{"id":4754,"date":"2005-10-21T00:00:00","date_gmt":"2005-10-21T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4754"},"modified":"2005-10-21T00:00:00","modified_gmt":"2005-10-21T00:00:00","slug":"dalla-riforma-alla-responsabilita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/dalla-riforma-alla-responsabilita\/","title":{"rendered":"Dalla riforma alla responsabilit\u00e0"},"content":{"rendered":"
Scriveva, due secoli fa circa Cormenin, uno dei grandi pensatori politici del primo Ottocento francese, che ‘la Costituzione rappresenta la societ\u00e0 in riposo, la legge elettorale la societ\u00e0 in movimento’. La legge elettorale \u00e8 insomma una sorta di fusibile, che salta, cio\u00e8 viene modificata, seguendo l’evoluzione del sistema politico. A che punto siamo oggi in Italia, di fronte alla riforma elettorale votata dalla Camera? Siamo alla Terza Repubblica, come dice qualcuno, anche se la Seconda Repubblica non \u00e8 mai iniziata, non essendoci stato alcun cambiamento della forma di governo? O siamo alla restaurazione della partitocrazia, come dicono altri? Oppure siamo alla normalit\u00e0 o alla normalizzazione? L’opinione pubblica non si \u00e8 appassionata al tema. Alla Camera il dibattito \u00e8 stato aspro, ma c’\u00e8 chi dice che il proporzionale suscita un trasversale consenso strutturale, soprattutto se con liste bloccate e senza ‘quote rosa’, altre tematiche su cui, al di l\u00e0 delle polarizzazioni tra maggioranza e opposizione, molti si sono trovati trasversalmente d’accordo. In realt\u00e0 la riforma, che in ogni caso \u00e8 attesa alla controprova del Senato, afferma innanzitutto una cosa: i partiti non sono morti, come taluni si illudevano una dozzina di anni fa. Anzi, come unanime afferma la ricerca di scienza politica internazionale, sono delle vere e proprie istituzioni, si sono, per cos\u00ec dire, rafforzati. Certo sono sempre sottoposti a una protesta antipartitocratica, ma sono interpenetrati all’apparato pubblico: svolgono funzioni pubbliche e sono finanziati dallo Stato, anche se in Italia, dopo la sonora e irrevocabile bocciatura del finanziamento pubblico, sotto la pudica forma del rimborso per le spese elettorali. Ecco, dunque, che la proporzionale corretta con premio di maggioranza sottolinea la soggettivit\u00e0 dei partiti, che il maggioritario corretto con il recupero proporzionale contraddittoriamente da un lato assemblava nelle coalizioni, dall’altro esaltava nel loro ‘potere coalizionale’. Da ci\u00f2, come dall’esperienza dell’ultimo ventennio, in cui il tema della riforma elettorale \u00e8 stato all’ordine del giorno, risulta con tutta evidenza che i sistemi elettorali di per s\u00e9 non risolvono i problemi dei sistemi politici, ma ne seguono le vicende, ne segnalano problemi e possibili vie di evoluzione. Difficile fare previsioni: certo \u00e8 che di fronte a questo ennesimo passaggio della lunga transizione italiana, da un lato emerge una richiesta di stabilit\u00e0, che non \u00e8 nella caricaturale semplificazione del sistema politico o del discorso politico, ma in una corale assunzione di responsabilit\u00e0, dall’altro si conferma la necessit\u00e0 di un quadro di regole, di comportamenti, di principi condivisi, su cui sviluppare la competizione e la contrapposizione, come pure la collaborazione e la convergenza.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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