<\/a>Nel territorio della popolosa parrocchia di San Giovanni in Baiano di Spoleto, dove svolgo il ministero di parroco da oltre sei anni, \u00e8 possibile \u201ctoccare la carne di Cristo\u201d, come spesso ci esorta a fare Papa Francesco, in due realt\u00e0 concrete, due fiori all\u2019occhiello della prossimit\u00e0, della solidariet\u00e0, dell\u2019umanit\u00e0. Sono la casa famiglia Sant\u2019Antonio – Oami, opera segno della Caritas diocesana, che accoglie attualmente 18 persone disabili tra il centro residenziale e quello diurno; e il Centro attivit\u00e0 sulle tossicodipendenze (Cast) che accoglie un numero variabile di donne e uomini con problemi di droga e alcol. Il mio compito all\u2019interno di queste due realt\u00e0 \u00e8 assistere spiritualmente gli ospiti credenti, e dialogare con quelli lontani dalla fede. Ci\u00f2 che riesco a dare attraverso la mia presenza \u00e8 molto meno di quello che i ragazzi danno a me: ogni volta che li incontro, sperimento la gioia di essere loro pastore. Spesso gli ospiti del Cast mi raccontano le loro sofferenze, i loro sbagli che sovente li hanno condotti in carcere, i dubbi su un futuro incerto e su una buona riuscita di questo percorso di recupero, i dubbi sull\u2019esistenza di Dio, la paura di rimettersi in gioco. Io non faccio altro che ascoltare, incoraggiare e custodire nel cuore queste storie, che sono per me un arricchimento personale forte. \u00c8 davvero bello e consolante sperimentare la fiducia che queste persone hanno nel sacerdote, a prescindere da chi egli sia: mi ricordano che le mie mani, unte con il sacro crisma il giorno dell\u2019ordinazione, devono essere sempre pronte a trasmettere e accogliere la grazia di Dio. Con alcuni di loro si sono stabiliti dei rapporti profondi di amicizia e di fiducia. Qualcuno \u00e8 addirittura coinvolto nelle attivit\u00e0 della parrocchia, ad esempio nel progetto di accoglienza agli anziani del territorio che portiamo avanti con la Caritas italiana da un anno; altri aiutano le varie associazioni presenti (Pro loco, associazione opera-segno dell\u2019Alta Marroggia) impegnate per il bene comune.<\/p>\nStare accanto ai disabili, inoltre, \u00e8 una grande scuola di vita, una vera grazia: la loro serenit\u00e0, il loro sorriso e la loro pace interiore spazzano via tutte quelle preoccupazioni e difficolt\u00e0 che anche noi preti incontriamo. Attorno a questa struttura della carit\u00e0 ruota un numero considerevole di volontari di Baiano, di tutta l\u2019alta valle del Marroggia, di Spoleto e di altre parti. Ogni domenica li vediamo con gioia a messa: con i loro ritmi particolari, con il loro cantare \u201cfuori dal coro\u201d, con il dare la mano a tutti i presenti ci ricordano che la fede \u00e8 un cammino, non un fiume tranquillo che prosegue autonomamente. Ci interpellano a divenire sempre pi\u00f9 un \u201cnoi\u201d. A Baiano queste persone disabili sono da tutti accolte e valorizzate, coinvolte e coccolate (\u00e8 bello vedere la \u201cgara\u201d domenicale per invitarle a pranzo nelle varie famiglie). Nei locali parrocchiali, poi, ospitiamo due laboratori esterni dei disabili, quello di informatica e quello di produzione di oggetti in ceramica. Queste due realt\u00e0, Cast e Oami, per \u201cdipendenti\u201d e disabili, sono una costante provocazione per i cristiani di Baiano ad accogliere – come dice Papa Francesco – le diversit\u00e0, a muoversi verso l\u2019altro, a lasciarsi interrogare dalle loro storie, a misurare quanto siamo disposti a essere misericordiosi: non lasciamoci turbare, pertanto, da queste tribolazioni (cfr. 1Ts 3,3).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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