‘La carit\u00e0 pu\u00f2 essere via dell’evangelizzazione se ha per soggetto una comunit\u00e0 concreta e una disponibilit\u00e0 a fare causa comune con gli ultimi. La Caritas parrocchiale pu\u00f2 essere l’espressione pi\u00f9 bella di questa comunit\u00e0. Costruire una Caritas parrocchiale vera ed autentica dovrebbe essere l’impegno di tutti’. \u00c8 un passo della riflessione che introduce il ‘notiziario’ diffuso durante l’ultima assemblea diocesana, corredato da informazioni e da numeri che aiutano a capire la ‘salute e lo stato’ di una realt\u00e0 della quale, pur vivendoci a contatto quotidiano, spesso sfuggono i contorni reali ed autentici, quasi sempre nascosti dietro un senso di dignit\u00e0 silenziosa. Soltanto un volontariato attento e discreto, informato dai valori della solidariet\u00e0 e condivisione cristiana, riesce ad arrivare dove altri farebbero fatica a forzare la soglia della riservatezza e, forse, di un naturale pudore. Basta scorrere poche cifre per rendersi conto della qualit\u00e0 e quantit\u00e0 del lavoro portato avanti. Attenzione, ad avere bisogno non sono soltanto gli emigrati! Nell’arco di dodici mesi sono stati 2015 gli ‘interventi distribuzione cibo’, 147 ‘i sussidi erogati tramite buoni acquisto per medicinali, gas, legna etc. ‘, 354 gli aiuti ‘di sostegno economico’: sono questi pochi numeri che riepilogano l’attivit\u00e0 della Caritas diocesana negli ultimi dodici mesi, utili non soltanto perch\u00e9 rendono merito alla generosit\u00e0 umana, ma soprattutto perch\u00e9 aiutano a capire il livello di povert\u00e0 del territorio di riferimento. Sotto questo profilo dicono che la societ\u00e0 eugubina e diocesana \u00e8 attraversata sempre pi\u00f9 dai morsi del bisogno. Scavando per conoscere chi sta dietro i numeri, si scopre che sulla Caritas non confidano pi\u00f9 solo gli immigrati, ma anche diversi concittadini, abituati a mascherare con dignit\u00e0 i loro bisogni. ‘Gli stranieri restano la realt\u00e0 pi\u00f9 consistente, ma sono sempre pi\u00f9 numerosi gli eugubini che ci chiedono solidariet\u00e0. Entrano in crisi per contrattempi modesti, quali rate che si sovrappongono o spese straordinarie di modesta entit\u00e0. Vanno in difficolt\u00e0 sempre pi\u00f9 le famiglie monoreddito, pur mascherando con dignit\u00e0 i loro problemi. Da parte nostra facciamo il possibile per dare a tutti una risposta positiva’. L’analisi \u00e8 di Matteo Andresini, responsabile del segretariato extracomunitario e del servizio civile, che opera in stretta correlazione con la Caritas; nell’ultimo anno ha effettuato ben 902 interventi di consulenza e assistenza tecnico-legale-amministrativa. Spazia anche su altri fronti l’attivit\u00e0 della Caritas: volontari gestiscono una ‘casa di accoglienza’ nella frazione di Montanaldo, per dare risposte di prima necessit\u00e0 a persone in difficolt\u00e0: settanta sono state quelle ospitate fino ad oggi per brevi periodi. L’orizzonte non \u00e8 circoscritto all’ambito diocesano: 40.530,52 euro sono stati messi a disposizione delle popolazioni del sud-est asiatico colpite dallo tsunami. Un rapporto privilegiato esiste con il Kosovo ed in particolare con la parrocchia di Zllokucan dove, anche con l’intervento diretto di campo di lavoro, sono state costruite case per otto famiglie, operate 115 adozioni a distanza, garantiti interventi nei settori sanitario e scolastico, il tutto per un valore di circa 165 mila euro, raccolti con iniziative specifiche. Un bilancio su cui riflettere.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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