{"id":46049,"date":"2016-04-22T10:43:29","date_gmt":"2016-04-22T08:43:29","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=46049"},"modified":"2016-04-26T16:51:58","modified_gmt":"2016-04-26T14:51:58","slug":"il-capitolo-della-cattedrale-mette-in-mostra-i-suoi-tesori-di-arte-contemporanea","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-capitolo-della-cattedrale-mette-in-mostra-i-suoi-tesori-di-arte-contemporanea\/","title":{"rendered":"Il Capitolo della Cattedrale mette in mostra i suoi “tesori” di arte contemporanea"},"content":{"rendered":"
<\/a>Una ventina di opere contemporanee (pittoriche, grafiche e scultoree) saranno oggetto della mostra \u201cQuadri per un\u2019esposizione\u201d che si aprir\u00e0 sabato 23 aprile nella sala del Dottorato presso il chiostro della cattedrale di Perugia.
\nSi tratta di un piccolo corpus<\/em> di opere facenti parte di una raccolta pi\u00f9 vasta di artisti del XX secolo provenienti da lasciti e donazioni fatti al Capitolo della cattedrale di San Lorenzo e da tempo in deposito presso il museo, \u201cin attesa – spiega la curatrice Alessandra Roila – che si verificheranno, come sostiene il presidente del Capitolo della cattedrale mons. Fausto Sciurpa, le condizioni per allestire l\u2019auspicata sezione di arte contemporanea del Museo del Capitolo<\/a>\u201d.
\n\u201cLa parte pi\u00f9 consistente della collezione – prosegue – \u00e8 costituita dal lascito di mons. Dino Contini, sacerdote perugino, e dalle donazioni delle famiglie Giovagnoni, Maddoli, Briziarelli e Venanti. Perlopi\u00f9 si tratta di opere che si rifanno al tema del Sacro, ma visto e interpretato attraverso le diverse sensibilit\u00e0 artistiche degli autori, tanto che le opere non rappresentano solo soggetti sacri. A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso c\u2019\u00e8 infatti una maggiore apertura culturale del mondo cattolico, con un conseguente ampliamento del concetto di Sacro nell\u2019arte e un senso di rinnovamento dell\u2019arte sacra\u201d.
\n\u201cSe infatti – aggiunge Roila – fino al XX secolo il genere sacro aveva coinciso con l\u2019arte cristiana, espressione dell\u2019incarnazione di Dio e del mistero di Cristo, nel corso del Novecento, confrontandosi con la diffusione della secolarizzazione e del nichilismo, con l\u2019affermazione della \u2018morte di Dio\u2019, ci\u00f2 che prima costituiva un senso condiviso adesso diventa frammentazione del senso.
\nPer cui, accanto all\u2019esigenza di rinnovamento dell\u2019iconografia cristiana di superare i limiti della rappresentazione tradizionale, si avverte una ricerca di senso, senza che questo assuma una dominazione confessionale. Nell\u2019arte questo si esprime attraverso dominazioni differenti: invisibile, spiritualit\u00e0, misticismo\u201d.
\nConcetti ed espressioni che si ritrovano anche nelle opere esposte in mostra, quale la Crocifissione di Mariano Villalta, artista spagnolo che di questo rinnovamento \u00e8 un grande protagonista. \u201c\u00c8 l\u2019opera della sua maturit\u00e0 – spiega Alessandra Roila -, tipico esempio del Neoespressionismo astratto e materico, a met\u00e0 tra rappresentazione e astrazione\u201d.
\nTracce riconducibili a un\u2019ispirazione religiosa si ritrovano ad esempio nei paesaggi di Giorgio Maddoli, definito l\u2019artista del \u201cpaesaggio mistico\u201d, o ancor meglio in quelli di padre Diego Donati, o nei ritratti di Isabella Testoni. Particolare \u00e8 la tela Suonatore di fisarmonica di Alessandro Bruschetti, opera simbolo della mostra: con la sua \u201cpittura purilumetrica\u201d, incentrata sulle tematiche della luce e dello spazio, \u00e8 riuscito a realizzare un\u2019opera di un astrattismo molto personale. L\u2019elenco continua con opere di Gerardo Dottori, Nello Palloni, Domenico Purificato.<\/p>\n