Torniamo a parlare della stepchild adoption (in italiano, \u201cadozione del figliastro\u201d, ovvero adozione del figlio del convivente). Grazie ad essa – se diventasse legge -, chi fa parte di una coppia omosessuale registrata come unione civile avrebbe la possibilit\u00e0 di adottare il figlio naturale del suo compagno (o della sua compagna). \u00c8 facile immaginare come andrebbero le cose: in una coppia di omosessuali maschi, uno dei due registra un neonato come figlio naturale suo e di una donna che non vuole essere nominata; dopodich\u00e9 il suo compagno lo adotta, e il bambino si trova con due padri e nessuna madre. Idem, a parti invertite, nel caso di una coppia omosessuale femminile (due madri, nessun padre).
\nSi capisce che a molti queste prospettive sembrino innaturali e inaccettabili. Per\u00f2 va detto che situazioni del genere sono gi\u00e0 possibili, anche se per ora solo di fatto; pu\u00f2 accadere che un bambino si trovi ad avere un genitore biologico solo – perch\u00e9 l\u2019altro \u00e8 scomparso nell\u2019anonimato – e che viva sotto lo stesso tetto con il partner del primo, avendo con quest\u2019ultimo una vera relazione affettiva, pur se non legalizzata. Queste cose avvengono perch\u00e9 la legge (non da oggi) consente che un bambino, alla nascita, sia riconosciuto solo dalla madre o solo dal padre.
\nIn realt\u00e0 ci sarebbe un\u2019eccezione: la legge sulla procreazione assistita (n. 40 del 2004) vieta il disconoscimento del figlio se il genitore si \u00e8 prestato alla fecondazione artificiale; ma \u00e8 chiaro che questa norma pu\u00f2 essere facilmente aggirata. L\u2019introduzione della stepchild adoption per legge non cambierebbe molto, nella sostanza. Di pi\u00f9: il Tribunale per minorenni di Roma ha gi\u00e0 consentito, in qualche caso, a una donna omosessuale di adottare il figlio nato dalla sua convivente. Come spiegano i giudici queste decisioni? Con l\u2019argomento (lo dico con parole mie) che il bambino non ha nessuna colpa del modo in cui \u00e8 stato fatto nascere, e che quindi tanto vale che chi lo ha voluto sia responsabilizzato di fronte alla legge assumendo i diritti, ma anche gli obblighi di un genitore. Si pu\u00f2 essere in disaccordo, ma una logica c\u2019\u00e8.<\/p>\n
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