{"id":46384,"date":"2016-06-01T18:49:08","date_gmt":"2016-06-01T16:49:08","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=46384"},"modified":"2018-07-20T16:45:31","modified_gmt":"2018-07-20T14:45:31","slug":"europa-che-fai-per-i-profughi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/europa-che-fai-per-i-profughi\/","title":{"rendered":"Europa, che fai per i profughi?"},"content":{"rendered":"
Al di l\u00e0 delle misure emergenziali – per certi versi imponenti -, finora la pi\u00f9 \u2018brillante\u2019 soluzione ideata dalla politica europea circa il flusso di migranti sembra sia stata quella di spostare gli ostacoli pi\u00f9 a sud, in modo che sia qualcun altro a fare il \u201clavoro sporco\u201d. Che si chiami Turchia o Libia, poco importa; cambiano al massimo le condizioni: da una parte si tratta di sborsare un mucchio di soldi, dall\u2019altra di rimettere in piedi un intero Paese.<\/p>\n
L\u2019obiettivo rimane per\u00f2 il medesimo: attivare un filtro che intercetti il flusso migratorio indesiderato e renda difficile raggiungere i confini europei. Ben poco, invece, si ragiona di ci\u00f2 che sta a valle e a monte del fenomeno. A valle ci sono situazioni di conflitto, ingiustizia e impoverimento intollerabili, sulle quali \u00e8 indubbiamente difficile intervenire, ma permanendo le quali non si capisce perch\u00e9 mai il flusso dovrebbe non aumentare. A monte c\u2019\u00e8 la sfida di accogliere stabilmente e integrare ogni anno nei Paesi europei un numero consistente di persone di cultura e spesso di religione diverse. Entrambe le prospettive chiedono un approccio politico, non meramente tecnico. La tramontata \u201cdiplomazia delle cannoniere\u201d, deprecabile quanto si vuole, era l\u2019espressione di una volont\u00e0 perseguita con impegno; oggi la politica appare a corto sia di visioni che di energia, prigioniera di tatticismi e tecnicismi buoni a turare le falle, non a far veleggiare la barca.<\/p>\n
Chi l\u2019ha capito \u00e8 il Papa, il quale da una parte non si stanca di invocare il cambiamento di un sistema economico che genera disagio umano e ambientale, e dall\u2019altra si adopera con ogni mezzo per incoraggiare il dialogo tra le culture e le religioni. Beccandosi di volta in volta del buonista, del comunista, del traditore, dell\u2019illuso\u2026 mentre le cose che dice prospettano l\u2019unica via per gestire il fenomeno in modo efficace e intelligente.<\/p>\n
Certo il pensiero di Papa Francesco non giunge fino a delineare le soluzioni operative \u2013 non \u00e8 questo il suo compito \u2013 ma offre uno sguardo lucido, libero da irragionevoli paure e ingenue illusioni. Il migration compact di Renzi, per quanto criticato dalla Caritas e dal mondo della cooperazione internazionale, ha l\u2019indubbio merito di guardare oltre l\u2019emergenza, riportando la questione in campo politico. Rimane da vedere se si trover\u00e0 in Europa abbastanza energia per imboccare le pur timide strade che esso prospetta, eppure impegnative e onerose, se attuate seriamente.<\/p>\n
Giover\u00e0 senz\u2019altro allo scopo un\u2019informazione obiettiva e positiva, che non faccia leva su paure irragionevoli, ma sulla capacit\u00e0 dell\u2019Europa di vincere anche questa sfida. Noi, modestamente, non abbiamo mai smesso di crederci.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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