irregolarit\u00e0. Si tratter\u00e0 principalmente di profughi eritrei, sudanesi, sud-sudanesi e somali.<\/p>\n

2) Il quadro normativo: le comunicazioni della Commissione Ue nel 2016 hanno riaffermato la necessit\u00e0 di \u201ccanali legali per consentire alle persone bisognose di protezione internazionale di arrivare in Europa in modo ordinato, gestito, sicuro e dignitoso\u201d, per \u201csalvare vite umane, riducendo la migrazione irregolare e neutralizzando le forme di traffico di esseri umani\u201d. Per questi scopi \u00e8 previsto anche \u201cil patrocinio privato\u201d da parte di gruppi o organizzazioni private.<\/p>\n

3) I numeri: entreranno in Italia, con regolare visto d\u2019ingresso, 500 profughi attualmente presenti nei campi in Etiopia, che al momento accoglie il pi\u00f9 alto numero di rifugiati in Africa in fuga da conflitti o fame: almeno 670.000. Nella realizzazione del progetto Caritas italiana impiegher\u00e0 un team di una decina di persone. Per l\u2019accoglienza nelle diocesi saranno coinvolte migliaia di persone.<\/p>\n

4) I tempi di realizzazione: il progetto prevede una prima fase di 6 mesi e una successiva, per un periodo complessivo di 12 mesi \u201ca partire dal primo ingresso, salvo eventuale e motivata proroga\u201d. Le prime missioni in Etiopia inizieranno nelle prossime settimane, per prendere contatti con le autorit\u00e0 locali, l\u2019ambasciata italiana e gli organismi internazionali (Unhcr e Oim). In primavera\/estate saranno effettuate le prime selezioni.<\/p>\n

5) I criteri di selezione: sar\u00e0 redatta una lista (verificata dalle banche dati del ministero dell\u2019Interno) con i nomi delle persone in \u201ccomprovata condizione di vulnerabilit\u00e0, determinata dalla loro situazione personale, dall\u2019et\u00e0 e dalle condizioni di salute\u201d. Saranno privilegiate le persone che hanno gi\u00e0 reti familiari o sociali in Italia o che possono beneficiare di dichiarata disponibilit\u00e0 di soggetti singoli, Chiese e associazioni a provvedere alla loro ospitalit\u00e0.<\/p>\n

6) I costi: chi pagher\u00e0? Tutte le spese, compresi voli aerei e accoglienza in Italia, saranno sostenute della Conferenza episcopale italiana tramite i fondi 8 per mille. Nessun onere sar\u00e0 a carico dello Stato. \u201cLe spese complessive per ogni singolo profugo \u2013 precisa Forti \u2013 saranno nettamente inferiori a quanto spende oggi lo Stato per l\u2019accoglienza nei centri\u201d.<\/p>\n

7) Dove saranno accolti? Su tutto il territorio nazionale. Caritas italiana metter\u00e0 a disposizione l\u2019esperienza gi\u00e0 collaudata con successo del progetto \u201cProtetto. Rifugiato a casa mia\u201d, che ha ospitato finora 500 profughi in 65 diocesi, presso famiglie, parrocchie, istituti religiosi. Il progetto prevede un sostegno economico e tutor per l\u2019accompagnamento e l\u2019integrazione delle persone. Una volta raggiunta l\u2019indipendenza, quei posti rimarranno vuoti. L\u00ec subentreranno i profughi in arrivo con i corridoi umanitari.<\/p>\n

8) Cosa faranno una volta in Italia? I profughi arriveranno in Italia con regolare visto d\u2019ingresso rilasciato dalle rispettive rappresentanze diplomatiche-consolari. Poi entreranno nell\u2019iter di richiesta di protezione internazionale e saranno ascoltati dalle Commissioni territoriali di competenza. Le associazioni proponenti assicurano il sostegno, l\u2019assistenza legale, l\u2019ospitalit\u00e0 e l\u2019accoglienza, con percorsi di integrazione sociale e culturale, corsi di lingua e di formazione al lavoro. L\u2019obiettivo principale \u00e8 \u201cfavorire la stabilizzazione in Italia\u201d ed \u201cescludere movimenti secondari volontari\u201d, ossia il transito verso altri Paesi del nord Europa.<\/p>\n

9) Il monitoraggio. Sar\u00e0 costituito un \u201cnucleo di coordinamento, monitoraggio e valutazione del progetto\u201d che esaminer\u00e0 i risultati raggiunti, le criticit\u00e0 e l\u2019efficacia delle modalit\u00e0 operative. Un primo report sar\u00e0 pubblicato dopo il primo semestre, e un altro di valutazione conclusiva.<\/p>\n

10) Si pu\u00f2 dare disponibilit\u00e0 all\u2019accoglienza? Caritas italiana, che sta gi\u00e0 raccogliendo ulteriori disponibilit\u00e0 da diverse diocesi, invita a fare riferimento alle rispettive Caritas diocesane.<\/p>\n

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