{"id":47859,"date":"2016-11-08T15:55:27","date_gmt":"2016-11-08T13:55:27","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=47859"},"modified":"2016-11-08T15:55:27","modified_gmt":"2016-11-08T13:55:27","slug":"anche-le-porte-del-carcere-sono-sante","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/anche-le-porte-del-carcere-sono-sante\/","title":{"rendered":"Anche le porte del carcere sono \u201csante\u201d"},"content":{"rendered":"
Un carcerato. Uno dei tanti – intorno ai 50.000 in Italia (di cui poco pi\u00f9 di 2.000 le donne). Ma un po\u2019 particolare, perch\u00e9 \u00e8 stato condannato al cosiddetto \u201cergastolo ostativo\u201d, cio\u00e8 senza alcun beneficio o sconto di pena: quello dove, nel fascicolo, \u00e8 scritto \u201cfine pena: mai\u201d. Si chiama Carmelo Musumeci. Non \u00e8 credente in Dio – almeno cos\u00ec dice – ma crede nella possibilit\u00e0 di cambiare la propria vita. Nei lunghissimi anni di carcere che ha gi\u00e0 scontato, ha ritrovato un senso alla vita: ha studiato, si \u00e8 laureato due volte, ha ascoltato il \u201ccuore\u201d – suo e di tutti i carcerati -, ha raccontato il dolore e la speranza in racconti struggenti e drammatici. Il carcere, che lui chiama \u201cl\u2019assassino dei sogni\u201d, non \u00e8 riuscito a uccidere il suo \u201csogno\u201d di vita nuova, risorta.<\/p>\n
In occasione del Giubileo dei carcerati ha scritto una specie di preghiera: \u201cDio, siamo i cattivi, i maledetti e i colpevoli per sempre: siamo gli ergastolani, quelli che devono vivere nel nulla e marcire in una cella per tutta la vita. Dio, nelle carceri italiane ci sono uomini che sono solo ombre, che vedono scorrere il tempo senza di loro e che vivono aspettando di morire. Dio, molti ergastolani, dopo tanti anni di carcere, camminano, respirano e sembrano vivi, ma in realt\u00e0 sono gi\u00e0 morti. Dio, l\u2019ergastolano non vive, pensa di sopravvivere e, in realt\u00e0, non fa neppure quello, perch\u00e9 l\u2019ergastolo lo tiene solo in vita, ma non \u00e8 vita. Dio, nessun \u2018umano\u2019 o \u2018disumano\u2019 meriterebbe di vivere una punizione senza fine, tutti dovrebbero aver diritto di sapere quando finisce la propria pena. Dio, nessun\u2019altra specie vivente tiene un suo simile dentro una gabbia per tutta la vita; una pena che non finisce mai non ha nulla di umano e fa passare la voglia di vivere. Dio, dillo tu agli \u2018umani\u2019 che gli ergastolani non hanno paura della morte perch\u00e9 la loro vita non \u00e8 poi cos\u00ec diversa dalla morte. Dio, dillo tu agli \u2018umani\u2019 che la pena dovrebbe essere buona e non cattiva, che dovrebbe risarcire e non vendicare.<\/p>\n
Dio, dillo tu agli \u2018umani\u2019 che una pena che ruba il futuro per sempre, leva anche il rimorso per qualsiasi male uno abbia commesso. Dio, dillo tu agli \u2018umani\u2019 che solo il perdono suscita nei cattivi il senso di colpa, mentre le punizioni crudeli e senza futuro fanno sentire innocenti anche i peggiori criminali. Dio, dillo tu agli \u2018umani\u2019 che dopo tanti anni di carcere non si punisce pi\u00f9 la persona che ha commesso il crimine, ma si punisce un\u2019altra persona che con quel crimine non c\u2019entra pi\u00f9 nulla. Dio, come fa a rieducare una pena che non finisce mai? E poi, che senso avrebbe morire in cella rieducati? Dio, pensiamo che a te importi pi\u00f9 che si possa ritornare rieducati fra gli uomini, a portare buone parole, che un rieducato morto, che neanche tu forse sapresti cosa farne… Dio, dillo tu agli \u2018umani\u2019 che l\u2019ergastolo \u00e8 una vera e propria tortura, che umilia la vita e il suo creatore. Dio, dillo tu agli \u2018umani\u2019 che la miglior difesa contro l\u2019odio \u00e8 l\u2019amore e la miglior vendetta \u00e8 il perdono. Dio, non so pregare, ma ti prego lo stesso: se proprio non puoi aiutarci, o se gli umani non ti danno retta, facci almeno morire presto\u201d. Sono cappellano del carcere femminile di Perugia da oltre 20 anni. Come tutti noi cappellani, ho incrociato tanti sguardi, asciugato tante lacrime, accarezzato tanti volti… ho anche incontrato Carmelo, un giorno che gli hanno concesso un permesso presso la comunit\u00e0 Giovanni XXIII.<\/p>\n
Ogni nostra parola, o silenzio, vuol essere un modo per dire a tutte (tutti), coraggio! La misericordia di Dio non si ferma davanti alla porta di ferro del carcere. Non si ferma nemmeno davanti al cuore, a volte sbarrato, di alcuni – anche il nostro. Del resto, il nostro Dio \u00e8 abituato a bussare alla porta di tutti (Apoc 3,20); e resta l\u00ec, in attesa che qualcuno gli apra. \u00c8 rimasto, per esempio, in attesa di Zaccheo, \u00e8 entrato nella sua casa; e sappiamo che cosa \u00e8 accaduto quel giorno, a Gerico. Giubileo della Misericordia: alcuni carcerati sono stati invitati a Roma domenica 6 novembre. Tutti per\u00f2, ha scritto questo nostro stupendo Papa Francesco, possono attraversare la porta (blindo) della propria cella e farla diventare \u201cporta santa\u201d. L\u2019Anno santo della Misericordia termina ufficialmente domenica 20 novembre. Ma certo non termina n\u00e9 si esaurisce la misericordia nel cuore del Padre. Finch\u00e9 i vari Carmelo possano essere chiamati da Ges\u00f9, anche loro, con un nome nuovo: Zaccheo, cio\u00e8 \u201cpuro, giusto\u201d.<\/p>\n
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