{"id":46487,"date":"2016-06-16T11:30:40","date_gmt":"2016-06-16T09:30:40","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=46487"},"modified":"2018-07-20T16:57:17","modified_gmt":"2018-07-20T14:57:17","slug":"le-migrazioni-non-sono-iniziate-oggi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/le-migrazioni-non-sono-iniziate-oggi\/","title":{"rendered":"Le migrazioni non sono iniziate oggi"},"content":{"rendered":"
Quale giudizio dar\u00e0 la Storia sulle stragi nel Mediterraneo, sulle sofferenze dei profughi, sulla difficolt\u00e0 europea di gestire il fenomeno, sulla complessit\u00e0 delle dinamiche di integrazione? Abbiamo girato la domanda a Matteo Sanfilippo, docente di Storia moderna all\u2019Universit\u00e0 della Tuscia ed esperto di flussi migratori; ha collaborato, tra l\u2019altro, ai volumi della Fondazione Migrantes.<\/p>\n
Che attenzione d\u00e0 la Storia ai fenomeni migratori, al tema dei rifugiati?<\/strong> Perch\u00e9 si cancella la memoria?<\/strong> Oltre 10 mila morti nel Mediterraneo negli ultimi tre anni: non contano come \u2018vittime di guerra\u2019?<\/strong> Quindi la storia dei conflitti conta pi\u00f9 di quella delle migrazioni?<\/strong> Non ci sar\u00e0 dunque un giudizio della Storia sull\u2019incapacit\u00e0 dell\u2019Europa di salvare vite umane?<\/strong> Non siamo pi\u00f9 capaci di empatia e compassione?<\/strong> Come fare per trasmettere un po\u2019 di fatti oggettivi – e umanit\u00e0 – alle persone?<\/strong> Ci sar\u00e0 mai un giorno in cui il fenomeno potr\u00e0 essere regolamentato in maniera legale?<\/strong> Quale giudizio dar\u00e0 la Storia sulle stragi nel Mediterraneo, sulle sofferenze dei profughi, sulla difficolt\u00e0 europea di gestire il fenomeno, sulla complessit\u00e0 delle dinamiche di integrazione? Abbiamo girato la domanda a Matteo Sanfilippo, docente di Storia moderna all\u2019Universit\u00e0 della Tuscia ed esperto di flussi migratori; ha collaborato, tra l\u2019altro, ai volumi della Fondazione Migrantes. Che […]<\/p>\n","protected":false},"author":393,"featured_media":46488,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[2180,3695,6377],"tags":[2981,2993],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/46487"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/393"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=46487"}],"version-history":[{"count":5,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/46487\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":52520,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/46487\/revisions\/52520"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/46488"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=46487"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=46487"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=46487"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}
\n\u201cNel 1947 c\u2019erano in Italia un milione di rifugiati italiani e stranieri, tra cui moltissimi in fuga dai campi di concentramento (su una popolazione che allora era di circa 45 milioni, quindi il 2,5%), e non ne parla nessuno. \u00c8 stato un fatto apocalittico di cui non si parla mai sui libri di storia. Poi ci sono stati gli istriani italofoni scappati dal \u201947 al \u201949; poi dal \u201949 al \u201952 le rappresaglie contro le popolazioni di origine tedesca nell\u2019Europa dell\u2019est, le persone scappano di nuovo in Italia. Negli anni \u201970 i boat people in fuga dal Vietnam. Ogni decennio ha visto massicci arrivi di rifugiati. Ma i libri di storia non parlano di nessuno, nemmeno degli sbarchi degli anni \u201990 di albanesi, jugoslavi, ecc. \u00c8 qualcosa di fastidioso che va cancellato\u201d.<\/p>\n
\n\u201cPerch\u00e9, da un lato, la memoria \u00e8 corta e non vogliamo ricordarci le cose brutte. Dall\u2019altro, perch\u00e9 la maggioranza della popolazione \u00e8 contro l\u2019immigrazione. Ricordiamo che di recente la Cei ha fatto un\u2019inchiesta tra i frequentatori regolari della messa: solo il 52% era a favore dei rifugiati, una percentuale bassa considerando che \u00e8 uno dei pochi gruppi interessati al tema. Nella societ\u00e0, l\u2019attenzione \u00e8 nulla. La memoria viene cancellata perch\u00e9 i profughi, per l\u2019opinione pubblica, portano problemi. Sono stato a Ventimiglia. Il Vescovo ha concesso le chiese per ospitarli, ma i fedeli sono risentiti perch\u00e9 non possono andare a messa. \u00c8 una situazione molto complessa: noi cattolici siamo teoricamente pro-rifugiati, per\u00f2 ci troviamo con una parte contraria\u201d.<\/p>\n
\n\u201cDurante una guerra, le migliaia di morti non contano, contano i milioni. Di situazioni in cui muoiono migliaia di persone ce ne sono tantissime, e noi purtroppo siamo in un certo senso assuefatti. Ma questo accadeva gi\u00e0 nei tempi degli antichi greci, cio\u00e8 quando \u00e8 iniziata la scrittura. Quando Primo Levi torn\u00f2 a piedi dal campo di Auschwitz, cerc\u00f2 di pubblicare il suo libro Se questo \u00e8 un uomo, raccontando le sue esperienze del campo di concentramento e poi di rifugiato in fuga: per cinque anni le case editrici non lo vollero. La risposta fu: a nessuno interessa. L\u2019aspetto pi\u00f9 brutto della condizione di rifugiato \u00e8 far parte di una umanit\u00e0 scartata. Gli altri non ti vogliono\u201d.<\/p>\n
\n\u201cDegli emigranti si parla solo nel momento in cui diventano risorsa economica. Dei migranti italiani si \u00e8 parlato male fino agli anni \u201980 del Novecento. Poi ci si \u00e8 resi conto che tra loro c\u2019erano famosi attori e registi, allora si \u00e8 cominciato a parlare della \u2018risorsa\u2019 italiana all\u2019estero. Il mondo accademico non \u00e8 differente dalla societ\u00e0 a livello di scelte culturali, politiche e religiose. Ma questo succede ovunque. I rifugiati devono essere aiutati, per questo vengono visti con sospetto. Al di l\u00e0 dei documenti della Chiesa, \u00e8 da notare che non ci sono molti interventi pubblici a favore delle migrazioni\u201d.<\/p>\n
\n\u201cProbabilmente si parler\u00e0 dell\u2019Europa che si spacca perch\u00e9 non \u00e8 capace di far fronte all\u2019emergenza. Aumentano gli sbarchi e aumentano quelli che vorrebbero uscire dall\u2019Europa. In Austria un partitino xenofobo \u00e8 stato sconfitto per pochi voti. Forse sui libri di storia si parler\u00e0 di questo. Fenomeni analoghi di rifiuto del rifugiato sono in tutto il mondo. Si guarda chi arriva non come ospite ma come presenza indesiderata che sconvolge la situazione. Sono discorsi che, da un punto di vista antropologico, corrispondono purtroppo alla mentalit\u00e0 umana\u201d.<\/p>\n
\n\u201cDi fronte a tante tragedie nel mondo \u00e8 scattato un meccanismo di autoprotezione psichica perch\u00e9 si ritengono cose lontane. L\u2019interesse del singolo essere umano \u00e8 molto limitato e concentrato sul presente, non tiene conto della storia e del futuro. Noi non vediamo mai nessun fatto in maniera oggettiva, ma sempre attraverso filtri culturali, economici, sociali. Pi\u00f9 andr\u00e0 male l\u2019economia, pi\u00f9 gli italiani diranno che gi\u00e0 stanno male, quindi non possono accogliere perch\u00e9 devono essere aiutati. Quando l\u2019economia andava meglio c\u2019erano stati pi\u00f9 aiuti e donazioni nei confronti dei profughi dell\u2019ex Jugoslavia o dei Paesi africani\u201d.<\/p>\n
\n\u201cNon \u00e8 semplice spiegare i fatti come sono, perch\u00e9 coloro che non hanno l\u2019emergenza sotto gli occhi non la considerano. Al contrario, gli abitanti di Ventimiglia, che hanno 300 accampati sulla spiaggia, non pensano che sono numeri piccoli. Anche perch\u00e9 \u00e8 un\u2019epoca di feroci localismi. Tutto il resto non esiste. Coloro che parlano e insegnano possono solo provare a far capire cosa sta succedendo. Cerco di ricordare ai miei studenti che questi fatti succedono oggi ma sono accaduti anche ieri, l\u2019altroieri. La migrazione \u00e8 un fatto normale che nasce dalla preistoria, non \u00e8 una questione di ricchezza o povert\u00e0. Siamo un \u2018mammifero ambulante\u2019, poi ovviamente le guerre, la povert\u00e0 e le catastrofi naturali incentivano gli spostamenti. L\u2019attivit\u00e0 di testimonianza \u00e8 l\u2019unico modo di tenere viva la possibilit\u00e0 che qualcuno capisca. La speranza \u00e8 che la coscienza si amplii e che in politica ci sia un numero sufficiente di persone sensibile a questi temi\u201d.<\/p>\n
\n\u201cPenso di no. Resteranno sempre Governi che proporranno manovre di breve durata, e migranti che continueranno a spostarsi\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"