{"id":47868,"date":"2016-11-10T13:04:15","date_gmt":"2016-11-10T11:04:15","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=47868"},"modified":"2016-11-10T13:04:25","modified_gmt":"2016-11-10T11:04:25","slug":"dal-popolo-leconomia-alternativa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/dal-popolo-leconomia-alternativa\/","title":{"rendered":"Dal popolo, l\u2019economia alternativa"},"content":{"rendered":"
Tra le molteplici iniziative originali del pontificato di Francesco, la convocazione dell\u2019Incontro mondiale dei movimenti popolari ha un posto speciale. Non solo perch\u00e9 gli obiettivi, le riflessioni e le azioni dei rappresentanti di quei movimenti appartengono sicuramente all\u2019orizzonte di valori e allo stile con cui Bergoglio ha vissuto la propria esperienza pastorale e di vita, ma anche perch\u00e9, di fatto, per la prima volta la Santa Sede riesce a promuovere un dialogo e a offrire spazio e autorevolezza a un percorso, animato da credenti e non credenti, che da sempre (e da molti) \u00e8 considerato secondario, se non ininfluente, rispetto alle vicende del mondo dell\u2019economia, della politica, della sicurezza…<\/p>\n
Fin dal primo incontro del 2014 a Roma, e passando per quello tenutosi a Santa Cruz in Bolivia lo scorso anno, a contribuire con riflessioni e proposte sono stati i cartoneros di Buenos Aires, i rappresentanti delle popolazioni indigene della Bolivia, i Sem Terra del Brasile, gli educatori sociali del Mozambico, i contadini di Via campesina, il sindacato dei lavoratori di strada dell\u2019India, gli animatori delle radio popolari dell\u2019Africa. Sono uomini e donne, perlopi\u00f9 giovani, che si sono auto-organizzati per trovare vie alternative a un sistema economico e politico che considera la miseria come un effetto collaterale della ricchezza della minoranza degli abitanti del pianeta.<\/p>\n
Nell\u2019incontro che si \u00e8 tenuto a Roma dal 2 al 5 novembre scorsi sono rifluite le esperienze e le proposte dei rappresentanti dell\u2019\u201ceconomia popolare\u201d o \u201cinformale\u201d che trova la massima espressione in quei lavoratori che rovistavano tra i rifiuti delle discariche (pepenadores) o dei cassonetti (cartoneros) delle metropoli sudamericane, e che si sono cooperativizzati stringendo accordi prima con la grande distribuzione, poi con le municipalit\u00e0 e, infine, con le grandi centrali del riciclo, riuscendo a dare nuova dignit\u00e0 a molti poveri, a diventare operatori di nuovi modelli ecologici a servizio della comunit\u00e0, e soprattutto ad assicurare un salario a chi fino ad allora era senza reddito.<\/p>\n
Economia popolare come quella sperimentata dal grande movimento brasiliano dei Sem Terra (\u201csenza terra\u201d) che hanno cominciato con l\u2019occupazione delle terre incolte dei latifondisti e oggi sono una realt\u00e0 diffusa a presidio della biodiversit\u00e0 e della redistribuzione delle terre stesse.<\/p>\n
Certo, nei giorni di incontro, confronto e approfondimento si \u00e8 parlato anche di landgrabbing, l\u2019accaparramento di terre in Africa da parte di multinazionali straniere che impongono monocolture che annientano sovranit\u00e0 alimentare e diritti dei contadini, che utilizzano pericolose sostanze tossiche e corrompono Governi e istituzioni locali per poter estendersi e trarre sempre pi\u00f9 profitto.<\/p>\n
Ci si \u00e8 confrontati anche sulla piaga degli sfollamenti forzati (desplazados) e delle migrazioni e coerentemente con le tematiche che hanno fatto da sfondo sin dal primo incontro – tierra, techo y trabajo: terra, tetto e lavoro -, anche sul tema del diritto alla casa.<\/p>\n
Papa Francesco nel bellissimo intervento svoltosi in aula Paolo VI l\u2019ultimo giorno ha voluto sottolineare particolarmente il ruolo realmente innovativo che i leader delle organizzazioni popolari potrebbero svolgere con un impegno diretto nella politica. Ha offerto riflessioni sul sistema \u201cterroristico\u201d prodotto da un modello economico che non ha esitato a definire \u201catrofizzato\u201d, e ha proposto il modello fondato sull\u2019amore e sulla misericordia, alternativo a quello che utilizza lo strumento della paura.<\/p>\n
\u201cLa paura – ha affermato – viene alimentata, manipolata… Perch\u00e9 la paura, oltre a essere un buon affare per i mercanti di armi e di morte, ci indebolisce, ci destabilizza, distrugge le nostre difese psicologiche e spirituali, ci anestetizza di fronte alla sofferenza degli altri, e alla fine ci rende crudeli. Quando sentiamo che si festeggia la morte di un giovane che forse ha sbagliato strada, quando vediamo che si preferisce la guerra alla pace, quando vediamo che si diffonde la xenofobia, quando constatiamo che guadagnano terreno le proposte intolleranti; dietro questa crudelt\u00e0 che sembra massificarsi c\u2019\u00e8 il freddo soffio della paura.<\/p>\n
Vi chiedo di pregare per tutti coloro che hanno paura: preghiamo che Dio dia loro coraggio e che in questo anno della misericordia possa ammorbidire i nostri cuori. La misericordia non \u00e8 facile, non \u00e8 facile… richiede coraggio. Per questo, Ges\u00f9 ci dice: \u2018Non abbiate paura\u2019 (Mt 14,27), perch\u00e9 la misericordia \u00e8 il miglior antidoto contro la paura. \u00c8 molto meglio degli antidepressivi e degli ansiolitici. Molto pi\u00f9 efficace dei muri, delle inferriate, degli allarmi e delle armi. Ed \u00e8 gratis: \u00e8 un dono di Dio\u201d.<\/p>\n
Una lezione che vale anche dalle nostre parti.<\/p>\n
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