{"id":47870,"date":"2016-11-10T11:00:21","date_gmt":"2016-11-10T09:00:21","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=47870"},"modified":"2017-10-12T20:00:19","modified_gmt":"2017-10-12T18:00:19","slug":"dal-conflitto-alla-comunione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/dal-conflitto-alla-comunione\/","title":{"rendered":"Dal conflitto alla comunione"},"content":{"rendered":"

\"papa-a-lund\"L’incontro ecumenico tenutosi due settimane fa in Svezia tra la Chiesa cattolica e la Federazione mondiale delle chese luterane \u00e8 stato un evento storico. Non penso che sia avvenuto solo per buona volont\u00e0 di uomini. Il vento dello Spirito ha riunito cattolici e luterani nella Cattedrale di Lund, un tempo cattolica, e da quasi cinque secoli luterana. Riuniti, potremmo dire, forse pi\u00f9 per dimenticare quanto ci ha ferito e diviso che per ricordare gli intenti buoni in parte realizzati; pi\u00f9 per pregare che per pretendere vicendevolmente ulteriori chiarimenti teologici.<\/p>\n

L\u2019incontro non \u00e8 stato voluto con l\u2019intento di giustificarsi o con la pretesa di \u201cassolversi\u201d a vicenda. La giustificazione e l\u2019assoluzione vengono da Dio, contro il quale abbiamo peccato. I peccati dei cattolici non assolvono quelli dei luterani, n\u00e9 viceversa. \u201cA te si addice la giustizia, o Signore \u2013 diceva il profeta Daniele (9,7) \u2013 a noi la vergogna sul volto\u201d. Da parte di tutti la richiesta di perdono a Dio, dagli uni agli altri la richiesta di perdono vicendevole. La richiesta di perdono non \u00e8 mancata del tutto in questi secoli di divisione. Gi\u00e0 il papa Adriano VI, nel suo messaggio alla dieta di Norimberga del 1522-23 (quindi pochi anni dopo la scomunica inflitta dal papa precedente Leone X a Lutero), chiese scusa per comportamento inammissibile della Curia Romana nei confronti del riformatore. E Lutero deve anch\u2019egli, da parte sua, aver sentito il peso delle sue mancanze, dal momento che le ultime parole da lui scritte e trovate sul suo tavolo di lavoro furono: \u201csiamo dei mendicanti, questa \u00e8 la verit\u00e0\u201d.<\/p>\n

La presenza del Papa alla commemorazione dell\u2019inizio della Riforma luterana \u00e8 stata generalmente desiderata e gradita. Il suo ruolo di Pietro, portato con il consueto stile di semplicit\u00e0 e di vicinanza, \u00e8 stato coinvolgente e convincente. \u201cVengo per avvicinarmi \u2013 aveva detto una recente intervista rilasciata a Signum, rivista dei gesuiti svedesi. La mia speranza e la mia attesa sono quelle di avvicinarmi di pi\u00f9 ai miei fratelli e alle mie sorelle. La vicinanza fa bene a tutti. La distanza invece ci fa ammalare\u201d. Franceso \u00e8 venuto a fare memoria, a pregare, ad esortare; a togliere ogni residuo di arroganza, di distanza, di indifferenza. \u00c8 venuto nel nome del Signore Ges\u00f9, fattosi umile e vicino a tutti noi. Ha dato una parola da parte di Dio a tutti, cattolici e luterani. Insieme al presidente della Confederazione Luterana Mondiale ha esortato a un impegno comune specialmente per la giustizia, la pace, l\u2019ambiente: impegno firmato poi da ambedue.<\/p>\n

Nessun trionfalismo nella commemorazione dell\u2019inizio della Riforma. Si \u00e8 voluto un incontro fraterno. Fino a 50 anni fa la ricorrenza era occasione di accese polemiche tra protestanti e cattolici. Possiamo veramente dire: acqua passata. Si \u00e8 accuratamente evitato di chiamare la ricorrenza \u2018festa\u2019 o \u2018giubileo\u2019. \u00c8 stata pensata come momento di riflessione, preghiera, speranza. Speranza di raggiungere domani quello che oggi di fatto non \u00e8 possibile; come invito a mettersi davanti al Signore e implorare; come esortazione a domandarsi, secondo quanto gi\u00e0 diceva Giovanni Paolo II a Uppsala nel 1989, cosa possiamo imparare gli uni dagli altri.<\/p>\n

Noi cattolici ci uniamo ai fratelli luterani nella memoria della Riforma. Sappiamo bene che la verit\u00e0 \u00e8 senza sconti, ma anche che la carit\u00e0 deve essere senza limiti. Siamo invitati ad essere fedeli a tutto quello che Ges\u00f9 ci ha insegnato, lui che ci ha anche donato il suo Spirito per compierlo. Sentiamo la gioia di una comunione che gradualmente, per impulso della grazia, viene recuperata. Si gioisce di pi\u00f9 per quello che si ritrova che non per quello che mai si \u00e8 perduto. C\u2019\u00e8 sofferenza per le ferite del passato, c\u00b4\u00e8 gratitudine per il cammino fatto \u201cdal conflitto alla comunione\u201d, c\u2019\u00e8 speranza e ovvia necessit\u00e0 di proseguire questo cammino.<\/p>\n

In alcune chiese luterane \u00e8 stata recentemente collocata un\u2019icona o una statua di Maria. In alcune altre, originariamente cattoliche, \u00e8 stata conservata l\u2019icona di Pietro affiancata a quella di Paolo. Confidiamo che nel tempo si possa arrivare di nuovo a professare insieme la fede nella reale presenza eucaristica e quindi a poter celebrare alla stessa mensa la liturgia della piena unit\u00e0, l\u2019Eucaristia. Ma non possiamo usare come mezzo quello che \u00e8 il fine da raggiungere. Facciamo bene quello che tocca al nostro tempo. \u201cNon tocca a te compiere l\u2019opera \u2013 diceva un sapiente ebreo \u2013 ma non questo non ti esonera dall\u2019impegnarti in essa\u201d.<\/p>\n

Continuiamo ad avvicinarci al Signore, dal punto in cui ognuno di noi si trova. Si pu\u00f2 applicare anche al campo ecumenico l\u2019esortazione che un abate faceva ai suoi monaci: \u201cImmaginiamo un cerchio. Ognuno di noi sta in un punto della circonferenza. Ges\u00f9 \u00e8 il centro del cerchio. Quanto pi\u00f9 ognuno di noi si dirige verso il centro, cio\u00e8 verso Ges\u00f9, tanto pi\u00f9 ci avviciniamo gli uni agli altri\u201d. Che la nostra preghiera lo chieda e il Signore lo compia! \u201cPadre, che tutti siano uno e il mondo creda che tu mi hai mandato!\u201d.<\/p>\n

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