{"id":47601,"date":"2016-09-28T16:46:43","date_gmt":"2016-09-28T14:46:43","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=47601"},"modified":"2016-09-28T16:49:31","modified_gmt":"2016-09-28T14:49:31","slug":"abat-jour-nelle-nostre-omelie","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/abat-jour-nelle-nostre-omelie\/","title":{"rendered":"Abat jour – Nelle nostre omelie"},"content":{"rendered":"
\"Don<\/a>
Don Angelo Fanucci<\/figcaption><\/figure>\n

Nelle nostre omelie, spesso la dimensione civile dell\u2019impegno cristiano \u00e8 assente. In passato c\u2019\u00e8 stata, e anche in eccesso, quando ci veniva imposto di insegnare ai nostri fedeli per chi votare, o addirittura quale candidato preferire tra quelli della lista che consegnavamo loro.
\nI pochi preti che sopravvivano tra quelli ordinati in vista della met\u00e0 del secolo XX ricordano con terrore l\u2019enorme disagio che provoc\u00f2 loro l\u2019obbligo di domandare ai penitenti per chi votavano, e se votavano Pci o Psi dovevano informarli che erano scomunicati e negare loro l\u2019assoluzione. Fortuna che molti\u2026 disobbedirono. Ma il danno per la Chiesa fu enorme.
\nDopo il Concilio e la salutare distinzione\/integrazione fra regno di Dio e Chiesa, nelle nostre omelie l\u2019istanza civile non pu\u00f2 mancare, ma deve configurarsi come un appello all\u2019appartenenza cristiana di chi ci ascolta, perch\u00e9 ognuno si faccia carico del bene comune. Nei modi che la sua coscienza sente come giusti. Senza pretendere che tutti la pensino come lui. Senza sentirsi protagonista di nulla, visto che (ce lo dice il Vangelo di domenica prossima) siamo tutti servi inutili, e quando abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare, dobbiamo\u2026 metterci seduti e dire a noi stessi: \u201cSiamo servi inutili\u201d.
\nQui \u00e8 lo snodo centrale: chiedere a noi stessi innanzitutto, e poi a coloro che ascoltano le nostre omelie, se veramente abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare per il bene dei nostri fratelli uomini. La tentazione di rinchiudersi nel proprio privato si ripropone costantemente; le \u201canime belle\u201d, preoccupate solo del proprio personalissimo rapporto con Dio, sono dure a morire. Per loro il mondo \u00e8 una specie di anonima macchia grigia, gi\u00f9 in fondo, fuori dai propri interessi: \u201cFacciano quello che vogliono, gli uomini che si affannano sui mille sentieri della vita, io il mio rapporto con Dio lo coltivo nel mio giardinetto privato\u201d (il famoso hortus conclusus).
\nEh, no! Non ti accorgi che \u00e8 tornata in primo piano la famigerata accoppiata io\/mio che umilia, privatizzandola, la testimonianza cristiana? Che \u00e8 sempre e comunque al servizio di tutto il mondo.
\nCome dire: c\u2019\u00e8 mondo e mondo. Il mondo come mentalit\u00e0 che pretende di capire la vita prescindendo da Dio e da Cristo va tenuto a debita distanza, e invitato a ripensare questa sua micidiale perversione, Ma il mondo come insieme di tutti gli uomini che corrono, o pi\u00f9 spesso arrancano, sulla crosta della superficie terrestre va amato, semplicemente amato e preso in considerazione in tutte le sue attese, grandi o piccole che siano.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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