{"id":46645,"date":"2016-07-05T15:14:30","date_gmt":"2016-07-05T13:14:30","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=46645"},"modified":"2021-03-26T16:51:16","modified_gmt":"2021-03-26T14:51:16","slug":"rapporto-caritasmigrantes-la-cultura-dellincontro-in-umbria-immigrati-in-leggera-flessione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/rapporto-caritasmigrantes-la-cultura-dellincontro-in-umbria-immigrati-in-leggera-flessione\/","title":{"rendered":"Rapporto Caritas\/Migrantes \u201cLa Cultura dell\u2019incontro\u201d. In Umbria immigrati in leggera flessione"},"content":{"rendered":"
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La presentazione a Roma XXV Rapporto immigrazione Caritas – Migrantes<\/figcaption><\/figure>\n

\u00c8 stato presentato il 5 luglio, a Roma, il XXV Rapporto Immigrazione 2015 \u201cLa Cultura dell\u2019incontro\u201d a cura di Caritas italiana e Fondazione Migrantes. Tra gli intervenuti il segretario generale della Cei mons. Nunzio Galantino, il presidente di Migrantes mons. Guerino di Tora, i direttori di Caritas italiana e Fondazione Migrantes, mons. Francesco Soddu e mons. Gian Carlo Perego, e Piero Fassino, presidente Anci. In Italia, al 1\u00b0 gennaio 2015, i cittadini immigrati regolari sono 5.014.437 (+ 1,9), con un\u2019incidenza sulla popolazione totale pari all\u20198,2%, dei quali 98.618 (il 2%) vivono in Umbria, pari all\u201911% degli abitanti complessivi della nostra regione, i cui principali Paesi di provenienza sono la Romania (26,4%), l\u2019Albania (16,4%), il Marocco (10,2%), l\u2019Ucraina (5%) e la Macedonia (4,5%).<\/p>\n

Nel \u201ccuore verde\u201d d\u2019Italia si registra una leggera flessione di immigrati (-1,3%), e in sede romana di presentazione \u00e8 stato ribadito che \u00abnon c\u2019\u00e8 alcuna invasione inarrestabile o emergenza da fronteggiare, se si pensa che in alcune regioni (Veneto, Marche e Umbria) il numero degli immigrati \u00e8 in calo\u00bb. Nell\u2019Unione Europea gli immigrati regolari sono poco pi\u00f9 di 35 milioni, pari al 6,9% della popolazione totale e in Paesi come la Spagna e la Grecia sono in diminuzione (-4,8% nel primo e -3,9% nel secondo).<\/p>\n

Chi arriva in Europa, in Italia e in Umbria \u00e8 soprattutto per motivi di lavoro, per ricongiungimenti familiari e per chiedere asilo. Il fenomeno dell\u2019immigrazione in Italia \u00e8 definito delle \u201c3S\u201d, come evidenza lo stesso XXV Rapporto Caritas\/Migrantes, cio\u00e8 \u00abstabile, statico e stagnante\u00bb. In Umbria, particolarmente significativo, \u00e8 l\u2019aspetto del lavoro che vede gli immigrati, nel secondo trimestre 2015, con la maggiore percentuale di occupati (54,6%) rispetto agli italiani (45,4%) e meno inattivi (il 30,7% contro il 50,7% degli italiani), perch\u00e9 pi\u00f9 disponibili a svolgere lavori \u201cpesanti\u201d nei settori agricolo, edile e dei servizi vari (es. domestici e di assistenza). Basti pensare che gli stranieri occupati in agricoltura sono il 7,5%, mentre gli italiani appena il 2,1%, nel settore edile il 12,5% contro il 6% degli italiani e nei servizi il 64,2% contro il 54,2%.<\/p>\n

Le pagine del Rapporto dedicate all’Umbria<\/strong><\/a><\/p>\n

Altro aspetto rilevato dal XXV Rapporto, per quanto riguarda l\u2019Umbria, \u00e8 la scuola. Nell\u2019anno scolastico 2014-2015 gli alunni di famiglie straniere che hanno frequentato gli istituti scolastici della regione sono stati 17.463, con un\u2019incidenza del 14,2% sulla popolazione scolastica complessiva, in leggero aumento rispetto all\u2019anno precedente (+0,7%). Gli studenti nati in Italia sono il 58,2% e quelli nati nei Paesi di origine il 41,8%. La popolazione scolastica immigrata \u00e8 cos\u00ec distribuita: scuola d\u2019infanzia 21%, primaria 33,3%, secondaria di primo grado 21% e secondaria di secondo grado 24,7%.<\/p>\n

In particolare su giovani e famiglie si concentrano i progetti di integrazione messi in campo dalle Caritas diocesane umbre in collaborazione anche con le Istituzioni civili. Basti pensare al progetto \u201cCittadini del Mondo\u201d di Foligno e alle tante iniziative di doposcuola e laboratori linguistici offerte da parrocchie e oratori un po\u2019 in tutte le otto diocesi della regione. Ad esempio a Ponte San Giovanni di Perugia, il doposcuola della Caritas parrocchiale \u00e8 frequentato da 72 alunni di ben 22 nazionalit\u00e0 diverse. Anche sul fronte lavoro e del sostegno materiale alle famiglie che hanno perso il lavoro per la crisi, le Caritas diocesane hanno messo in campo aiuti concreti, con il sostegno delle Fondazioni Casse di Risparmio e di diverse realt\u00e0 imprenditoriali, come il \u201cFondo di Solidariet\u00e0\u201d e gli \u201cEmpori di Solidariet\u00e0\u201d. Ad esempio la Caritas di Spoleto, in particolare nel comune di Trevi, ha previsto anche per alcune famiglie immigrate la possibilit\u00e0 di ricevere in concessione gratuita piccole porzioni di terreno agricolo da coltivare come orti per l\u2019autoproduzione di beni primari.<\/p>\n

Il capitolo dedicato all\u2019Umbria del XX Rapporto Immigrazione Caritas\/Migrante \u00e8 stato redatto da mons. Luigi Filippucci<\/strong>, responsabile regionale di Migrantes e dall\u2019assistente sociale Stella Cerasa della Caritas di Perugia, responsabile del \u201cProgetto diocesano d\u2019accoglienza profughi e richiedenti asilo\u201d, che ha partecipato a Roma alla presentazione del Rapporto insieme al delegato regionale della Caritas Umbria Giorgio Pallucco e a due giovani pakistani, Iqbal e Sufiyan, ospiti presso una struttura di accoglienza della Chiesa perugina.<\/p>\n

Nel riflettere sul tema di questo XXV Rapporto, \u201cLa cultura dell\u2019incontro\u201d, Stella Cerasa<\/strong> commenta: \u00abNon avremmo mai immaginato di parlare di immigrazione in un contesto mondiale dove l\u2019odio e la violenza predominano. Per anni abbiamo parlato di modelli di integrazione, tutti super citati e non pochi falliti in questi 25 anni di osservatorio del fenomeno immigrazione. E allora il vero modello \u00e8 dettato dalla \u201ccultura dell\u2019incontro\u201d che Caritas e Migrantes propongono anche attraveso questa pubblicazione, che non a caso il Ministero dell\u2019Istruzione e dell\u2019Universit\u00e0 vuole diffonderla, come \u00e8 stato annunciato alla presentazione\u00bb.<\/p>\n

\u00abL\u2019integrazione dialogica, l\u2019integrazione come pratica sociale che costruisce cittadinanza sociale, civica e culturale. E questa \u2013 sottolinea Stella Cerasa \u2013 \u00e8 l\u2019integrazione promossa dalle nostre Chiese umbre, un integrazione fatta di quotidianit\u00e0 di vicinanze e di condivisione. L\u2019integrazione fatta non per \u201cprogetti\u201d, ma di condivisione di momenti di vita comune. Vita comune che permette di superare ogni paura dettata dalla non conoscenza\u00bb.<\/p>\n

Il delegato regionale Caritas Giorgio Pallucco<\/strong> evidenza quanto \u00abquesto Rapporto possa contribuire, se diffuso e declinato nei contesti concreti in cui ci troviamo a vivere ogni giorno, a costruire una conoscenza del fenomeno fondata sulla sua realt\u00e0 e non sulla sua percezione. Prima di \u201cmettere le mani avanti\u201d e \u201calzare barriere\u201d di fronte a presenze straniere nei territori, proviamo ad incontrarli e ad ascoltare le loro storie. Questo potrebbe essere il momento in cui le mani possano volgersi in abbraccio pi\u00f9 che in avanti\u00bb. Il delegato Caritas Umbria \u00e8 anche convinto che \u00abil Rapporto immigrazione va fatto conoscere il pi\u00f9 possibile nei contesti locali non solo ecclesiali ma soprattutto civili. Per far questo occorre veicolare i suoi contenuti anche con il sostegno dei mass media\u00bb.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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