{"id":45873,"date":"2016-04-05T14:49:47","date_gmt":"2016-04-05T12:49:47","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=45873"},"modified":"2016-04-05T20:22:39","modified_gmt":"2016-04-05T18:22:39","slug":"le-tappe-di-un-discepolo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/le-tappe-di-un-discepolo\/","title":{"rendered":"Le tappe di un discepolo"},"content":{"rendered":"

\"AltareBibbia\"<\/a>E’ la domenica di Pietro. Sembra ormai lontana l\u2019esperienza del Venerd\u00ec santo. Tre volte Pietro aveva negato di conoscere Ges\u00f9, lui che aveva giurato fedelt\u00e0 fino alla morte, lui che \u00e8 caduto miseramente travolto dai limiti umani, come noi in ogni momento della vita. Tre volte aveva tradito e tre volte oggi, nel racconto della terza apparizione del Risorto, Ges\u00f9 gli chiede un\u2019affermazione d\u2019amore. La tradizione ebraica dice che, se un evento si ripete per almeno tre volte, diventa consuetudine. \u00c8 consuetudine che l\u2019indole umana ci porti a tradire il Signore, ma \u00e8 ormai assodata anche la certezza del Risorto come riferimento, nonostante la difficolt\u00e0 a riconoscerlo, cos\u00ec come ormai \u00e8 assodata la presenza del Risorto nella vita incipiente della Chiesa, qui rappresentata nei sette discepoli (sette = totalit\u00e0, universalit\u00e0), nel primato di Pietro, nel riconoscimento del discepolo e nella missione. Oggi quindi la liturgia ci invita a una riflessione ecclesiologica: dal Risorto nasce la Chiesa, una Chiesa che contempla la sua dimensione celeste (Apocalisse) ma legata ancora alle difficolt\u00e0 terrene (Vangelo), una Chiesa chiamata ad annunciare il Risorto anche nella prova (Atti degli apostoli), una Chiesa che fonda sull\u2019amore verso Cristo (\u201cMi ami tu?\u201d) la sua missione. Una Chiesa che, se getta le reti sulla parola del Risorto, sperimenta una pesca che comprende 153 grossi pesci: tutte le specie conosciute allora, cio\u00e8 l\u2019insieme di vari popoli nell\u2019unica Chiesa, rete che non si spezza. Nello scenario del lago di Tiberiade, nell\u2019ordinario della loro vita, Ges\u00f9 incontra i discepoli. Tra loro vi \u00e8 il discepolo fedele sotto la croce, che Lui ha affidato a sua madre, ma c\u2019\u00e8 anche chi l\u2019ha tradito pi\u00f9 volte e coloro che l\u2019hanno abbandonato. Ma Lui si china su queste debolezze e va a incontrarli nel loro quotidiano ripreso a fatica. E nello scenario del nostro quotidiano Ges\u00f9 si incontra con noi, con le nostre problematiche, con le nostre fatiche sperimentate nel pescare per tutta la notte senza vedere frutti. Sono difficolt\u00e0 di relazione dentro e fuori la famiglia, difficolt\u00e0 educative con i figli, difficolt\u00e0 a essere fecondi di azioni positive per noi e per la societ\u00e0. Ges\u00f9 si manifesta, ma non sempre ne riconosciamo la presenza.<\/p>\n

\u201cAvete nulla da mangiare?\u201d. No, non abbiamo che i nostri limiti, le nostre incongruenze, le nostre difficolt\u00e0. Basterebbe gettare le reti sulla sua parola, affidarci a Lui, e la notte lascerebbe il posto all\u2019alba, segnata e illuminata dalla luce della sua presenza. Basterebbe affidarci a Lui, e le nostre incongruenze si dissolverebbero e saremmo capaci di gridare, non a parole ma con la vita: \u201c\u00c8 il Signore!\u201d, senza i tentennamenti del \u201cchi sei?\u201d, sapendolo presente e fedele nella nostra storia. Non lasciamoci scoraggiare dalle nostre notti infruttuose, non permettiamo che la quotidianit\u00e0 sia travolta dai nostri fallimenti, dalle delusioni e dall\u2019impotenza. Coraggio! Ges\u00f9 \u00e8 sulla riva e ci aspetta. Ha gi\u00e0 acceso un fuoco per noi e prepara del pane e del pesce da unire alle nostre fatiche per un pasto capace di rimetterci in moto e in missione. Ogni discepolo ha la sua missione. Come Pietro ha quella di \u201cpascere i suoi agnelli\u201d, cos\u00ec anche noi abbiamo la nostra missione nella Chiesa e nella societ\u00e0, singolarmente, come coppia, come famiglia. Una missione che trova il suo senso profondo e la sua luce prima nel riconoscere il Risorto, poi nel pasto preparato per noi (l\u2019eucaristia) e consumato con i fratelli. Nel brano evangelico di oggi leggiamo il cammino di fede del discepolo che si sente amato: dalla visione di una croce che segna l\u2019esistenza, da un sepolcro che pone una pietra su un passato di speranze e all\u2019apparenza deluso, da una routine quotidiana che riprende senza colore, c\u2019\u00e8 il sorprendente incontro con il Risorto a ridare vita. Ges\u00f9 ci chiede: \u201cMi vuoi bene? Vuoi essere mio amico, vuoi fare comunione con me?\u201d. \u00c8 la sua tenerezza, il suo amore di Sposo fedele che dimentica i tradimenti e trasforma il nostro cuore di pietra. \u00c8 normale allora che anche noi, come Pietro, riusciamo a dire: \u201cCerto, Signore, tu sai che ti amo. Tu sai tutto, tu sai che ti amo\u201d. L\u2019amore in Cristo e per Cristo non \u00e8 altro che un inno di lode e di ringraziamento per i prodigi che Lui sa operare in noi, nella nostra storia, nelle nostre famiglie.<\/p>\n

Chi sono gli autori del commento al Vangelo<\/p>\n

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