{"id":46151,"date":"2016-05-06T14:00:05","date_gmt":"2016-05-06T12:00:05","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=46151"},"modified":"2016-05-06T14:02:12","modified_gmt":"2016-05-06T12:02:12","slug":"droga-non-basta-qualche-palliativo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/droga-non-basta-qualche-palliativo\/","title":{"rendered":"Droga: non basta qualche palliativo"},"content":{"rendered":"
Di droga si continua a morire. La cosa, ovviamente, fa notizia, e induce a riflettere \u2013 quanto meno, a scrivere sui giornali – sul fatto che il consumo di sostanze tra giovani e adulti rimane assai diffuso, nonostante le campagne di informazione, il lavoro di pubblica sicurezza e i protocolli di intesa tra istituzioni. Che la droga faccia male, ormai, si \u00e8 detto in tutte le salse e in tutte le sedi. Evidentemente non \u00e8 sufficiente. Anche perch\u00e9, accanto alle vecchie e nuove sostanze, si dipende sempre pi\u00f9 dall\u2019alcol, dal gioco d\u2019azzardo, dal Web\u2026 Fenomeni che interessano fasce crescenti di giovanissimi, di giovani e di adulti; indicatori di un vuoto di senso, di valori, di prospettive\u2026 che, pur di riempirsi, si accontenta di quello che si trova in giro, purch\u00e9 sia abbastanza \u201cforte\u201d. Lo vogliamo dire, allora, che, al di l\u00e0 dei tanti palliativi tesi a ridurre i danni, la soluzione del problema \u00e8 culturale e spirituale? \u00c8 chiaro che si tratta non di offrire informazioni, bens\u00ec di riempire questo vuoto con qualcosa che renda la vita degna di essere vissuta.<\/p>\n
Per noi, questo \u201cqualcosa\u201d \u00e8 Dio. Niente di meno. Del resto, come non riconoscere – anche se non \u00e8 politicamente corretto – che proporre i valori della Costituzione, le regole democratiche, la buona educazione, le vetuste tradizioni, l\u2019impegno ambientale, la lotta per la giustizia sociale, la pace tra i popoli\u2026 non \u00e8 risultato efficace? Perch\u00e9 tutto questo, per quanto buono e sensato, semplicemente non basta. L\u2019hanno affermato, con parole diverse, Benedetto XVI e Papa Francesco: una cultura – una ragione – che pretenda di fare a meno di Dio e di emarginare il pensiero religioso, non va da nessuna parte. Non perch\u00e9 tutti si debba essere credenti e praticanti, ma perch\u00e9 nessuno pu\u00f2 rinunciare a fare i conti con l\u2019esigenza di qualcosa di assolutamente buono, di assolutamente valido, di assolutamente degno della persona umana. Qualcosa che renda piena la vita. Pena il ritrovarsi vuoti, e magari scoprire che la nostra societ\u00e0, fondata su una tecnocrazia figlia di una ragione immanentista, annaspa in problemi che non sa risolvere.<\/p>\n
Nella cultura mediocremente pluralista e falsamente laica in cui siamo immersi, purtroppo, proprio queste questioni vengono giudicate irrilevanti, e i giovani incoraggiati a non perderci tempo. \u201cTanto – si dice – tutte le religioni sono uguali\u201d, con un\u2019affermazione che sarebbe ridicola, se non insinuasse che la ricerca della verit\u00e0 e il confronto con l\u2019Assoluto sono – al limite – faccende private, ma che nulla hanno a che fare con gli aspetti \u201cseri\u201d dell\u2019esistenza, personali e pubblici. Torniamo allora a parlare di Dio, di verit\u00e0, di Assoluto, anche se sono argomenti tab\u00f9. E per favore, non accontentiamoci di proporre ai giovani \u201cci\u00f2 che si trova attualmente in giro\u201d. Potrebbe essere pericoloso.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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