{"id":4650,"date":"2005-09-02T00:00:00","date_gmt":"2005-09-02T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4650"},"modified":"2005-09-02T00:00:00","modified_gmt":"2005-09-02T00:00:00","slug":"frere-roger-uomo-di-dio-uomo-di-comunione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/frere-roger-uomo-di-dio-uomo-di-comunione\/","title":{"rendered":"Fr\u00e8re Roger, uomo di Dio, uomo di comunione"},"content":{"rendered":"

Fr\u00e8re Roger Shutz, fondatore della comunit\u00e0 ecumenica di Taiz\u00e9 (Francia), \u00e8 morto marted\u00ec 16 agosto. Ucciso da una mano violenta nella chiesa che lui aveva voluto dedicata alla riconciliazione. Stava pregando con i giovani, 2500 quella sera, e come al solito era circondato da bambini. Era l\u00e0, in ginocchio per la preghiera, disponibile a tutti, come sempre, con il suo abito bianco, i suoi bianchi capelli e lo sguardo limpido che mostrava un’anima donata a Dio. Aveva novant’anni. Una vita votata alla costruzione della pace seguendo il vangelo. Pace tra i cristiani, pace tra i popoli. La sua vocazione \u00e8 nata nella sua numerosa famiglia negli anni della seconda guerra mondiale (ricorda spesso l’esempio di sua madre e di sua nonna che lo hanno cresciuto nella fede ricevuta dalla Chiesa riformata svizzera). Il suo sogno era di poter essere un piccolo gruppo di uomini di riconciliazione. Ha iniziato nascondendo in casa ebrei e quanti fuggivano dal nazismo. Con pochi amici ha iniziato la sua avventura su una collina della Borgogna, nel piccolo villaggio di Taiz\u00e9. Dio ha benedetto quella piccola comunit\u00e0 che voleva vivere testimoniando l’amore di Dio, la tenerezza del suo amore e del suo perdono, in un abbandono fiducioso alla sua volont\u00e0. Dagli anni ’50 migliaia di giovani hanno salito quella collina trovandovi una sorgente sempre fresca di fiducia: fiducia in loro, nella loro capacit\u00e0 di amare, e fiducia in Dio che dalla nostra fragilit\u00e0 sa trarre meraviglie. Su quella collina sono saliti molti umbri, e tra questi anch’io, pi\u00f9 di vent’anni fa. Una sosta che ha lasciato semi di speranza per aver trovato, negli occhi di quel vecchio piccolo uomo, e nella sua comunit\u00e0, una Chiesa aperta al futuro, capace di generare fiducia e speranza, un anticipo di quella che potrebbe essere la Chiesa di Cristo pienamente riconciliata. Fr\u00e8re Roger \u00e8 uno dei grandi che hanno segnato il XX secolo, con Madre Teresa, con cui aveva un forte legame, e con i papi Giovanni XXIII, che defin\u00ec Taiz\u00e9 ‘la primavera della Chiesa’, Paolo VI e in particolare con Giovanni Paolo II che il 5 ottobre 1986, prima dell’incontro di preghiera per la pace ad Assisi, si rec\u00f2 a Taiz\u00e9. La comunit\u00e0 ricorda le sue parole, come la consegna di una missione: ‘Volendo voi stessi essere una ‘parabola di comunit\u00e0’, aiuterete tutti quelli che incontrerete ad essere fedeli alla loro appartenenza ecclesiale che \u00e8 il frutto della loro educazione e della loro scelta di coscienza, ma anche ad entrare sempre pi\u00f9 profondamente nel mistero di comunione che \u00e8 la Chiesa nel disegno di Dio’. Questo ha fatto fr\u00e8re Roger, umile uomo di Dio, che di s\u00e8 disse: ‘Segnato dalla testimonianza della sua vita (della nonna materna, n.d.r.) e, ancora molto giovane, seguendola, ho trovato la mia propria identit\u00e0 di cristiano riconciliando in me stesso la fede delle mie origini con il mistero della fede cattolica senza rottura di comunione con nessuno’.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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