{"id":451,"date":"2012-01-16T10:44:22","date_gmt":"2012-01-16T10:44:22","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=451"},"modified":"2014-07-10T22:18:09","modified_gmt":"2014-07-10T20:18:09","slug":"seminario-regionale-100-candeline","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/seminario-regionale-100-candeline\/","title":{"rendered":"Seminario regionale, 100 candeline"},"content":{"rendered":"
Cento anni e non li dimostra, forse perch\u00e8 vive di giovani ed ha lo sguardo sempre volto al domani. Il Seminario regionale umbro dal 1912 \u00e8 il cuore pulsante delle Chiese che sono in Umbria e in questo 2012 celebra il centenario. Primo appuntamento gioved\u00ec 26 gennaio quando il seminario e i vescovi umbri saranno ricevuti in udienza privata da Benedetto XVI.
\nQuando \u00e8 stato fondato, in regione vi erano 15 diocesi, oggi sono 8. In questi cento anni il mondo \u00e8 cambiato e con il mondo anche la Chiesa.
\nNella prima met\u00e0 del secolo scorso, dal 1938 al 1948, al Regionale vi erano in media 120 alunni di teologia. Erano gli anni in cui nelle case si diceva il rosario, tanti giovani erano iscritti all\u2019Azione cattolica (l\u2019unica associazione laicale allora esistente), tutti andavano a messa la domenica e il Seminario aveva anche una funzione di promozione sociale facendo studiare anche i ragazzi delle famiglie povere. Quando il mondo \u00e8 cambiato le vocazioni si sono ridotte fino ad un minimo di 15 per poi risalire un poco.
\nIl numero dei preti sta cos\u00ec diminuendo, ma il Rettore del Seminario Regionale, non ritiene corretto dire che c\u2019\u00e8 un calo di vocazioni, anzi \u201cin proporzione ai credenti praticanti ce ne sono di pi\u00f9!\u201d. E spiega. \u201cOggi abbiamo 40 seminaristi, un terzo di quelli che il seminario ha avuto nei suoi anni migliori, ma dobbiamo considerare che i giovani che oggi vanno a messa la domenica sono molto meno di un terzo di quelli che ci andavano negli anni quaranta. E la fede non cresce senza l\u2019incontro costante con una \u201ccomunit\u00e0 credente\u201d.
\n\u201cI preti di oggi sono fatti con i ragazzi di oggi\u201d. Cos\u00ec la differenza non sta solo nei numeri. Sta, per esempio, anche nell\u2019et\u00e0 in cui arriva la decisione di entrare in Seminario: in media intorno ai 24\/25 anni. \u201c\u00c8 l\u2019et\u00e0 in cui un giovane oggi si pone la domanda sulla prospettiva di vita: matrimonio, lavoro e cos\u00ec via\u201d.
\nAltra differenza \u00e8 la formazione umana dei giovani. Oggi si dice che sono \u201cfragili\u201d ed \u00e8 certamente vero. Ai giovani oggi \u201c\u00e8 per\u00f2 chiesta una capacit\u00e0 di speranza e di fiducia\u201d molto pi\u00f9 forti di venti anni fa quando, osserva il Rettore, si poteva contare sulla solidit\u00e0 della famiglia di origine, quando lo studio portava ad un lavoro. Certezze che i giovani di oggi non hanno.
\nIl Seminario, oggi pi\u00f9 di ieri, deve perci\u00f2 sostenere la formazione umana insieme a quella spirituale.
\nI preti che usciranno nei prossimi anni sanno che li aspettano almeno 3000 anime contro le 300 di qualche decennio fa. Dovranno quindi saper collaborare tra loro e con i laici, dovranno affrontare problemi complessi e a loro sar\u00e0 chiesto di essere capaci di ascolto, di essere di appoggio alle persone in difficolt\u00e0, senza per questo perdere di identit\u00e0 trasformandosi in psicologi o assistenti sociali. Questo \u00e8 il lavoro, oggi, dei formatori del Seminario. E non solo in Umbria. I rettori dei Seminari italiani ogni anno si danno appuntamento per una settimana di studio e confronto comune. Ed \u00e8 in questi incontri che \u00e8 nata l\u2019idea di chiedere al Papa una udienza privata per il Seminario di Assisi e gli altri due Seminari che in questo 2012 ricordano i cento anni di fondazione: il \u201cS. Pio X\u201d di Catanzaro e il \u201cS. Luigi\u201d di Napoli dei Padri Gesuiti.<\/p>\n
Maria Rita Valli<\/p>\n
IN CENTO ANNI<\/p>\n
– 1.500 i sacerdoti che vi si sono formati;
\n– 22 i preti diventati vescovi;
\n– 3 i vescovi eletti cardinali: Ennio Antonelli, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, del clero di Orvieto-Todi; Fortunato Baldelli, penitenziere maggiore emerito, del clero di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino; Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, il cui cardinalato \u00e8 stato annunciato lo scorso 6 gennaio, del clero di Foligno;
\n– 18 i rettori che si sono susseguiti alla guida del Seminario;
\n– 1 sacerdote verso gli altari: don Andrea Bonifazi del clero di Spoleto-Norcia per il quale si \u00e8 conclusa la fase diocesana del processo di beatificazione.<\/p>\n
I numeri attuali
\nSono 40 seminaristi, sei dei quali frequentano l\u2019anno propedeutico.
\nIl rettore \u00e8 mons. Nazzareno Marconi e vice rettore \u00e8 don Andrea Czortec, entrambi del clero di Citt\u00e0 di Castello; responsabile del propedeutico \u00e8 don Simone Sorbaioli di Peurgia-Citt\u00e0 della Pieve; padri spirituali sono mons. Remo Serafini (Perugia) e don Mauro Salciarini (Gubbio); economo \u00e8 mons. Giuliano Salciarini di Gubbio. I vescovi delegati per il Seminario sono mons. Gualtiero Bassetti di Perugia-Citt\u00e0 della Pieve, mons. Domenico Sorrentino di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e mons. Domenico Cancian di Citt\u00e0 di Castello.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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