{"id":46592,"date":"2016-06-29T21:06:31","date_gmt":"2016-06-29T19:06:31","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=46592"},"modified":"2016-06-29T21:21:05","modified_gmt":"2016-06-29T19:21:05","slug":"bassetti-questo-e-un-tempo-meraviglioso-per-essere-prete","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/bassetti-questo-e-un-tempo-meraviglioso-per-essere-prete\/","title":{"rendered":"Bassetti: \u201cQuesto \u00e8 un tempo meraviglioso per essere prete!\u201d"},"content":{"rendered":"
\"La<\/a>
La celebrazione in cattedrale per il 50\u00b0 di ordinazione presbiterale del cardinale Bassetti (29\/06\/2016)<\/figcaption><\/figure>\n

Pubblichiamo l’omelia che il Cardinale Gualtiero Bassetti ha pronunciato oggi mercoled\u00ec 29 giugno nella liturgia di ringraziamento per i suoi 50 anni di ordinazione presbiterale.<\/strong><\/p>\n

\u201cMagnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome\u201d. (Sal. 33)<\/em><\/p>\n

Il versetto del Salmo responsoriale mi aiuta ad esprimere la gioia che porto nel cuore e il profondo ringraziamento al Signore per questi 50 anni di sacerdozio. Non senza commozione sono tornato pi\u00f9 volte in questi giorni a quel 29 giugno del \u201966, quando, insieme ad altri dodici compagni di Seminario, fui ordinato sacerdote sotto le volte della maestosa Cupola del Brunelleschi. Il Cristo del Giudizio Universale rivolgeva verso di noi il suo sguardo severo e amorevole allo stesso tempo. Con non poca trepidazione mi inginocchiai dinanzi all\u2019arcivescovo Florit per ricevere l\u2019imposizione delle mani, in quella cattedrale strapiena, dove i vivi e i passati, raffigurati sulla Cupola, sembravano formare un unico corpo, quello della Chiesa, vivente nei secoli.<\/p>\n

Carissimi Fratelli e Sorelle rivivo con voi stasera l\u2019emozione di quel giorno, che mi ha accompagnato per tutta la vita. Saluto con fraterno affetto l\u2019arcivescovo della mia chiesa fiorentina, il cardinale Giuseppe Betori. La tua presenza, Carissimo, mi ricorda con pi\u00f9 forza la mia appartenenza alla santa chiesa di Firenze e i miei primi passi di sacerdote, fino poi ai compiti di responsabilit\u00e0 in Seminario e nella Curia Arcivescovile. Saluto con gioia i fratelli Vescovi dell\u2019Umbria, della Toscana e di altre zone d\u2019Italia che si sono voluti unire a me in questa liturgia di ringraziamento. Saluto i sacerdoti, specialmente i compagni di ordinazione, i consacrati, i diaconi, i seminaristi, le nostre famiglie, i giovani e i ragazzi.<\/p>\n

Saluto tutte le Autorit\u00e0 presenti, iniziando dal Signor Sindaco, Avv. Andrea Romizi, che rappresenta l\u2019intera citt\u00e0 di Perugia. L\u2019On. Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, che mi ricorda la responsabilit\u00e0 di metropolita e di presidente della Conferenza Episcopale Regionale. E poi il mio pi\u00f9 cordiale saluto e omaggio alle Autorit\u00e0 civili, militari, giudiziarie e accademiche: grazie per la vostra presenza!<\/p>\n

Saluto con affetto i miei familiari qui presenti. Ricordo i miei carissimi genitori Arrigo e Flora, che ho lasciato ragazzino per entrare nel Seminario di Firenze e che ho potuto rivedere solo di rado. Prego il Signore che li abbia nella sua pace.<\/p>\n

Carissimi Fratelli e Sorelle, la gioia pi\u00f9 grande per\u00f2 \u00e8 quella di vedervi cos\u00ec numerosi stasera, riuniti in questa nostra cattedrale, cuore della vita cristiana della citt\u00e0 e della diocesi. Grazie a tutti, Figli e Figlie, Carissimi, per la vostra presenza che allieta il cuore e lo nutre di speranza.<\/p>\n

La liturgia odierna \u00e8 incentrata sulle figure degli Apostoli Pietro e Paolo e sulla loro testimonianza di fede. Essi sono ancora oggi per noi modello e figura dell\u2019autentico seguace del Signore. Scelti tra gli \u201cultimi\u201d del popolo d\u2019Israele, incarnano la forza della fede, prima verso la Legge antica, poi verso la Parola nuova di Ges\u00f9, che dona senso e compimento alla rivelazione dei padri. \u00c8 una fede convinta e coraggiosa quella che fa pronunciare a Pietro le parole fino ad allora inaudite: \u201cTu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente\u201d! Cos\u00ec pure a Paolo, poco prima della morte, quando sa che ormai il suo compito \u00e8 finito: \u201cIl Signore mi liberer\u00e0 da ogni male e mi porter\u00e0 in salvo nei cieli, nel suo regno\u201d! La forza di questi due uomini sta proprio in questo: nell\u2019aver saputo riconosce il Signore, il promesso d\u2019Israele, e di averlo seguito, senza paura delle conseguenze, siano esse il carcere, le percosse, le umiliazioni, l\u2019emarginazione, la morte!<\/p>\n

\u00c8 questa la forza che ogni cristiano dovrebbe trovare in se stesso; soprattutto il giovane che si avvia al sacerdozio, per pronunciare quelle meravigliose parole: \u201cTu sei il Cristo, il Figlio di Dio\u201d. Tu sei l\u2019unico bene della mia vita, la strada sui cui porre i miei passi; il mio tutto!<\/p>\n

La chiamata di Cristo, pur essendo misteriosa \u00e8 percettibile dalla persona che si pone in ascolto. Per me, questa chiamata \u00e8 stata dapprima un poco indecifrabile, ma s\u2019\u00e8 fatta sempre pi\u00f9 comprensibile negli anni del Seminario Minore, quando ho cominciato veramente a capire cosa il Signore voleva da me.<\/p>\n

Carissimi, ci sono due eventi memorabili, distanti 50 anni l\u2019uno dall\u2019altro, che segnano il punto focale dei miei ricordi in questa solenne celebrazione: il primo, l\u2019ordinazione sacerdotale a Firenze, insieme ai compagni di Seminario; il secondo, la santa messa celebrata a Santa Marta, con Papa Francesco il 2 maggio scorso con sei presbiteri di Perugia, del mio stesso anno di ordinazione. Questi sacerdoti di Firenze e di Perugia sono con me attorno a questo stesso altare a dire grazie al Signore.<\/p>\n

Il pensiero ora non pu\u00f2 non andare a quel giorno memorabile di cinquanta anni fa e agli anni della formazione nel Seminario fiorentino. Ho avuto modo di affermare tante volte come quel periodo fosse contrassegnato da una ricchezza culturale e spirituale unica: ovunque ti giravi, avevi la possibilit\u00e0 di toccare con mano quanto ricche potessero essere le espressioni della fede cristiana: i Domenicani di San Marco con Padre Santilli e Padre Lupi; i Servi di Maria, con Padre Vannucci e Padre Turoldo; la Madonnina del Grappa con il Servo di Dio Mons. Giulio Facibeni, e poi i giganti del clero fiorentino Don Bensi, Don Bartoletti, Don Barsotti, Don Bonami (nostro Rettore). A loro si aggiunsero quelli allora pi\u00f9 giovani: Mons. Agresti, Don Milani, Don Rossi, e lo stesso Don Piovanelli, poi arcivescovo di Firenze, che in questo momento affido alla preghiera di tutti per le sue gravi condizioni di salute. Due anni fa era presente nella nostra Cattedrale, quando feci l\u2019ingresso come cardinale. Poi i Servi di Dio: il card. Elia Dalla Costa, il prof. Giorgio La Pira e Mons. Giulio Facibeni: ecco le mie radici: fondate su di un umanesimo cristiano davvero unico e straordinario! Noi eravamo poco pi\u00f9 che ragazzi, era la met\u00e0 degli anni \u201950, ed avevi l\u2019impressione che la fede ti volesse incontrare nella tua anima giovanile per elevarti alla bellezza e alla sete di Dio.<\/p>\n

Siamo stati ordinati dal card. Florit, un vescovo che ha tanto sofferto, ma anche un uomo dalla fede solida, come le sue montagne friulane. Ma per noi, il vero riferimento fu il card. Dalla Costa, che da piccoli ci veniva a trovare in Seminario. E\u2019 stato un vero gigante per spiritualit\u00e0: austero, di poche parole, concreto, con due occhi di fuoco, come il profeta Elia di cui portava il nome. Bastava guardarlo per capire, anche se eri poco pi\u00f9 che un bambino, quale dovesse essere il suo modello di prete. Poi, alla fine del corso teologico, come rondini, abbiamo spiccato il volo dal nostro Seminario, ma sono rimasti il bene, l\u2019amicizia, l\u2019affetto pi\u00f9 che fraterno. Quando ci incontriamo, ci specchiamo ancora l\u2019uno nell\u2019altro: ed anche questa \u00e8 grazia di Dio.<\/p>\n

Carissimi Fratelli e Sorelle, lo diceva gi\u00e0 il santo Papa Giovanni Paolo II: \u201cQuesto \u00e8 un tempo meraviglioso per essere prete!\u201d. Certo, quelli che viviamo sono tempi forti che esigono preti coraggiosi. L\u2019ho ripetuto sabato scorso a Marco, Simone e Marco, che ho ordinato presbiteri, in questa Cattedrale, stracolma di giovani e di gente. Diceva gi\u00e0 ai suoi tempi Bernanos: \u201cIl prete appartiene ad una razza che durer\u00e0 quanto il mondo, una razza che Dio ha posto in cammino, e che non si fermer\u00e0 pi\u00f9, finch\u00e9 tutto sia consumato\u201d.<\/p>\n

Cari Amici di Firenze e di Perugia, che con me celebrate il vostro giubileo, sono tanti i fratelli, vicini e lontani, hanno ancora bisogno di noi! Il nostro mondo ha bisogno di pace, di gioia, ma \u00e8 affogato nell\u2019inquietudine e spesso nella lotta fratricida: il mondo ha bisogno di santit\u00e0. Noi, come uomini dello spirito, siamo al servizio della gioia di tutti. Incontriamo tante creature ferite; abbiamo davvero la sensazione di essere \u201cchiesa\/ospedale da campo\u201d, come ci ha detto Papa Francesco.<\/p>\n

Tante volte ho imposto le mani per donare l\u2019ordine del presbiterato. Cinquanta anni fa le stesse mani, perch\u00e9 sono le mani del Signore, hanno accarezzato il nostro capo; ma queste mani non si sono ritirate e riposano sempre su di noi. La mani di Dio, che tutto hanno creato e tutto mantengono in vita. Le mani che tutto colpiscono e risanano, le mani nelle quali io e voi consegneremo il nostro spirito. Per quelle mani lo Spirito di Dio si \u00e8 posato su di noi, dal momento che \u201cIl Signore ci ha consacrati con l’unzione e ci ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri e a fasciare le piaghe dei cuori spezzati….\u201d.<\/p>\n

Carissimi fratelli nell’episcopato, nel presbiterato, nel diaconato e voi tutti popolo santo di Dio, tra poco faremo la nostra professione di fede: il credo dei Santi Apostoli Pietro e Paolo a cui ci affidiamo; il credo della nostra fede semplice di quando eravamo bambini; il credo che ha allietato la nostra giovinezza; il credo a cui abbiamo fatto di tutto per rimanere fedeli per tutta la vita; il credo pi\u00f9 sapiente di tutta la sapienza del mondo, perch\u00e9 \u00e8 parola di Dio che rimane in eterno. Ma i grandi doni di Dio, non possono che invitarci ad essere umili (Von Balthasar).<\/p>\n

Mi hanno profondamente colpito, all’inizio di questo mese di giugno le meditazioni di Papa Francesco, ai seminaristi e ai sacerdoti. Nella Basilica Liberiana il Papa ha parlato del \u201cricettacolo\u201d della misericordia, che \u00e8 il nostro peccato. Dio \u00e8 pi\u00f9 grande \u201cdella nostra coscienza di peccato, e solo il cuore che ha ricevuto misericordia sa donarla!\u201d. \u201cRientra in te stesso \u2013 ci ha detto ancora il Papa \u2013 rifletti sulla tua storia e ci troverai tanta misericordia\u201d.<\/p>\n

Cari Amici, tante volte la misericordia del Padre ci ha ricreato il cuore e noi con gioia l’abbiamo riversata sui nostri fratelli: che grazia grande! Noi sacerdoti fiorentini non potremo mai dimenticare le parole che, poco prima di morire, il Card. Giovanni Benelli aveva scritto nel suo testamento: \u201cA tutti i carissimi figli e figlie di Firenze, lascio una sola parola: fidatevi sempre di Ges\u00f9 Cristo! E grazie, con particolare commozione a tutti quelli che mi hanno aiutato a ripetere questa parola (Ges\u00f9 Cristo). Che Dio mi prenda nella Sua misericordia\u201d. Amen!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Pubblichiamo l’omelia che il Cardinale Gualtiero Bassetti ha pronunciato oggi mercoled\u00ec 29 giugno nella liturgia di ringraziamento per i suoi 50 anni di ordinazione presbiterale. \u201cMagnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome\u201d. (Sal. 33) Il versetto del Salmo responsoriale mi aiuta ad esprimere la gioia che porto nel cuore e il profondo […]<\/p>\n","protected":false},"author":393,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[517],"tags":[1287,2204],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/46592"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/393"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=46592"}],"version-history":[{"count":4,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/46592\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":46595,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/46592\/revisions\/46595"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=46592"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=46592"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=46592"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}