{"id":4541,"date":"2005-06-17T00:00:00","date_gmt":"2005-06-16T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=4541"},"modified":"2015-07-24T11:29:09","modified_gmt":"2015-07-24T09:29:09","slug":"xii-domenica-tempo-ordinario","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/xii-domenica-tempo-ordinario\/","title":{"rendered":"Il discorso “apostolico”"},"content":{"rendered":"
In questa domenica e nella prossima proclameremo parte di quel discorso di Ges\u00f9 conservatoci dal Primo Vangelo, chiamato “missionario” o “apostolico”, e che prende praticamente tutto il decimo capitolo (Mt<\/em> 10,5-42). \u00c8 il secondo lungo discorso del Vangelo di Matteo<\/em>: inizia con il brano che la liturgia ci ha proposto la domenica passata (la chiamata e l’invio dei dodici), e si conclude con quella formula tipica che in Matteo troviamo sempre a conclusione di ogni discorso di Ges\u00f9: “Quando Ges\u00f9 ebbe terminato di” (Mt<\/em> 11,1).<\/p>\n Anche il Vangelo secondo Luca<\/em> contiene le parole di questo discorso: segno che Matteo e Luca hanno potuto attingere ad una stessa fonte che invece Marco ha tralasciato o di cui non era a conoscenza. Tornando al segmento di oggi – questo riguarda due aspetti della missione: la paura nella persecuzione (10,26-31) e il riconoscere o rinnegare Ges\u00f9 (32-33). Dove viene annunciato il Vangelo, l\u00ec ci sar\u00e0 opposizione da parte di qualcuno. \u00c8 strano che nel nostro versetto 10,28 (“Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima”) non si chiarisca con precisione chi sono “quelli” che cercano di uccidere il corpo; anche prima, in 10,17, si parlava genericamente di “uomini” che consegneranno i discepoli di Ges\u00f9 nei tribunali, e in 10,19 e in 10,23, ancora, il soggetto della persecuzione non \u00e8 espresso chiaramente.<\/p>\n O entriamo nella strana logica del complotto che i paranoici trovano continuamente costruito contro di loro (si veda Il pendolo di Foucault<\/em> di Umberto Eco), oppure dobbiamo credere che il Vangelo \u00e8 scomodo e pu\u00f2 sempre, in ogni tempo e in ogni contesto, portare alla morte di chi lo annuncia. All’inizio della storia della Chiesa, le parole di Ges\u00f9 devono aver sostenuto i discepoli perseguitati dagli imperatori romani, ma ancora recentemente le vittime delle ideologie del Novecento sarebbero capaci di spiegarci, con il loro martirio, il senso di questo discorso missionario. Ecco perch\u00e9 Ges\u00f9 dice che se il prezzo da pagare per il Vangelo \u00e8 a volte quello della vita, questa non viene mai tolta, ma, anzi, \u00e8 data davvero: chi uccide il corpo non ha mai il potere di togliere anche l’anima.<\/p>\n Nel Vangelo, dunque, c’\u00e8 qualcosa di scomodo e di pericoloso. Quando il messaggio viene addomesticato, diventa innocuo e non serve a nulla, come il sale della terra pu\u00f2 solo essere gettato. Di pi\u00f9: se la Parola di Ges\u00f9 non viene gridata dai tetti, e non \u00e8 detta apertamente, nella luce, non \u00e8 efficace. \u00c8 certo che Ges\u00f9 qui sta descrivendo la missione dei discepoli, ma ancor prima sta parlando di se stesso, e cio\u00e8 del modo in cui Egli si \u00e8 inteso come Messia. Ges\u00f9 non ha mai avuto paura di dire le cose chiaramente, anche quando questo avrebbe potuto nuocergli. Il Vangelo di Giovanni ci spiega bene l’opera di Ges\u00f9, quando riporta la sua risposta al sommo sacerdote che lo interroga nel Sinedrio: “Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto” (Gv<\/em> 18,20).<\/p>\n Guai a noi se ritenessimo che le parole del Vangelo sono qualcosa di esoterico, un messaggio riservato a pochi iniziati che soli possono comprenderle e viverle: come Ges\u00f9 ha parlato apertamente, anche la Chiesa ha il dovere di non tacere. Pu\u00f2 anche mancare il coraggio della testimonianza. Come \u00e8 accaduto nella storia della Chiesa, con i lapsi (ricordiamo il De Lapsis<\/em> di Cipriano, scritto quando durante le persecuzioni molti fedeli della Chiesa di Cartagine avevano sacrificato agli idoli per salvarsi la vita), \u00e8 difficile “dichiararsi pubblicamente a favore di” (questo il senso del verbo “riconoscere” – homologh\u00e9o<\/em>) Cristo. Rinnegare Ges\u00f9, non riconoscersi pi\u00f9 in lui e in quello che ha fatto, abbandonarlo, \u00e8 spesso la soluzione pi\u00f9 facile.<\/p>\n Non ci scandalizziamo: “rinnegare”, il verbo qui usato, \u00e8 anche quello che dice ci\u00f2 che Pietro ha fatto, negando di aver conosciuto Ges\u00f9 (cfr. Mt<\/em> 26,70.72).Ges\u00f9 stesso \u00e8 al centro del messaggio del Regno dei Cieli, quello che gli apostoli devono annunciare come ormai “vicino” (cfr. M<\/em>t 10,7). La relazione con quel Dio del Regno che viene annunciato \u00e8 possibile solo attraverso Ges\u00f9, scrive Matteo: rigettarlo, significa essere rigettati da Dio. “L’importanza della cristologia per Matteo \u00e8 chiaramente evidente in queste frasi. Ges\u00f9 \u00e8 sia l’oggetto dell’annuncio missionario, e anche l’unico mediatore presso il Padre. Non esiste una zona di mezzo o ‘neutra’: o si \u00e8 per Ges\u00f9, o si \u00e8 contro di lui. I confini del giudaismo vengono qui oltrepassati, perch\u00e9 mai nessun profeta, o scriba, o rabbi, ha mai detto prima queste cose. Matteo ci mette continuamente davanti all’unicit\u00e0 di Ges\u00f9” (Hagner).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" In questa domenica e nella prossima proclameremo parte di quel discorso di Ges\u00f9 conservatoci dal Primo Vangelo, chiamato “missionario” o “apostolico”, e che prende praticamente tutto il decimo capitolo (Mt 10,5-42). \u00c8 il secondo lungo discorso del Vangelo di Matteo: inizia con il brano che la liturgia ci ha proposto la domenica passata (la chiamata […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[492],"tags":[1913,1663,1458],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4541"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=4541"}],"version-history":[{"count":3,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4541\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":40117,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/4541\/revisions\/40117"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=4541"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=4541"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=4541"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}