{"id":4680,"date":"2005-09-16T00:00:00","date_gmt":"2005-09-16T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4680"},"modified":"2005-09-16T00:00:00","modified_gmt":"2005-09-16T00:00:00","slug":"tempo-di-scelte-e-responsabilita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/tempo-di-scelte-e-responsabilita\/","title":{"rendered":"Tempo di scelte e responsabilit\u00e0"},"content":{"rendered":"
Hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Romano Prodi, all’inizio del suo percorso di candidatura verso le politiche 2006, a proposito dei Pacs, cio\u00e8 delle forme di riconoscimento civile delle coppie di fatto. Prima di tutto per la scelta dell’interlocutore. Il destinatario della lettera \u00e8 infatti uno dei capofila delle rivendicazioni per il matrimonio omosessuale. E poi per l’impressione di fare di tutt’erba un fascio. Impressioni di fatto confermate (ed aggravate) dalla prontissima replica di Franco Grillini che non esita a rivendicare questo passaggio come una storica tappa per il movimento di cui \u00e8 leader. Se ci sono alcune cose chiare nel guazzabuglio del dibattito politico italiano, una di queste \u00e8 certamente che il Paese non ha alcuna velleit\u00e0 zapateriana. Innanzitutto perch\u00e9 la sinistra italiana ogniqualvolta si \u00e8 lasciata tentare da seduzioni radical’secolariste ha dovuto pagare pegno, come recentemente \u00e8 stato autorevolmente e sinceramente riconosciuto. In secondo luogo, perch\u00e9 la stessa esperienza spagnola dimostra che quella del matrimonio omosessuale non \u00e8 un’esigenza diffusa nella societ\u00e0, ma una istanza ideologica e settoriale. E qui sta il punto, non solo nel caso italiano, come dimostra anche la recente vicenda californiana. Non appare in alcun modo giustificabile incutere un ‘vulnus’, come si diceva nel linguaggio aulico, oppure pi\u00f9 sbrigativamente uno ‘sbrego’, ad una istituzione pi\u00f9 che millenaria come la famiglia, come elemento essenziale di civilt\u00e0 e di civilizzazione, per venire incontro a rivendicazioni di persone o gruppi pi\u00f9 o meno significativi. Questo \u00e8 il problema politico nel senso sostanziale del termine, il problema ‘costituzionale’. La famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna \u00e8 una delle istituzioni irrinunciabili della nostra civilt\u00e0. Non \u00e8 un bene disponibile per nessun singolo o nessun gruppo organizzato. Insomma: gi\u00f9 le mani dalla famiglia e dal matrimonio. Questo significa anche che bisogna vigilare con la massima attenzione a che il ‘vulnus’ o lo ‘sbrego’ non avvenga per dosi omeopatiche, attraverso la vecchia politica dei piccoli passi, prima equiparando nei fatti, poi in termini di diritto la famiglia ad altre forme di unione. \u00c8 giusto che poi i singoli possano esprimere i propri diritti: lo spazio lasciato dal diritto civile e dalla creativit\u00e0 dei giuristi \u00e8 molto ampio, purch\u00e9 non si vada a mettere in discussione valori e principi essenziali non solo per il bene comune, ma per la sussistenza stessa della societ\u00e0. Su questo elemento essenziale bisogna uscire una volta per tutte dalla melassa indistinta del politicamente corretto, dei casi pietosi, dei diritti dei singoli. \u00c8 tempo di scelte: ognuno le faccia e se ne assuma la responsabilit\u00e0 storica.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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