{"id":4766,"date":"2005-10-28T00:00:00","date_gmt":"2005-10-27T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4766"},"modified":"2015-07-10T10:23:00","modified_gmt":"2015-07-10T08:23:00","slug":"piu-vita-meno-pillole","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/piu-vita-meno-pillole\/","title":{"rendered":"Pi\u00f9 vita, meno pillole"},"content":{"rendered":"
Da un po’ di anni eravamo abituati a segnare un trend negativo quanto a numero di aborti, cio\u00e8 una diminuzione, sia pur lieve, di anno in anno. Quest’anno, invece, dalla relazione del Ministero della Salute inviata al Parlamento, circa il numero degli aborti volontari avvenuti nel 2004 (dati pubblicati da Avvenire mercoled\u00ec 26 ottobre), si viene a sapere che c’\u00e8 un aumento del 3,4 per cento, che in termini di interventi \u00e8 di 4.537 unit\u00e0. Il totale degli aborti procurati nel 2004 \u00e8 di 136.715 rispetto ai 132.178 del 2003. La ragione dell’aumento \u00e8 da attribuirsi al maggiore numero di donne straniere presenti in Italia. Una donna su quattro che ricorre all’aborto \u00e8 straniera, mentre nel 1998 era una su dieci. Tra le regioni in cui vi \u00e8 stato un aumento superiore alla media vi \u00e8 l’Umbria con un bell’8 per cento di incremento. Tutto ci\u00f2 avviene nonostante lo sforzo a sostegno della vita da parte di enti, organismi e associazioni e soprattutto dell’impegno costante della Chiesa sia sul piano delle idee e dell’educazione delle coscienze, sia sul piano pratico del sostegno a famiglie numerose e madri in difficolt\u00e0 e sole (vedi articolo a pag. 6). L’opera a favore della vita \u00e8 purtroppo in parte vanificata dal contrario impegno di coloro che continuano a ritenere l’aborto un diritto civile della donna, la legge che lo consente una conquista di civilt\u00e0 e coloro che la contrastano degli oscurantisti. Di questo passo si va scivolando verso la banalizzazione di un evento doloroso e tragico, sia perch\u00e9 si sopprime la vita di un essere umano, sia per la sofferenza della donna che decide in tal senso. L’introduzione della pillola del giorno dopo, la RU486, che si \u00e8 richiesto di sperimentare anche in Umbria va in questa direzione. L’Umbria, cos\u00ec vecchia, avrebbe bisogno di figli, non di pillole abortive. Chi si dichiara contrario a questa pratica medica \u00e8 accusato di essere contro le donne e di volere che esse almeno subiscano un intervento chirurgico e soffrano un po’ per quello che compiono. Ma \u00e8 un’accusa assurda. La ragione consiste invece nel fatto che, nella mentalit\u00e0 corrente, l’uso di questa pillola trascina l’aborto nella sfera della contraccezione, che \u00e8 altra cosa, minimamente paragonabile all’interruzione volontaria della gravidanza. L’introduzione della RU486, oltre al danno morale che rischia di provocare banalizzando l’aborto e quindi la vita umana, \u00e8 anche contraria alla legge 194 che afferma (ipocritamente?): ‘Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente, riconosce il valore sociale della maternit\u00e0 e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza non \u00e8 mezzo per il controllo delle nascite’ (art.1). Si dice e si continua a ripetere, come ha fatto recentemente il Ds Vannino Chiti, che la Chiesa sbaglia a criticare lo Stato italiano che ‘con le sue leggi non ha esaltato l’aborto, ma ha previsto specifici casi di interruzione delle gravidanze in situazioni nelle quali la clandestinit\u00e0 aveva rappresentato una vergogna della nostra societ\u00e0’. Gli risponde il Presidente della Federazione dei settimanali cattolici, Giorgio Zucchelli: ‘Ma a chi la racconta Chiti? Ti pare proprio che 4 milioni e mezzo di aborti procurati in Italia dal 1978 a oggi siano stati gli specifici casi previsti dalla legge?’. E conclude immaginando un’Italia pi\u00f9 vivace, meno vecchia e anche economicamente pi\u00f9 ricca, se si fosse attuata una politica pi\u00f9 impegnata a difendere la vita che a facilitare la morte.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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