{"id":47363,"date":"2016-09-08T11:00:02","date_gmt":"2016-09-08T09:00:02","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=47363"},"modified":"2021-03-26T16:51:16","modified_gmt":"2021-03-26T14:51:16","slug":"editoriale-fertilita-problema-che-andava-posto","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/editoriale-fertilita-problema-che-andava-posto\/","title":{"rendered":"Editoriale Fertilit\u00e0: problema che andava posto"},"content":{"rendered":"
Fanno discutere il Fertility Day e la relativa campagna promozionale. Per carit\u00e0, tutto \u00e8 perfettibile, ma a questa iniziativa va riconosciuto il merito di porre seriamente la questione demografica, rompendo almeno due tab\u00f9 culturali, il cui nefasto effetto \u00e8 sotto gli occhi di tutti. Il primo \u00e8 quello della fecondit\u00e0 come \u201cquestione privata\u201d, espressione di un\u2019insindacabile scelta della coppia (soprattutto della donna) su cui nessuno, men che meno lo Stato, ha diritto di interferire. L\u2019\u201cinverno demografico\u201d in cui siamo immersi, nonostante l\u2019apporto prezioso delle famiglie degli immigrati, rappresenta una chiara smentita di tale concezione: i bambini sono una risorsa di cui un Paese non pu\u00f2 fare a meno. Lo Stato certamente non pu\u00f2 obbligare nessuno a procreare, ma pu\u00f2 e deve affermare che mettere al mondo dei figli \u00e8 un comportamento civilmente apprezzabile. Per questo ha il diritto-dovere di sostenere fattivamente la maternit\u00e0 e la paternit\u00e0, \u201cpremiando\u201d con incentivi, bonus, detrazioni\u2026 le coppie che procreano di pi\u00f9; incoraggiando il matrimonio stabile tra un uomo e una donna, che rimane ancora oggi il contesto in cui maggiore \u00e8 la fecondit\u00e0 e la cura efficace della prole; individuando e disincentivando le pratiche che sono causa di sterilit\u00e0. Scelta n\u00e9 neutra n\u00e9 facile, perch\u00e9 non solo implica il reperimento di risorse in tempi di \u201ccoperte corte\u201d ma, soprattutto, l\u2019affermazione che un comportamento sia migliore di un altro.<\/p>\n
Il secondo pregiudizio \u00e8 quello che collega fertilit\u00e0 e welfare familiare. Per carit\u00e0, i servizi \u00e8 meglio averli che non averli, per\u00f2 non sono sufficienti. La fertilit\u00e0 delle donne tedesche, ad esempio, non \u00e8 che sia tanto pi\u00f9 alta rispetto a quella delle italiane, nonostante un welfare familiare assai pi\u00f9 efficiente del nostro. E nessun Paese dell\u2019Unione europea, nemmeno quelli con spesa familiare ingente, ha oggi un tasso di fertilit\u00e0 che garantisca la sostituzione delle generazioni (2,1 nati per donna: la Francia – prima in Ue – ha 2,01). Che vuol dire? Che la questione \u00e8 culturale ed educativa. Che bisogna ricominciare a parlare dei figli ai giovani non come un carico pesante da sostenere, e quindi da evitare o rimandare, ma come una benedizione e un dono, fonte di felicit\u00e0 per s\u00e9 e per gli altri. Che bisogna smettere di parlare di \u201csalute riproduttiva\u201d intendendo \u201climitazione delle nascite\u201d, quanto piuttosto \u201caiuto alla fertilit\u00e0\u201d. Che bisogna favorire una visione positiva della vita e del futuro, offrendo ragioni di speranza e incoraggiando chi non aspetta di avere tutte le certezze e le garanzie (ma quali, poi?) per mettere al mondo dei figli. Che bisogna affermare \u2013 laicamente \u2013 come l\u2019essere padri e madri \u00e8 un bene per s\u00e9 e per tutto il corpo sociale. Ben venga quindi il Fertility Day, nonostante tutto, a ricordare il bisogno di una seria politica demografica, libera da pregiudizi, che ci salvi dall\u2019estinzione.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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