<\/a>“Signore, insegnaci a pregare\u201d. In questa domenica la Chiesa ci invita a riflettere sulla preghiera, sul nostro rapporto con Dio attraverso la preghiera. Nella prima lettura ci viene presentato Abramo che intercede con insistenza presso Dio per i peccatori di Sodoma e Gomorra, e tratta con Lui come si tratta con un mercante, fino all\u2019ultimo spicciolo. La sua perseveranza e la sua supplica vincono Dio che salva l\u2019uomo colpevole.<\/p>\nNel Vangelo di Luca la preghiera di Ges\u00f9 \u00e8 cos\u00ec intensa e profonda che i discepoli vedendolo gli chiedono di insegnare loro a fare altrettanto. Ges\u00f9, come ogni buon Maestro, fornisce ai discepoli le parole con cui rivolgersi al Padre.<\/p>\n
Nel Padre nostro vi \u00e8 la matrice di quello che dovrebbe essere il nostro rapporto con Dio. Nella semplicit\u00e0 apparente delle parole di Ges\u00f9 \u00e8 riassunta tutta l\u2019essenza della preghiera.<\/p>\n
Nei secoli sono stati scritti fiumi di inchiostro, e qui non c\u2019\u00e8 il tempo n\u00e9 lo spazio per commentare nemmeno una piccola parte di quanto generazioni di cristiani hanno meditato su questo testo.<\/p>\n
Suggeriamo di meditarlo con calma, parola per parola, rimanendo a lungo su ogni frase, come faceva san Francesco. Si narra che una volta fece con fra\u2019 Masseo a La Verna, una gara singolare: chi dei due sarebbe stato capace di recitare pi\u00f9 Padre nostro durante la notte. Li avrebbero contati con dei sassolini. All\u2019indomani fra\u2019 Masseo, con le mani colme di sassolini si rec\u00f2 da Francesco, vittorioso: \u201cEcco i Padre nostro che ho recitato in questa notte. Mostrami i tuoi!\u201d.<\/p>\n
E san Francesco, con un senso di ammirazione, disse al frate: \u201cIo in verit\u00e0 non sono riuscito a finire un solo Padre nostro. Mi sono fermato sulla prima parola per l\u2019intera notte!\u201d. In effetti, Francesco aveva trascorso l\u2019intera notte contemplando, tra sospiri di amore e slanci di estasi, la prima dolce e intensa parola: \u201cPadre\u201d! Ed \u00e8 su questa prima parola che vogliamo soffermarci anche noi.<\/p>\n
Alla luce dei drammatici fatti successi in questa settimana, non possiamo non sottolineare questo rapporto di figliolanza fra Dio e l\u2019uomo che fonda e radica il rapporto di fratellanza fra uomo e uomo. Un giorno un missionario fece un\u2019osservazione molto semplice ma molto concreta: disse che al fondo della sua vocazione c\u2019era stata la scoperta di Dio come Padre; di conseguenza, se Dio \u00e8 Padre, allora tutti gli uomini sono fratelli. Sono miei fratelli.<\/p>\n
E non di una fratellanza ideale, platonica, ma di una fratellanza reale, concreta, che invita a condividere la condizione e il destino di ogni uomo della Terra e a dare la vita per il fratello come ha fatto Ges\u00f9.<\/p>\n
Nessun uomo pu\u00f2 arrogarsi il diritto di uccidere un altro uomo ed essere giustificato, perch\u00e9 quell\u2019uomo ha in s\u00e9 l\u2019immagine stessa di Dio, quella stessa immagine che sta impressa dentro di noi. Indipenden- temente dalla religione, dalla razza, dal proprio credo o dalla propria integrit\u00e0 morale. Ogni uomo, dal primo all\u2019ultimo. E di fronte a ogni uomo dovremmo fermarci a cercare quella immagine, scoprirla e contemplarla.<\/p>\n
In ogni uomo, non importa quanto sfigurato dalla miseria, dal peccato, dalla sofferenza. Non importa quanto lontano dal mio credo religioso o dalle mie opinioni. Non importa quanto mi abbia fatto del male, quanto io penso sia cattivo o malvagio. Non possiamo accampare alcun diritto di vita o di morte su di lui, n\u00e9 tantomeno di giudizio, oserei dire n\u00e9 buono n\u00e9 cattivo.<\/p>\n
Il giudizio spetta a Dio. A noi spetta contemplare l\u2019uomo e servirlo nella stessa maniera di Ges\u00f9, arrivando a morire per l\u2019uomo, ancora prima della sua giustificazione (\u201cQuando ancora eravamo nel peccato – dice Paolo – Ges\u00f9 \u00e8 morto per noi\u201d).<\/p>\n
Occorre richiamare con coraggio questo Padre nostro<\/em> di fronte ai massacri perpetrati in nome di Dio o in nome di una religione. Coraggio di una fede che ama prima di essere riamata, nonostante l\u2019altro mi odii o voglia la mia morte. Occorre riaffermare questo Padre nostro che Ges\u00f9 ci ha insegnato e ci ha messo nella bocca, con coraggio, di fronte all\u2019odio che oggi ci circonda, e non cedere alla tentazione, opporre al radicalismo un altro radicalismo, che porta solo alla divisione, alla chiusura e qualche volta alla vendetta.<\/p>\nIn ultimo vorremmo sottolineare un aspetto che Ges\u00f9 sembra \u2018buttare l\u00e0\u2019 con noncuranza: Dio manda lo Spirito a chiunque lo chieda. \u00c8 attraverso e grazie allo Spirito che la preghiera prende vita e ha la possibilit\u00e0 di rivolgersi concretamente a Dio e di realizzarsi. Non solo non esiste altra strada per la preghiera se non attraverso lo Spirito, ma Esso rappresenta anche l\u2019unica possibile richiesta che l\u2019uomo deve fare a Dio.<\/p>\n
Chiedere a Dio lo Spirito significa ottenere tutto ci\u00f2 che \u00e8 bene ed \u00e8 conforme alla realizzazione del Suo regno, anche se questo potrebbe non combaciare con le nostre aspettative.<\/p>\n
M. Grazia Riccardini e Luciano Carli<\/strong><\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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