<\/a>\u00c8 di qualche giorno fa la notizia degli ultimi dati Istat sulle persone senza fissa dimora in Italia: oltre 50.700, in aumento rispetto alle 47.648 stimate nel 2011. L\u2019indagine \u00e8 stata condotta in 158 Comuni della Penisola, tra cui per\u00f2 non compare l\u2019Umbria. La domanda sorge quindi spontanea: come possiamo sapere come sta la nostra regione in merito al tema specifico e, pi\u00f9 in generale, alla povert\u00e0? Lo abbiamo chiesto al prof. Paolo Montesperelli, ordinario presso il dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale dell\u2019Universit\u00e0 \u201cSapienza\u201d di Roma, nonch\u00e9 membro del Comitato di coordinamento dell\u2019Osservatorio sulle povert\u00e0 in Umbria.<\/p>\n\u201cAvere dati precisi ed esaustivi \u2013 ha risposto \u2013 \u00e8 molto difficile. A oggi, infatti, esiste soltanto una stima annuale fatta dall\u2019Istat sulla povert\u00e0, che si avvale anche di un campione umbro. Questa stima ha sicuramente il merito di permettere una comparazione anno per anno e regione per regione, ma certo, d\u2019altro canto, consente solo di avere una fotografia parziale della situazione\u201d. Difficile, quindi, trovare dati pi\u00f9 dettagliati e aggiornati.<\/p>\n
In realt\u00e0, in Umbria gi\u00e0 da anni \u00e8 attivo un organismo ad hoc, l\u2019Osservatorio sulle povert\u00e0, nato dalla collaborazione fra Regione, Conferenza episcopale umbra, Aur e Caritas. Compito dell\u2019Osservatorio \u00e8 quello di redarre un Rapporto regionale per descrivere da vicino la situazione territoriale.<\/p>\n
L\u2019ultimo Rapporto \u00e8, per\u00f2, datato 2012. Come mai questo ritardo? \u201cFare un rapporto \u2013 dice Montesperelli, che vi ha lavorato in prima persona \u2013 \u00e8 molto complesso e, in questa particolare fase, alquanto difficile, dato che la stessa Aur sta attraversando un periodo di transizione. Ritengo poi che sarebbe importante che un primo e forte impulso venisse dato dai soggetti promotori dell\u2019Osservatorio, mentre, quasi paradossalmente, dall\u2019inizio della crisi in poi l\u2019interesse \u00e8 andato scemando. La crisi avrebbe dovuto dare un maggiore impulso a certi studi; invece, in qualche modo, ha come spostato l\u2019attenzione verso altre urgenze. \u00c8 innegabile, inoltre, che raccogliere una cos\u00ec grande mole di dati comporta un forte lavoro, che potrebbe essere ottimizzato, ad esempio, uniformando i criteri di raccolta dati dei vari soggetti interessati. Va comunque detto \u2013 precisa ancora \u2013 che il nuovo Piano sociale della Regione, che si sta discutendo proprio in queste settimane, contiene un intero capitolo dedicato a delineare le strutture portanti della nostra societ\u00e0 regionale. Non cifre, \u00e8 vero, ma comunque fondamentali linee di intervento per una pianificazione politica\u201d.<\/p>\n
Ma la carenza di dati sembra avere le ore contate: \u201cLa Regione \u2013 rivela Montesperelli \u2013 ha gi\u00e0 stanziato i fondi per ripartire per l\u2019elaborazione di un nuovo Rapporto sulle povert\u00e0 in Umbria, e sono fiducioso che con l\u2019avvio del nuovo anno potremmo cominciare a lavorarci\u201d.<\/p>\n
L’OSSERVATORIO SULLE POVERTA’<\/strong><\/p>\nL’Osservatorio sulle povert\u00e0 in Umbria \u00e8 stato costituito nel 1995 con un protocollo d\u2019intesa tra la Regione Umbria e la Conferenza episcopale umbra (Ceu). Gli aspetti operativi sono definiti da una convenzione tra Regione, Caritas regionale, Aur (Agenzia Umbria ricerche), rappresentati pariteticamente nel Comitato di coordinamento. Ne fanno parte: Giorgio Di Pietro (presidente), Alessandro Vestrelli, Luigi Filippucci, Marcello Rinaldi, Nicola Chiarappa, Paolo Montesperelli. Negli anni l\u2019Osservatorio ha prodotto cinque Rapporti sulle povert\u00e0 in Umbria.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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