{"id":45114,"date":"2016-01-22T13:51:58","date_gmt":"2016-01-22T11:51:58","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=45114"},"modified":"2017-10-12T19:55:42","modified_gmt":"2017-10-12T17:55:42","slug":"papa-francesco-per-la-prima-volta-in-visita-alla-sinagoga-di-roma","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/papa-francesco-per-la-prima-volta-in-visita-alla-sinagoga-di-roma\/","title":{"rendered":"Papa Francesco per la prima volta in visita alla sinagoga di Roma"},"content":{"rendered":"
\"Papa<\/a>
Papa Francesco con il rabbino capo Riccardo Di Segni in visita alla sinagoga di Roma<\/figcaption><\/figure>\n

Papa Francesco ha portato il \u201csaluto di pace\u201d agli ebrei, italiani e non solo, nel corso della sua \u201cprima visita\u201d alla sinagoga di Roma il 17 gennaio. Proprio cos\u00ec l\u2019ha definita: \u201cprima visita\u201d, quasi a prometterne un\u2019altra.
\nBergoglio \u00e8 il terzo Pontefice a mettere fisicamente piede nell\u2019edificio, dopo Giovanni Paolo II nel 1986 e Benedetto XVI nel 2010.Entrambi erano per\u00f2 stati preceduti da Giovanni XXIII che benedisse la comunit\u00e0 ebraica all\u2019esterno della sinagoga sul Lungotevere, suscitando scalpore e gioia.
\nLa visita di Wojtyla fu \u201cstorica\u201d. Quella di Ratzinger, \u201ccontroversa\u201d a causa delle voci che circolavano circa la possibile beatificazione di Pio XII. Un giorno probabilmente verr\u00e0 riconosciuta in via ufficiale l\u2019opera di Papa Pacelli a favore degli ebrei perseguitati, ma \u00e8 giusto rispettare la sensibilit\u00e0 diffusa, specie su un tema cos\u00ec delicato; tant\u2019\u00e8 che Papa Francesco ha lasciato cadere il caso Pacelli. Quanto alla sua visita, avviene in un momento di tensioni e stragi causate dal terrorismo islamico.
\n\u201cNel dialogo interreligioso – ha detto il Papa<\/strong> – \u00e8 fondamentale che ci incontriamo come fratelli e sorelle davanti al nostro Creatore e a Lui rendiamo lode; che ci rispettiamo e apprezziamo a vicenda, e cerchiamo di collaborare. Nel dialogo ebraico-cristiano c\u2019\u00e8 un legame unico e peculiare, in virt\u00f9 delle radici ebraiche del cristianesimo: ebrei e cristiani devono dunque sentirsi fratelli, uniti dallo stesso Dio e da un ricco patrimonio spirituale comune (cfr. Nostra aetate<\/em> , 4), sul quale basarsi e continuare a costruire il futuro\u201d.
\nDopo aver richiamato, a questo proposito, il 50\u00b0 anniversario del Concilio Vaticano II, ha aggiunto: \u201cInsieme con le questioni teologiche, non dobbiamo perdere di vista le grandi sfide che il mondo di oggi si trova ad affrontare. Quella di un\u2019ecologia integrale \u00e8 ormai prioritaria, e come cristiani ed ebrei possiamo e dobbiamo offrire all\u2019umanit\u00e0 intera il messaggio della Bibbia circa la cura del creato. Conflitti, guerre, violenze e ingiustizie aprono ferite profonde nell\u2019umanit\u00e0, e ci chiamano a rafforzare l\u2019impegno per la pace e la giustizia.
\nOgni essere umano, in quanto creatura di Dio, \u00e8 nostro fratello, indipendentemente dalla sua origine o dalla sua appartenenza religiosa. Ogni persona va guardata con benevolenza, come fa Dio, che porge la sua mano misericordiosa a tutti, indipendentemente dalla loro fede e dalla loro provenienza, e che si prende cura di quanti hanno pi\u00f9 bisogno di Lui: i poveri, i malati, gli emarginati, gli indifesi. L\u00e0 dove la vita \u00e8 in pericolo, siamo chiamati ancora di pi\u00f9 a proteggerla. N\u00e9 la violenza n\u00e9 la morte avranno mai l\u2019ultima parola davanti a Dio, che \u00e8 il Dio dell\u2019amore e della vita. Noi dobbiamo pregarlo con insistenza affinch\u00e9 ci aiuti a praticare in Europa, in Terra Santa, in Medio Oriente, in Africa e in ogni altra parte del mondo la logica della pace, della riconciliazione, del perdono, della vita\u201d.
\nIl rabbino capo Riccardo Di Segni<\/strong> ha sottolineato che, nella \u201ctradizione giuridica rabbinica, un atto ripetuto tre volte [come le visite papali, ndr ] diventa chazaq\u00e0<\/em> , consuetudine fissa. \u00c8 decisamente il segno concreto di una nuova Era\u201d.
\nQuindi ha ricordato il Giubileo nella tradizione ebraica: \u201cNon ci \u00e8 sfuggito il momento iniziale in cui all\u2019apertura della porta \u00e8 stata recitata la formula liturgica \u2018aprite le porte della giustizia\u2019. Per un ebreo che ascolta \u00e8 qualche cosa di noto e familiare, \u00e8 la citazione del verso dei Salmi \u201d che \u201ccitiamo nella nostra liturgia festiva\u201d. Tutti \u201cattendiamo – ha detto ancora Di Segni – un momento chiss\u00e0 quanto lontano nella storia in cui le divisioni si risolveranno… Accogliamo il Papa per ribadire che le differenze religiose, da mantenere e rispettare, non devono per\u00f2 essere giustificazione all\u2019odio e alla violenza, ma ci deve essere invece amicizia e collaborazione; e che le esperienze, i valori, le tradizioni, le grandi idee che ci identificano devono essere messe al servizio della collettivit\u00e0\u201d.
\nAll\u2019evento era anche presente un portavoce della Knesset , il Parlamento dello Stato di Israele, Yuli Edelstein . Il quale ha ringraziato il Papa per i suoi appelli a favore della Terra Santa: questo \u201caiuta l\u2019economia, sia per ebrei che per gli arabi, e potrebbe favorire la stabilit\u00e0 e la pace\u201d in Medio Oriente.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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