{"id":4640,"date":"2005-08-05T00:00:00","date_gmt":"2005-08-04T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4640"},"modified":"2015-07-27T12:34:35","modified_gmt":"2015-07-27T10:34:35","slug":"camminare-sulle-acque","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/camminare-sulle-acque\/","title":{"rendered":"Camminare sulle acque"},"content":{"rendered":"
Il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci viene riassunto e ripreso all’inizio dell’odierno lezionario con queste parole: “dopo che la folla si fu saziata”. Ecco poi che si apre una nuova scena. Ges\u00f9 finalmente riesce a stare solo per pregare. Ricordiamo che ne aveva avuta l’intenzione appena saputo della morte del Battista, ma senza successo, a causa della sua compassione per la folla (cfr. Mt<\/em> 14,14). Ora questa viene davvero congedata, e Ges\u00f9 sale sul monte, per rimanere solo. Sembra un dettaglio insignificante, ma credo significhi che Ges\u00f9 non solo ha avuto attenzione agli altri, ma \u00e8 stato anche e soprattutto attento al dialogo col Padre: ugualmente, anche noi non possiamo dedicarci totalmente agli altri, dimenticando invece Dio.Ora l’attenzione del nostro Vangelo si sposta da Ges\u00f9 ai suoi discepoli, ovvero dal monte – dove Ges\u00f9 si trova – al lago di Galilea, dove questi invece stanno.<\/p>\n Non sappiamo perch\u00e9 i discepoli siano ancora l\u00ec. Stanno pescando? Anche se siamo abituati a questa scena, il nostro testo non lo lascia pensare; infatti i vangeli dicono che la ragione della traversata \u00e8 per precedere Ges\u00f9 sull’altra sponda (cfr. Mt<\/em> 14,22). Ma se ormai al termine della notte i discepoli non sono ancora arrivati, qualcosa non deve aver funzionato. Solo al versetto 24 apprendiamo cosa \u00e8 accaduto: il vento contrario ha impedito ai discepoli di raggiungere la riva. Chi \u00e8 stato a Tiberiade, la citt\u00e0 ora pi\u00f9 importante del lago di Galilea, sa che i pescatori del luogo, anche quelli pi\u00f9 esperti, temono gli improvvisi cambiamenti di “umore” del lago. Il vento che soffia, anche d’estate e soprattutto di pomeriggio o di sera, \u00e8 davvero forte e pericoloso: onde alte, tempeste improvvise, sono registrate anche nei racconti evangelici (cfr. Mt<\/em> 8,24 = Mc<\/em> 4,37).<\/p>\n Se confrontiamo il nostro racconto con quello di Marco (Mc<\/em> 6,45-52), scopriamo a questo punto alcune caratteristiche interessanti. Secondo Marco Ges\u00f9 vede i discepoli che sono ormai stanchi di remare e decide di avvicinarsi a loro, forse per aiutarli; ma senza farsi vedere, aggiunge l’evangelista: “avrebbe voluto sorpassarli” (Mc<\/em> 6,48). Non capiamo pienamente il senso di queste espressioni, che sembrano contrastanti: Matteo risolve il tutto omettendo quanto legge da Marco e scrivendo solo che “Ges\u00f9 venne verso di loro camminando sul mare” (Mt<\/em> 14,25). Il verbo che Marco usa per dire che Ges\u00f9 li voleva sorpassare (par-erkomai) \u00e8 molto interessante: tra le sue tante occorrenze nel Primo Testamento, alcune riguardano proprio il passare di Dio, come nel caso della gloria che passa oltre Mos\u00e8 (Es<\/em> 33,22) o della presenza che oltrepassa Elia (1 Re<\/em> 19,11).<\/p>\n Questo ci porta a pensare che il racconto del nostro episodio nella redazione marciana voglia sottolineare particolarmente la misteriosa manifestazione di Dio all’uomo: si tratta di una vera e propria epifania (R. Guelich, Mark, WBC). \u00c8 questa, del resto, la scelta compiuta dal lezionario che associa al nostro vangelo, come prima lettura, il brano dal Primo libro dei Re<\/em>. Il Vangelo di Matteo<\/em> invece sembra essere maggiormente interessato a sottolineare il problema della fede: i versetti da 28 a 31, infatti, sono propri del Primo Vangelo e fanno parte della tradizione che questi ha ricevuto. \u00c8 difficile capire perch\u00e9 Pietro chieda di poter prendere parte ad una esperienza straordinaria come il camminare sull’acqua; ma dietro questo racconto vi \u00e8 forse il tema del coraggio della fede. Camminare sul mare significa credere che la potenza di Dio \u00e8 pi\u00f9 grande degli spiriti che l\u00ec sono presenti, significa credere che la fede pu\u00f2 tutto e nulla \u00e8 impossibile per chi crede (cfr. Mt<\/em> 17,20).<\/p>\n Di particolare interesse \u00e8 la finale del racconto. Laddove per Marco il racconto prevede una domanda sull’identit\u00e0 di Ges\u00f9 che rimane sospesa (“non avevano capito”, Mc<\/em> 6,52), il racconto di Matteo si chiude invece con una confessione di fede: gli indizi che Ges\u00f9 lascia ai discepoli e ai lettori (“Sono io”, Mt<\/em> 14,28) sono sufficienti per prostrarsi ed esclamare: “Tu sei veramente il Figlio di Dio” (Mt<\/em> 14,33). In effetti, solo Dio pu\u00f2 camminare sulle onde del mare, \u00e8 scritto nel libro di Giobbe (“Dio dispiega i cieli e cammina sulle onde del mare”, Gb<\/em> 9,8); solo chi \u00e8 come Dio pu\u00f2 fare quello che ha fatto Ges\u00f9. \u00c8 vero, anche Mos\u00e8 ed Elia hanno attraversato le acque del mare (cfr. Es<\/em> 14,21; 2 Re<\/em> 2,8), ma l’uno sull’asciutto e l’altro sopra il suo mantello. Solo Ges\u00f9 vi pu\u00f2 camminare sopra. Nessuno dei presenti ha mai visto nessuno camminare sulle acque, tanto che per molti \u00e8 difficile credere ai racconti di miracoli di Ges\u00f9 sulla natura.<\/p>\n Quelli poi, anche tra gli studiosi e i biblisti, che sono propensi a ritenere che molte guarigioni raccontate nei vangeli sono guarigioni da malattie psicosomatiche, difficilmente crederanno alla storicit\u00e0 del nostro racconto. \u00c8 da sottolineare che lo scopo dei vangeli non \u00e8 quello di raccontare esattamente come storicamente sono avvenute le cose l\u00ec narrate, ma \u00e8 pur vero che alcuni punti – come i racconti dei miracoli – definiscono chiaramente chi \u00e8 il Ges\u00f9 a cui noi ci riferiamo. Per noi cristiani non \u00e8 semplicemente un profeta, ma \u00e8 il Messia, ed \u00e8 Dio stesso, il Dio con noi. Se togliamo a Dio la possibilit\u00e0 di compiere miracoli sulla natura, non riconosciamo che \u00e8 lui il creatore dell’universo. Inoltre, Ges\u00f9 ha vissuto nella terra di Israele, e come i rabbini dicono, su quella terra benedetta i miracoli non solo sono possibili, ma sono la normalit\u00e0.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci viene riassunto e ripreso all’inizio dell’odierno lezionario con queste parole: “dopo che la folla si fu saziata”. Ecco poi che si apre una nuova scena. Ges\u00f9 finalmente riesce a stare solo per pregare. 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