{"id":47836,"date":"2016-11-03T18:48:48","date_gmt":"2016-11-03T16:48:48","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=47836"},"modified":"2018-07-27T17:37:01","modified_gmt":"2018-07-27T15:37:01","slug":"dopo-il-terremoto-sono-da-ricostruire-non-solo-le-case-ma-anche-la-vita-di-ogni-giorno","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/dopo-il-terremoto-sono-da-ricostruire-non-solo-le-case-ma-anche-la-vita-di-ogni-giorno\/","title":{"rendered":"Dopo il terremoto sono da ricostruire non solo le case ma anche la vita di ogni giorno"},"content":{"rendered":"
La nostra terra si muove. Non passa generazione che non sperimenti la paura del terremoto, ora in modo pi\u00f9 forte, ora meno forte, ma tutti noi in quei momenti facciamo, e abbiamo fatto, esperienza della precariet\u00e0 della vita. La vita delle 300 vittime del sisma del 24 agosto scorso, anzitutto, ma anche la vita intesa come lo svolgersi quotidiano dei giorni nelle case, con i familiari e gli amici, con le attivit\u00e0 di lavoro e ricreative, con le nostre comunit\u00e0 parrocchiali o il nostro gruppo di volontariato o di teatro…<\/p>\n
La vita, insomma, quella che le migliaia di sfollati hanno avuto salva, ma, anch\u2019essa, tutta da ricostruire come le\u2002case. Non sar\u00e0 facile. Passeranno mesi prima che le scosse cessino e che lo Stato (Governo e regioni) possa dire ai suoi cittadini come e in che misura potranno essere aiutati a ricostruire non solo le case ma tutto quanto \u00e8 comunit\u00e0 di paese, di citt\u00e0, di campagna.<\/p>\n
Lo abbiamo vissuto nel 1997, e il ricordo \u00e8 ancora vivo. \u201cPrima le case, e le attivit\u00e0 produttive, poi le chiese\u201d, dissero i vescovi di allora, aggiungendo, per\u00f2, che la ricostruzione delle chiese era necessaria non solo per la comunit\u00e0 dei credenti ma anche per ridare speranza ad una economia che ha nel turismo una voce importante. Le parole d\u2019ordine erano \u2018fare presto e bene\u2019, ma il \u2018presto\u2019, avvertivano, non sarebbe stato uguale per tutti perch\u00e9, per esempio, una cosa \u00e8 intervenire su un edificio moderno o isolato, altro \u00e8 intervenire in centri con le case addossate le une alle altre\u2026 E nell\u2019attesa fu fatta la scelta di non allontanare le persone dal luogo in cui volevano continuare a vivere.<\/p>\n
Oggi la storia si ripete. Siamo di fronte alle stesse scelte e la richiesta della gente umbra \u00e8 ancora la stessa: lasciateci vivere vicino alle nostre case. Una richiesta che l\u2019arcivescovo di Spoleto – Norcia mons. Renato Boccardo ha fatto sua raccogliendola dalla voce della gente della sua diocesi per riportarla alle autorit\u00e0 con le quali ha avuto modo di incontrarsi in questi giorni. Richieste che anche la Presidente della Regione Catiuscia Marini ha portato al tavolo con il Governo e che il premier Matteo Renzi sembra aver raccolto annunciando, luned\u00ec scorso al termine del Consiglio dei Ministri, le 4 fasi, \u201cquella dell\u2019immediata emergenza, nella quale chiederemo a chi pu\u00f2 di lasciare il territorio, sapendo che sar\u00e0 un periodo molto limitato; una fase intermedia, quella del container, che sono meno piacevoli della casetta di legno; quella in cui tra 5-6 mesi, tra la primavera e l\u2019estate le persone potranno tornare in casette di legno; la fase di ricostruzione\u201d.<\/p>\n
In questo susseguirsi di eventi la Chiesa tiene ferma l\u2019attenzione alle persone, a cominciare dalla diocesi pi\u00f9 colpita, quella di Spoleto-Norcia, con il suo arcivescovo, mons. Renato Boccardo, e i suoi sacerdoti, quelli delle zone terremotate in primis<\/em>. Da quando sono iniziate le scosse la contabilit\u00e0 dei danni alle chiese si \u00e8 allungata fino a registrare la completa distruzione di chiese che sono simbolo e cuore delle comunit\u00e0, accanto a case che non sono crollate, salvando la vita ai loro abitanti, ma non sono pi\u00f9 accessibili o agibili, con interi centri evacuati se non distrutti dal sisma.<\/p>\n Ma la gente umbra, come nel 1997, non vuole abbandonare la propria terra, e i preti sono con loro, sfollati tra gli sfollati. Don Luciano Avenati a Sant\u2019Eutizio e don Marco Rufini a Norcia, don Salvatore Piga e don Antonio Diotallevi, che hanno seguito quella parte della loro gente che \u00e8 andata negli alberghi del Trasimeno. Sono, per cos\u00ec dire, il nucleo gi\u00e0 operativo del progetto che il vescovo Boccardo vuole realizzare con i preti della sua diocesi e con l\u2019aiuto dei volontari di altre diocesi che gi\u00e0 si sono fatti presenti: stare accanto alla gente.<\/p>\n Mons. Renato Boccardo la mattina del 30 ottobre ha raggiunto in mattinata Norcia e gli altri centri abitati dell\u2019Archidiocesi per essere vicino alla popolazione. \u201cSiamo profondamente scossi, feriti nel fisico e nel morale – ha commentato – ma non dobbiamo cedere alla paura e alla rassegnazione. Ringraziamo Dio che ancora una volta ha protetto tante vite umane. Con l\u2019aiuto di tutti bisogna guardare avanti. Le parole servono a poco, le persone vanno abbracciate e incoraggiate a ripartire nuovamente\u201d.<\/p>\n Con il contributo della rete nazionale della Caritas sar\u00e0 presto allestito anche un presidio Caritas a Norcia per portare assistenza materiale, ma soprattutto vicinanza e sostegno morale alle persone. Sar\u00e0 un \u201cCentro di comunit\u00e0\u201d di Caritas italiana gestito dalla Caritas di Spoleto-Norcia e dalla Delegazione Caritas umbra con la presenza di volontari e operatori per un lungo periodo, fino a primavera inoltrata. Si tratta di \u201cuna presenza concordata con l\u2019arcivescovo Boccardo e con i parroci della zona \u2013 spiega il delegato regionale Caritas Giorgio Pallucco \u2013, che aiuter\u00e0 a monitorare la situazione e far fronte ai diversi bisogni di quelle persone che vivono non solo a Norcia ma in tante piccole frazioni, il cui sostentamento \u00e8 in prevalenza l\u2019allevamento e l\u2019agricoltura e che non possono lasciare la loro casa e azienda\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La nostra terra si muove. Non passa generazione che non sperimenti la paura del terremoto, ora in modo pi\u00f9 forte, ora meno forte, ma tutti noi in quei momenti facciamo, e abbiamo fatto, esperienza della precariet\u00e0 della vita. La vita delle 300 vittime del sisma del 24 agosto scorso, anzitutto, ma anche la vita intesa […]<\/p>\n","protected":false},"author":393,"featured_media":49983,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[27,23,5968],"tags":[39,2762,504,3009,3096],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/47836"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/393"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=47836"}],"version-history":[{"count":7,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/47836\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":49984,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/47836\/revisions\/49984"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/49983"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=47836"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=47836"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=47836"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}