{"id":4772,"date":"2005-10-28T00:00:00","date_gmt":"2005-10-27T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4772"},"modified":"2015-07-27T12:23:31","modified_gmt":"2015-07-27T10:23:31","slug":"come-vivere-la-legge","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/come-vivere-la-legge\/","title":{"rendered":"Come vivere la legge"},"content":{"rendered":"

Avvicinandosi oramai alla fine dell’anno liturgico, il lezionario ci fa compiere un cammino attraverso i capitoli che vanno dal ventiduesimo (quello che abbiamo toccato la scorsa volta) al venticinquesimo di Matteo, con un’incursione odierna al cap. 23. Diventa cos\u00ec difficile poter seguire il percorso narrativo del Primo Vangelo. Ci accontentiamo di commentare le singole pericopi, cos\u00ec come ci vengono ‘ritagliate’ dalla Liturgia, ricordando semplicemente che col brano di oggi siamo ancora nel contesto degli ultimi avvenimenti di Gerusalemme, in un acceso confronto tra Ges\u00f9 e i suoi avversari.<\/p>\n

I farisei sono tra questi, e, anzi, sono quelli verso cui Ges\u00f9 si scaglia con maggiore veemenza. Si pensi solo ai sette “guai” rivolti contro di loro proprio nel seguito della nostra pericope. Le accuse che Ges\u00f9 rivolge ai farisei (anche se i destinatari del discorso di oggi sono i discepoli, cfr. Mt<\/em> 23,1) partono da una considerazione generale: ora (al tempo di Ges\u00f9) la dottrina, l’insegnamento sulla Legge, sono dettati dai farisei: sono essi che si sono seduti sulla cattedra di Mos\u00e8 (23,2). Si tratta di un’affermazione negativa, di una critica? No, anzi: \u00e8 una valutazione buona del ruolo dei farisei (cos\u00ec Hagner; per alcuni \u00e8 forse l’unica di tutto il Vangelo di Matteo<\/em>!).<\/p>\n

\u00c8 la descrizione di qualcosa che \u00e8 accaduto e che viene riconosciuto da tutti, anche da Ges\u00f9. Tanto che “Matteo non accusa i farisei di essere degli impostori, dei maestri di menzogna: Tutte le cose che vi dicono, fatele e osservatele, e questa \u00e8, tra le raccomandazioni di Ges\u00f9, quella forse meno accolta dai cristiani. Matteo rimprovera loro di dire e non fare: di insegnare correttamente senza avere una prassi corrispondente, o con una prassi insufficiente. Meglio: di pretendere dagli altri quello che loro stessi non fanno” (Mello).<\/p>\n

Quanto i farisei insegnavano aveva lo scopo di dare onore alla Legge, perch\u00e9 questa non rimanesse lettera “morta”, ma vivesse, e potesse essere messa in pratica cos\u00ec da poter osservare i comandi di Dio. Quest’operazione richiedeva studio, impegno, e anche capacit\u00e0 di distinguere i singoli casi e i precetti: il nome farisei, “perushim<\/em>“, pu\u00f2 anche significare coloro che “distinguono<\/em>“, cio\u00e8 “interpretano con acribia la Legge”. Come scrive un grande esperto di giudaismo: “I farisei avevano come massima preoccupazione che la rivelazione sinaitica rimanesse una linfa vitale per ogni generazione, fosse una guida sempre contemporanea. Per essi, quindi, la Tor\u00e0 non si riduceva al Pentateuco, ma comprendeva pure la tradizione orale (‘Tor\u00e0 che \u00e8 sulla bocca’), rivelata anch’essa a Mos\u00e8 sul Sinai come commento e interpretazione della Tor\u00e0 scritta, e trasmessa di maestro in discepolo nelle scuole e nelle accademie rabbiniche” (De Benedetti, Introduzione al giudaismo<\/em>, Brescia 1999).<\/p>\n

I farisei affermavano infatti che accanto alla Legge scritta esisteva una legge orale (chiamata poi Mishna<\/em>) che era stata data simultaneamente a Mos\u00e8 sul Sinai, e godeva della stessa autorit\u00e0: “Al Sinai, Mos\u00e8 ricevette la Legge orale e la trasmise a Giosu\u00e8, e Giosu\u00e8 agli anziani, e gli anziani ai profeti, e i profeti la trasmisero ai membri della Grande Sinagoga” (Aboth<\/em> 1,1). \u00c8 per questa ragione che l’interpretazione che i farisei davano della Legge li rendeva meno severi degli esseni o dei sadducei, che in modo pi\u00f9 conservatore si attenevano solo alla Legge scritta: ad esempio, a differenza dei sadducei, i farisei credevano nella risurrezione dei morti e negli angeli. La seconda osservazione di Ges\u00f9 ai farisei per\u00f2 non \u00e8 elogiativa: i farisei insegnano bene, ma non vivono conseguentemente all’interpretazione che danno della Legge.<\/p>\n

Si tratta di un richiamo forte alla coerenza, ma forse anche di una critica all’eccessivo rigore con il quale interpretavano alcune norme, per esempio quelle sul sabato: sar\u00e0 Ges\u00f9 stesso a proporre un nuovo modo di vivere i precetti, dicendo che “\u00e8 il sabato per l’uomo”, e non viceversa (cfr. Mc<\/em> 2,27). Ed ecco poi alcune accuse circostanziate sulle quali non possiamo soffermarci. Il senso delle parole di Ges\u00f9 sembra per\u00f2 questo: far troppo caso alle minuzie (la dimensione dei tefillim<\/em> o degli tzitzityot<\/em>) pu\u00f2 a volte far perdere di vista il cuore, il ‘centro’ della rivelazione di Dio, che \u00e8 l’amore. Anzi, l’osservanza esteriore di tutte le Leggi pu\u00f2 portare anche a ritenersi talmente giusti davanti a Dio, tanto da poter assurgere al ruolo di “maestri”, cio\u00e8 alla pretesa di insegnare non solo con la dottrina, ma addirittura con la vita.<\/p>\n

Matteo conclude il brano di oggi ricordando che solo il Messia d’Israele, Ges\u00f9, \u00e8 il Maestro al quale possiamo guardare, non solo per come ha insegnato con le parole, quanto soprattutto per i gesti che ha compiuto. \u00c8 un impegno per tutti noi credenti a tornare ancora una volta al Vangelo. Forse anche noi viviamo di leggi che ci costruiamo con le nostre mani e che ci rendono schiavi, e tante volte ci mettiamo in cattedra pretendendo di avere sempre ragione, fossilizzandoci cos\u00ec su dettagli inutili, dimenticando la carit\u00e0.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Avvicinandosi oramai alla fine dell’anno liturgico, il lezionario ci fa compiere un cammino attraverso i capitoli che vanno dal ventiduesimo (quello che abbiamo toccato la scorsa volta) al venticinquesimo di Matteo, con un’incursione odierna al cap. 23. Diventa cos\u00ec difficile poter seguire il percorso narrativo del Primo Vangelo. Ci accontentiamo di commentare le singole pericopi, […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[492],"tags":[1458],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4772"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=4772"}],"version-history":[{"count":5,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4772\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":40388,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4772\/revisions\/40388"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=4772"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=4772"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=4772"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}