{"id":45175,"date":"2016-01-25T15:24:37","date_gmt":"2016-01-25T13:24:37","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=45175"},"modified":"2016-01-25T15:24:37","modified_gmt":"2016-01-25T13:24:37","slug":"qual-e-il-nostro-atteggiamento-di-fronte-a-dio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/qual-e-il-nostro-atteggiamento-di-fronte-a-dio\/","title":{"rendered":"Qual \u00e8 il nostro atteggiamento di fronte a Dio?"},"content":{"rendered":"

Il Vangelo di domenica prossima \u00e8 la diretta prosecuzione di quello letto domenica scorsa.
\nGes\u00f9 si \u00e8 presentato alla sua comunit\u00e0 di Nazaret come il Messia annunciato dal profeta Isaia. Cos\u00ec ci eravamo lasciati, in sospeso circa la reazione suscitata nei suoi compaesani, che con una certa trepidazione lo stavano osservando. Ci potevamo immaginare scene entusiastiche e lacrime di gioia, invece scopriamo che le parole di Ges\u00f9 generano mormorazione. L\u2019iniziale stupore si trasforma subito in perplessit\u00e0, circa il fatto che il Messia possa essere uno che viene dalla loro gente, \u201cil figlio di Giuseppe\u201d.
\nGes\u00f9, come sempre, non gioca in difesa, ma rilancia, leggendo nei loro cuori un desiderio di miracolismo, di veder compiere dei segni eclatanti che possano fugare la loro perplessit\u00e0. Ges\u00f9 non vuole questo, non vuole essere osannato come un mago o un guaritore, ma vuole che il suo operato risvegli la fede e un radicale cambiamento di vita. I nazareni invece si mettono ad osservarlo e \u201ctestarlo\u201d con scettica incredulit\u00e0. Ges\u00f9 prova allora a motivare la sua scelta citando le Sacre Scritture e quegli episodi in cui i profeti Elia ed Eliseo si sono comportati in maniera simile. Ma la gente della sinagoga, anzich\u00e9 mettersi in discussione, chiude definitivamente i conti con Ges\u00f9. La goccia ha fatto traboccare il vaso. Quel figlio di Giuseppe \u00e8 un arrogante e un borioso, oltre che un irriconoscente verso la sua gente. La mormorazione si \u00e8 trasformata in sdegno. Ecco che siamo invitati dalla Parola a metterci anche noi in discussione e a leggere dentro di noi qual \u00e8 il nostro atteggiamento nei confronti di Dio. Anche noi lo vogliamo a nostro uso e consumo? Che soddisfi le nostre richieste come un distributore automatico di grazie? Talvolta la nostra fede si riduce a questo.
\nCi rivolgiamo a Dio perch\u00e9 appiani la nostra vita, ce la semplifichi dandoci la salute, il denaro, gli affetti, la realizzazione personale.\u00a0 Se qualcosa di questo ci manca, ci sembra di aver ricevuto un torto da Dio e anche noi ci sdegniamo. E questo sdegno porta all\u2019indifferenza, a considerare Dio come un estraneo nella nostra vita. Non abbiamo fatto esperienza che Egli \u00e8 venuto a cambiare la nostra esistenza, ma non tanto modificando le circostanze che viviamo e le nostre condizioni esterne. Piuttosto \u00e8 venuto a trasformarci dal di dentro, a cambiare il nostro cuore e con esso il nostro approccio alla vita, al mondo, agli altri.
\nAncora una volta san Paolo, nella seconda lettura, ci offre la pista concreta di questa trasformazione: all\u2019opposto dello sdegno e dell\u2019indifferenza c\u2019\u00e8 la carit\u00e0. Spendiamo la nostra vita alla ricerca di una fantomatica felicit\u00e0, del benessere, della tranquillit\u00e0, del piacere e non ci accorgiamo che ci\u00f2 che davvero conta \u00e8 amare di un amore che somigli il pi\u00f9 possibile alla carit\u00e0, cio\u00e8 ad amare da Dio. San Paolo ci dice che alla fine ci\u00f2 che conta \u00e8 solo questo: amare, perch\u00e9 \u201cla carit\u00e0 non avr\u00e0 mai fine\u201d. Se tutto finir\u00e0 tranne lei, allora vuol dire che \u00e8 davvero l\u2019essenziale, che se spremiamo il succo delle nostre vite, ci\u00f2 che ne uscir\u00e0 sar\u00e0 l\u2019amore che saremo stati in grado di vivere. Allora l\u2019obiettivo vero della nostra esistenza non \u00e8 la salute o l\u2019agiatezza, bens\u00ec la crescita nell\u2019amore. Una crescita concreta e quotidiana, fatta di relazioni con gli altri.
\nSentendoci amati da Dio cresceremo nell\u2019amore per chi ci sta accanto, alla scuola della carit\u00e0 che \u00e8 magnanima e benevola, \u201cnon \u00e8 invidiosa, non si vanta, non si gonfia d\u2019orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto\u201d. \u00c8 l\u2019atteggiamento di Ges\u00f9, che rifiutato dalla sua gente, non si sdegna e fugge. Anzi compie tre azioni: \u201csi lascia condurre\u201d, \u201cpassa in mezzo a loro\u201d, \u201csi mette in cammino\u201d.
\nLa risposta di Ges\u00f9 al desiderio di morte che ha suscitato tra i suoi amici e parenti \u00e8 la vicinanza. Rimane con loro, si lascia portare dove vogliono. Ci sembra gi\u00e0 di intravvedere il momento in cui sar\u00e0 davvero condotto a morte. Quanta tenerezza in quest\u2019uomo che risponde al male con il bene! Il suo incamminarsi passando nel mezzo non \u00e8 casuale: \u00e8 per essere seguito. Fino all\u2019ultimo spera di guadagnare la loro sequela. Il testo non ci dice che qualcuno non lo abbia fatto, che qualcuno non si sia lasciato conquistare dalla sua docile carit\u00e0, che \u201ctutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta\u201d. Anche noi siamo invitati a metterci alla sequela di questo tipo di amore, a crescerci dentro, a farne l\u2019obiettivo principale della nostra vita.<\/p>\n

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